La naturalizzazione agevolata sembra convincere gli svizzeri
Il 12 febbraio prossimo, i cittadini svizzeri dovranno dire se vogliono agevolare la naturalizzazione per gli stranieri della terza generazione. Una proposta che per il momento gode dei favori della maggioranza.
Quasi tre svizzeri su quattro sono favorevoli al decreto Collegamento esternoche semplifica la procedura per l’ottenimento della cittadinanza elvetica per i giovani stranieri nati in Svizzera, discendenti di nonni che vi sono immigrati e di genitori che vi sono cresciuti.
È quanto emerge dal sondaggio condotto dall’istituto di ricerca gfs.bern, per conto della Società svizzera di radiotelevisione (SSR), sui tre oggetti in votazione federale il prossimo 12 febbraio.
La naturalizzazione facilitata è vincolata a requisiti ben precisi. La domanda deve essere presentata prima del compimento dei 25 anni. La persona che ne fa richiesta deve essere nata in Svizzera, in possesso di un permesso di domicilio (C) e avere frequentato almeno cinque anni di scuola nella Confederazione. Inoltre si deve dimostrare che almeno un genitore soddisfa anche questi ultimi due criteri ed ha vissuto almeno dieci anni in Svizzera e che almeno un nonno è nato in Svizzera o aveva un permesso di soggiorno.
Le posizioni degli elettori su questo oggetto sono fortemente legate alle loro simpatie partitiche, precisano i politologi del gfs.bern. La maggior proporzione di consensi si registra tra gli elettori del PS e dei Verdi. Ma anche tra gli elettori dei partiti di centro il sostegno è elevato. Senza sorprese, l’unico gruppo di elettori in cui prevale il no (il 50%, contro il 48% di sì e il 2% di indecisi) è quello l’UDC.
A sorprendere è invece l’elevata quota di sì, puntualizza Martina Mousson, capo progetto presso il gfs.bern. Secondo gli specialisti dell’istituto di ricerca, ciò si spiega con il fatto che la naturalizzazione non è automatica, ma deve essere richiesta ed è condizionata. Nel 2004 l’elettorato aveva bocciato una proposta di naturalizzazione automatica per gli stranieri di seconda e di terza generazione.
Il sondaggio
Per la prima indagine demoscopica in vista della votazione federale del 12 febbraio 2017, l’istituto gfs.bern ha intervistato 1’206 persone con diritto di voto selezionate in modo rappresentativo, ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera, tra il 19 e il 30 dicembre 2016. Il margine di errore è di ±2,9 punti percentuali. Il sondaggio è realizzato su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR.
Nessuno stupore desta il fatto che nella Svizzera italiana la proporzione di sì (il 58%) sia meno massiccia che nelle altre regioni linguistiche del paese. “È uno schema che si ripete per le questioni riguardanti gli stranieri”, dice Martina Mousson.
Riforma fiscale delle imprese in affanno
Oltre alla naturalizzazione, gli elettori svizzeri dovranno esprimersi anche su due altri temi: la creazione di un fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomeratoCollegamento esterno (FOSTRA) e la riforma III dell’imposizione delle impreseCollegamento esterno.
Il primo oggetto trova i favori del 60% delle persone intervistate. Scopo del nuovo fondo per le strade è di assicurare a lungo termine il finanziamento della rete di strade nazionali.
La riforma dell’imposizione delle imprese raccoglie invece solo il 50% dei consensi. Questa nuova legge adatta la normativa elvetica agli standard internazionali, abolendo in particolare l’imposizione ridotta per le società con statuto speciale (ad esempio holding che conseguono la maggior parte dei loro utili all’estero). La revisione è stata dettata principalmente dalle pressioni esterne, soprattutto da parte dell’Unione europea (UE) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
Adattamento di Daniele Mariani / Video RSI (TG del 6.1.2017)
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