I computer di mezzo mondo sono da oltre 24 ore sotto attacco. Le peculiarità del virus Petya sono analoghe a quelle di WannaCry che circa un mese fa ha messo in ginocchio istituzioni finanziarie, società e persino il sistema sanitario britannico.
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tvsvizzera/spal con RSI (TG del 28.6.2017)
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Anche questa volta sono state colpite agenzie governative, metropolitane, aeroporti e imprese in 64 paesi, soprattutto in Ucraina e Russia. I pirati informatici non hanno risparmiato la centrale atomica in disuso di Chernobyl, il grande porto indiano di Jawaharlal Nehru, la compagnia di trasporti Moller-Maersk e l’azienda francese Saint Gobain. In Svizzera è stata infettata la società di commercializzazione pubblicitaria Admeira, di proprietà dei gruppi editoriali e di telecomunicazioni SSR, Swisscom e Ringier.
Petya è un ransomware, cioè quella tipologia di virus che cifrano i dati con finalità di estorsione, perché per rientrare in possesso dei propri dati viene chiesto un riscatto agli utenti da pagare con bitcoin.
Secondo il produttore di proframmi per la sicurezza digitale Eset il focolaio da cui è partita l’epidemia sarebbe MeDoc, un software per la contabilità compromesso dai cyber-criminali. È molto usato in aziende in Ucraina tra cui istituzioni finanziarie, aeroporti e metropolitane. “Molte di queste hanno eseguito un aggiornamento del software”, spiega la società.
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