Vaccini, tracciamento e test sono le armi vincenti contro la pandemia
Il federalismo svizzero ha superato la prova della gestione pandemica: a dirlo è uno studio di Avenir Suisse, che ha valutato in maniera particolarmente positiva la risposta di Ticino, Grigioni e Zugo.
Pieni voti al Ticino nella gestione della pandemia, bene anche Grigioni e Zugo. È questo, in sintesi, il risultato di uno studio fatto dal gruppo di ricerca Avenir Suisse, presentato questa mattina, che analizza come la Svizzera e i cantoni hanno reagito alla crisi Covid-19.
Lo studio intitolato “La pandemia come curva d’apprendimento del federalismo” è stato presentato dagli autori: l’equipe del gruppo di esperti di Avenir Suisse.
L’esempio della Svizzera italiana
Il lungo rapporto, circa 140 pagine, ha analizzato l’azione dei cantoni in ambiti diversi: dalla situazione degli ospedali, alle vaccinazioni e fino ai casi di rigore. E il Ticino, gravemente colpito dalla pandemia nel corso della sua comparsa, nella primavera 2020, ne esce particolarmente bene, ottenendo pieni voti nella gestione della capacità ospedaliera e nelle vaccinazioni, in cui si è mostrato il più rapido in assoluto per le categorie a rischio.
Molto bene anche Zugo e Grigioni: quest’ultimo soprattutto nella gestione dei test di massa ripetuti, misura seguita da pochi.
Non manca qualche critica
Note più dolenti sono invece legate alle poche conoscenze che c’erano all’inizio dei contagi per cui non sono sempre stati subito intrapresi i passi necessari per il contenimento della pandemia. Basti pensare alla relativa lentezza dell’applicazione del tracciamento dei contatti o la difficoltà iniziale per quel che riguarda i test. Per arginare una pandemia, secondo lo studio, l’unica soluzione è infatti un misto fra vaccinazione, test in quantità e tracciamento dei contatti. Manca anche un sistema centralizzato che lo permetta.
Federalismo come sfida
Secondo i direttori cantonali, nella gestione di una crisi di questa portata e complessità il federalismo è una sfida, non un ostacolo: “Non c’è niente che indichi che i Paesi centralizzati stiano gestendo la crisi meglio della Svizzera”, sostiene Tobias Bär, portavoce della conferenza.
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