Un flop (per ora) la campagna di Berna per il risparmio energetico
La campagna lanciata dal governo per evitare gli sprechi in ambito energetico in vista dell’inverno non sta dando risultati apprezzabili in Svizzera.
Il conflitto ucraino e la crisi sul mercato dell’energia preoccupano Berna, così come le cancellerie europee.
Le incognite sull’approvvigionamento, susseguenti all’interruzione del flusso di metano nei gasdotti provenienti dalla Russia e al duro confronto diplomatico tra Mosca e le cancellerie occidentali, sono al centro dell’attenzione del Consiglio federale che a fine agosto ha promosso una campagna costata oltre 10 milioni di franchi per sensibilizzare la popolazione a ridurre i consumi, soprattutto quelli superflui, di elettricità.
In proposito avevano suscitato discussioni le affermazioni della direttrice della responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec) Simonetta Sommaruga che invitava a fare la doccia in due in famiglia. Ma al momento non si ravvisa un cambiamento delle abitudini dei cittadini e delle cittadine.
In settembre infatti non si constatano variazioni apprezzabili nei consumi rispetto agli altri anni, secondo i dati forniti dall’Associazione europea dei gestori di reti di trasmissione: 4’605 gigawattora nel corso di questo mese (fino al 28 settembre) a fronte di 4’833 gigawattora del settembre 2021.
Secondo gli esperti è ancora presto per capire quale sarà la tendenza dei prossimi mesi. Ma difficilmente ci si attende un cambiamento radicale delle abitudini degli svizzeri e delle svizzere. Almeno fino a quando l’aumento dei costi dell’energia non si rifletteranno in modo evidente sulle bollette che dovranno pagare.
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