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Vivere in affitto in Svizzera costa sempre di più

modine per la costruzione di un nuovo edificio
La domanda di abitazioni è più alta dell'offerta: secondo gli esperti il rischio è che ci sia un aumento anche nel 2023. © Keystone / Michael Buholzer

Gli affitti in Svizzera sono sempre più cari: nel 2022 le pigioni medie di appartamenti nuovi o nuovamente affittati sono cresciute del 3% in media, con variazioni da cantone a cantone e da città a città.  

Le pigioni stanno aumentando in tutta la Svizzera: gli affitti degli appartamenti nuovi o nuovamente affittati sono aumentati di circa il 3% nel 2022. Alcuni cantoni e città hanno segnato incrementi molto marcati: +6,7% nei Grigioni e +5,3% a Lugano, battuta solo da Zurigo (+6,2%).

Le variazioni sono calcolate sulla base di un indice elaborato dal portale di annunci immobiliare homegate.ch in collaborazione con la Banca cantonale di Zurigo (ZKB). In dicembre il parametro si è attestato a 119,6 punti, con un incremento dello 0,2% rispetto a novembre e del 2,8% su base annua, la crescita più marcata dall’inizio delle misurazioni nel 2009. “Questo aumento significativo è il risultato di una crescente carenza sul mercato degli alloggi in affitto e dell’aumento degli oneri di riscaldamento e dei costi accessori”, affermano gli esperti Homegate, citati in un comunicato odierno.

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Tutti i cantoni e le realtà d’agglomerato prese in esame hanno visto i canoni puntare verso l’alto. Gli aumenti più marcati sono stati registrati nei Grigioni (+6,7%), dove è in atto un boom di richieste di alloggi di vacanza, a Zugo (+6,5%) e nei due cantoni di Appenzello (+6%). Il Ticino è a +2,0%: tassi inferiori sono stati registrati solo da Basilea Campagna (+1,4%) e Friburgo (+0,8%).

Interessante è anche l’andamento nelle otto città elvetiche prese in considerazione dai ricercatori. L’incremento annuo maggiore viene registrato a Zurigo (+6,2%); al secondo posto si trova Lugano (+5,3%), davanti a Basilea e Lucerna (entrambe +3,7%), Losanna (+3,4%), Ginevra (+1,6%), San Gallo (+1,5%) e Berna (+1,4%).

Non c’è stato un esodo verso le campagne 

“In retrospettiva, le discussioni su un possibile esodo dalle città innescato dalla pandemia di Covid-19 e dall’aumento del telelavoro appaiono surreali: nel 2022 appare chiaro che l’esodo non c’è stato”, commentano gli esperti di Homegate. “Al contrario, molte città si trovano ad affrontare la sfida di non essere in grado di soddisfare sufficientemente la domanda di vita urbana”.

Per quanto riguarda le pigioni nel 2023, “in considerazione del calo generale dell’attività edilizia e della stabilità dell’immigrazione è possibile che gli affitti continuino a salire”, si legge nella nota. “Mentre solo pochi anni or sono c’era un rischio di sovrapproduzione nel mercato degli alloggi in affitto, attualmente l’offerta non riesce a soddisfare la domanda, soprattutto nelle regioni urbane. Fintanto che ciò avverrà, continuerà a esistere la base per nuovi aumenti”.

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