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Un nuovo strumento di lotta contro la pedofilia in rete

schermo di computer nero
Durante il lockdown c'è stata un'esplosione di consumo di materiale pedopornografico in rete © Keystone / Jean-christophe Bott

È stata lanciata oggi, lunedì, una piattaforma nazionale online per denunciare in modo anonimo sospetti abusi sessuali su minorenni commessi in rete.

La lotta alla pedocriminalità informatica ha da oggi uno strumento in più. Le fondazioni “Guido Fluri” e “Protezione dell’infanzia Svizzera” hanno infatti lanciato una piattaforma nazionale online sulla quale si potranno denunciare in modo anonimo sospetti abusi sessuali su bambini commessi in rete.

La nuova centrale nazionale di notifica per questo tipo di casi si chiama Click and stop.ch e secondo la direttrice di Protezione infanzia Regula Bernhard Hug si tratta di un servizio più che necessario: “Soprattutto negli ultimi due anni il consumo di materiale pedocriminale in rete è notevolmente aumentato. Da inchieste condotte fra giovani, quasi la metà ha detto di essere stato importunato sessualmente su internet”.

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Le segnalazioni di sospette attività di pedocriminalità informatica sono quintuplicate negli ultimi cinque anni, per raggiungere l’apice nel corso della pandemia: Europol, Interpol e altre polizie ci dicono che durante il lockdown il consumo è esploso. E dove c’è consumo, c’è anche offerta”, prosegue Regula Bernhard Hug ai microfoni della RSI.

Ed è per questo motivo che la piattaforma lanciata dalle due fondazioni è ancora più importante: “Bisogna esortare la gente a segnalare i casi sospetti. Spesso chi naviga su internet, anche se incappa su materiale del genere, non fa niente. Inoltre, in Svizzera dobbiamo avere più risorse per lottare contro la pedocriminalità”.

Clickandstop.ch vuole essere uno strumento facile da usare: chi è vittima o nota qualcosa di sospetto può segnalarlo anonimamente via telefono, chat o con un modulo di contatto.

Luce sugli abusi in seno alla Chiesa cattolica svizzera

È di lunedì anche la notizia che un gruppo di ricerca dell’Università di Zurigo dovrà far luce sugli abusi sessuali commessi all’interno della Chiesa cattolica svizzera. Lo ha annunciato la Conferenza dei vescovi svizzeri. Nei prossimi mesi, inoltre, saranno aperti anche gli archivi episcopali finora coperti da segreto. Le indagini saranno indipendenti, dureranno un anno e saranno sostenute dalla Società svizzera di storia.

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