Funziona come uno strumento di misurazione per determinare il tasso di alcol e potrebbe rivoluzionare la diagnosi del coronavirus. Attualmente in fase di test a Lione, il CovidAir è stato sviluppato da un'azienda svizzera, dall'istituto di ricerca elvetico Paul Scherrer e dal Centro nazionale di ricerca scientifica (CNRS) francese.
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tvsvizzera.it/mar
Rapido e indolore, senza quella sensazione fastidiosa del batuffolo di cotone introdotto nel naso: con il nuovo sistema attualmente testato in un centro di depistaggio a Lione per avere il risultato del test Covid basta soffiare.
I ricercatori all’origine del progetto non sono medici, ma specialisti dell’analisi della qualità dell’aria. Hanno modificato un’apparecchiatura sviluppata per analizzare appunto l’aria per rilevare la presenza del virus nel paziente.
“Quando una persona è malata, il corpo risponde a questa aggressione e modifica la composizione chimica dell’aria espirata. Quindi non stiamo cercando elementi biologici come un virus o frammenti di virus, ma composti organici volatili il cui contenuto cambia nell’aria espirata se la persona è sana o malata”, spiega Christian George, direttore della ricerca sulla qualità dell’aria presso il Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS).
A Lione si sta testando l’apparecchiatura e i risultati sono incoraggianti: l’affidabilità è superiore al 90%.
La macchina è prodotta in Svizzera dalla società Tofwerk, con sede a Thun, nel canton Berna. L’azienda è specializzata nella produzione di spettrometri per l’analisi dell’aria.
Il potenziale commerciale è enorme. “Questo dispositivo sarà utile in luoghi dove è necessario essere in grado di testare molte persone, il che aumenterà la sicurezza di tutti. Ad esempio in aeroporti, stadi, centri commerciali, uffici…”, spiega Veronika Pospisilova, ricercatrice presso la Tofwerk.
Anche i governi e le organizzazioni private hanno espresso interesse. Soprattutto perché il suo uso potrebbe andare ben oltre la diagnosi della malattia Covid-19. Secondo Christian George, del CNRS, questo tipo di strumento potrebbe aprire “una nuova era nella diagnosi medica per diverse patologie: tumori, problemi digestivi… Ci sono davvero molte possibilità”.
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