La televisione svizzera per l’Italia

Zurigo, chieste ulteriori indagini sui dipinti trafugati dai nazisti

Una visitatrice osserva un quadro della Collezione Bührle al Kunsthaus.
Non sono state dissipate tutte le ombre sulla collezione esposta al Kunsthaus di Zurigo. Keystone / Michael Buholzer

Per lo storico Raphael Gross va approfondita la ricerca sugli eventuali precedenti proprietari ebrei delle opere impressioniste della Collezione Bührle esposta al Kunsthaus.

“Senza la persecuzione degli ebrei, la Collezione Bührle non sarebbe mai nata”, ha dichiarato in una conferenza stampa tenutasi venerdì a Zurigo Raphael Gross, che ha condotto uno studio sulla provenienza delle opere della raccolta esposta dal 2021 al Kunsthaus.

Per lo storico zurighese, le precedenti indagini svolte dalla fondazione non soddisfano i criteri in vigore presso il museo della città sulla Limmat. In proposito il rapporto redatto dallo studioso svizzero sostiene che è indispensabile innanzitutto fare luce su alcuni aspetti irrinunciabili, quali l’eventuale precedente proprietà dei quadri da parte di ebrei e la loro confisca per mano del regime nazionalsocialista.

Altri sviluppi
busto di un uomo con un quadro

Altri sviluppi

Lo spietato opportunismo di Emil Bührle

Questo contenuto è stato pubblicato al È stato il commercio di armi a permettere ad Emil Bührle (1890-1956) di costituire la sua preziosa collezione d’arte.

Di più Lo spietato opportunismo di Emil Bührle

Proposta la creazione di un comitato di esperti/e

Raphael Gross, che dal 2017 dirige il Museo storico tedesco (Deutsches Historisches Museum) di Berlino, ritiene inoltre che il museo zurighese debba istituire un comitato composto da esperti/e di varie discipline. Il compito del collegio dovrebbe essere quello di sviluppare uno schema di esame per le confische di origine nazista e applicarlo sia alla collezione del Kunsthaus che ai prestiti a lungo termine.

+ La collezione Bührle tra arte, guerra e contesto storico

Come terzo e ultimo punto, lo storico elvetico ritiene che l’associazione che gestisce le opere del museo debba avviare una discussione pubblica sulla denominazione che dovrebbe essere cambiata in “Collezione Emil Bührle”. Quest’ultima, che comprende opere d’arte accumulate dal commerciante d’armi tra il 1936 e il 1956, è composta di 633 pezzi.

Contenuto esterno

È stato accertato che molti di essi avevano proprietari ebrei all’epoca della Seconda guerra mondiale e successivamente sono pervenuti alla Collezione Bührle direttamente o attraverso tappe intermedie.

Oltre 60 opere appartenute a ebrei

In particolare l’indagine presentata venerdì ai media ha fatto luce sulla provenienza di cinque dipinti della collezione: in alcuni casi, il team di ricercatori ha scoperto circostanze che non erano emerse nelle ricerche condotte dalla fondazione.

Quest’ultima ha finora documentato 41 casi di opere i cui precedenti proprietari erano ebrei, un’altra ventina è emersa in seguito allo studio svolto sotto la supervisione di Gross. È plausibile che questi dipinti siano passati di proprietà tra il 1933 e il 1945, il periodo di ascesa al potere del Nazismo e della persecuzione degli ebrei. “Solo se si intraprenderanno nuove ricerche in questi casi si potrà onorare la pretesa di presentare le opere nel loro contesto storico”, ha dichiarato l’esperto.

I committenti dell’indagine, ossia il Kunsthaus, la città e il cantone di Zurigo, si legge nel comunicato, analizzeranno i risultati dello studio e ne daranno notizia nel mese di luglio.

Quadri rimossi dall’esposizione

Proprio in seguito alle recenti ricerche, la Collezione Bührle aveva fatto rimuovere due settimane fa cinque opere dall’esposizione permanente del Kunsthaus. Era infatti emerso che i dipinti erano precedentemente appartenuti a persone perseguitate dal Terzo Reich. Si tratta di opere di Gustave Courbet, Claude Monet, Vincent Van Gogh, Paul Gauguin e Henri de Toulouse-Lautrec. Un sesto quadro – di Edouard Manet – potrebbe porre problemi analoghi.

Il riesame della provenienza delle opere si è basato sulle nuove “Best Practices” (la buona prassi) per il trattamento delle opere d’arte trafugate pubblicate dal Dipartimento di Stato americano nel marzo di quest’anno, come aveva precisato la Fondazione della Collezione Bührle.

Queste prevedono che abbiano diritto a compensazioni eque anche i discendenti di coloro ai quali i dipinti non vennero direttamente sottratti, ma che furono costretti a venderli per fuggire dalla Germania nazista.

E proprio in ragione di ciò la fondazione intende ora cercare un accordo con i discendenti o altri successori legali dei vecchi proprietari di tali dipinti.

+Emil Bührle, l’arte della guerra

Una figura controversa

Emil Bührle cominciò ad acquistare opere d’arte nel 1936. All’epoca, le espropriazioni e le persecuzioni razziali del regime nazionalsocialista hanno avuto un grande impatto sul mercato dell’arte.

Tra il 1941 e il 1945 Emil Bührle acquistò 93 opere, 13 delle quali sono poi state considerate trafugate. Dopo la fine del conflitto, il collezionista è stato confrontato con richieste di restituzione ed ha effettivamente riconsegnato delle opere ai legittimi proprietari ebrei. In seguito, ha potuto ricomperarne nove.

Ma i sospetti di antisemitismo che pesano su Bührle non sembrano fugati, anche se in realtà solo un singolo documento scritto di suo pugno contiene dichiarazioni antisemite.

Per alcuni studiosi, tra cui Matthieu Leimgruber, è però chiaro che Emil Bührle ha approfittato della situazione degli ebrei perseguitati e in fuga per costituire la sua collezione. Emil Bührle non era un nazista, ma faceva affari con il regime nazista per opportunismo, ha sostenuto lo storico.

Grazie al suo fiuto – che per detrattori sconfinò in opportunismo – Emil Bührle riuscì ad aumentare il suo patrimonio personale da otto milioni di franchi nel 1938 a 162 milioni nel 1945.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR