I profughi fuggiti dalla Libia vivono da quattro anni nei fatiscenti palazzi dell'ex villaggio olimpico. Ma per ordine del municipio ora se ne devono andare.
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Antonio Michele Storto, rsi.ch
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Lo scorso 24 novembre, un gruppo legato all’estrema destra cittadina ha lanciato due bombe carta di fronte alle palazzine ex villaggio olimpico, nel quartiere Lingotto di Torino.
Bersaglio degli ordigni erano i 1’200 profughi africani che da quattro anni occupano il complesso, rimasto abbandonato per sette anni prima del loro ingresso: quasi tutti sono fuggiti dalla Libia allo scoppiare della guerra civile e in Italia molti di loro sono finiti in strada, appena terminati i progetti d’accoglienza.
Oggi, le quattro palazzine versano in condizioni di evidente sovraffollamento, ma al loro interno vanno nascendo progetti per l’inserimento sociale, scolastico e lavorativo.
In seguito ai fatti di novembre, la neo-sindaca Chiara Appendino ha annunciato lo sgombero della struttura: e ora, mentre il Comune è impegnato a progettare un’operazione che potrebbe rivelarsi molto complicata, i profughi temono di finire nuovamente in strada.
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