In Svizzera si voterà ancora per facilitare la naturalizzazione
Gli svizzeri torneranno a votare per facilitare agli stranieri residenti l’ottenimento del passaporto elvetico. “Action Quatre Quarts” ha infatti presentato alla Cancelleria federale più di 100’000 firme valide per la sua iniziativa popolare "Per un diritto alla cittadinanza moderno (iniziativa per la democrazia)".
Non è la prima volta che si cerca di facilitare la naturalizzazione delle persone straniere residenti in Svizzera. L’iniziativa depositata giovedì da “Action Quatre QuartsCollegamento esterno” però è più radicale: chiede che la naturalizzazione ordinaria sia possibile dopo cinque anni di residenza legale in Svizzera, indipendentemente dal permesso di soggiorno permanente.
Le condizioni devono semplicemente essere la conoscenza di base di una lingua nazionale e l’assenza di gravi reati sulla fedina penale.
>>La notizia al momento del lancio dell’iniziativa popolare:
Altri sviluppi
Il passaporto elvetico dopo cinque anni di residenza in Svizzera
Oggi esiste un procedimento per la naturalizzazione agevolata ma a precise condizioni: il o la richiedente deve essere il marito o la moglie di una persona svizzera, il figlio o la figlia di una persona svizzera, oppure ancora essere una persona di età inferiore ai 25 anni appartenente a una famiglia straniera che si trova in Svizzera da tre generazioni.
In tutti gli altri casi di deve passare attraverso la naturalizzazione ordinaria.
Naturalizzazione ordinaria, oggi come funziona?
Attualmente, la leggeCollegamento esterno richiede almeno dieci anni di residenza in Svizzera (di cui tre dei cinque anni precedenti la presentazione della domanda) e possedere un “permesso di soggiorno C”. Questo permesso lo si può ottenere solo dopo essere stati titolari (per 5 o 10 anni a dipendenza della cittadinanza) del permesso “B”.
Inoltre, a seconda dei Cantoni, il richiedente deve aver soggiornato da due a cinque anni nello stesso Comune e/o nello stesso Cantone prima di poter presentare una domanda di naturalizzazione. Non solo. La legge svizzera prevede la concessione della cittadinanza svizzera alle persone la cui integrazione è avvenuta con successo, che si sono familiarizzate con le condizioni di vita in Svizzera e che non mettono in pericolo la sicurezza interna o esterna della Confederazione.
Come vengono verificati questi criteri? Alcune autorità effettuano esami di naturalizzazione scritti oppure orali.
Esami discutibili
Come misurare il livello di integrazione? Cosa deve sapere uno svizzero per essere uno svizzero? Quali sono le domande a cui devono rispondere i candidati?
Malgrado gli sforzi di standardizzazione nei processi di naturalizzazione, la decisione se concedere o meno la nazionalità svizzera è ancora ampiamente di competenza delle autorità comunali. A volte, proprio per questo motivo, ciò comporta una certa arbitrarietà e capita che dei candidati si vedano rifiutare la cittadinanza per ragioni che possono sembrare futili.
Si chiede, per esempio, chi è l’eroe nazionale [Guglielmo Tell, ndr.], se Göla, Sina, Beatrice Egli e Stephan Eicher sono sportivi, musicisti, architetti o scienziati [musicisti, ndr.], quale numero bisogna digitare per chiamare l’ambulanza [144, ndr.] o quali partiti sono rappresentati in Consiglio federale [Partito socialista, Partito liberale radicale, Centro, Unione democratica di centro, ndr.].
Un paio d’anni fa il comune di Nyon, nel cantone Vaud, finì al centro delle critiche perché la commissione delle naturalizzazioni aveva respinto la candidatura di un italiano che, tra le altre cose, non aveva saputo dire chi erano i tre firmatari del Patto del 1291 che sancì la nascita della Svizzera primitiva [per la cronaca Werner Stauffacher, Arnold von Melchtal e Walter Fürst, ndr.]. Una domanda a cui probabilmente non sanno rispondere nove svizzeri su dieci, per essere ottimisti.
Non solo. Per ottenere la cittadinanza elvetica è bene prestare molta attenzione anche a usi e costumi rossocrociati. Recentemente un francese si è visto negare la cittadinanza dal piccolo borgo giurassiano di Clos du Doubs nel Canton Giura per aver incautamente utilizzato la falciatrice nei giorni festivi. Il mancato rispetto delle regole locali, secondo la maggioranza dell’organo comunale, dimostrerebbe la scarsa integrazione del cinquantenne francese.
Non da ultimo sono richieste anche conoscenze di una lingua nazionale. In generale è richiesto un livello A2, per quanto riguarda le competenze scritte, e B1 in quelle orali, secondo il QuadroCollegamento esterno comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue. I Cantoni hanno però la possibilità di stabilire condizioni più severe, com’è il caso dei cantoni Svitto e Nidvaldo: richiedono un livello B1 nello scritto e un B2 nell’orale.
Iniziativa per criteri equi contro decisioni arbitrarie
La Svizzera, come abbiamo visto, ha una delle leggi sulla naturalizzazione più restrittive d’Europa. Di conseguenza, secondo i promotori dell’iniziativa, più di due milioni di persone che pagano le tasse, lavorano e vivono in Svizzera da decenni, non hanno voce in capitolo nel dibattito pubblico: “È dunque tempo di riconoscere queste persone come membri a pieno titolo della società elvetica”.
Le grandi differenze tra i regolamenti cantonali sulla naturalizzazione e la loro applicazione portano a disuguaglianze nella legge e a decisioni arbitrarie. Infine, sempre secondo i promotori dell’iniziativa, la naturalizzazione deve basarsi su condizioni oggettivamente misurabili: “chiunque viva legalmente in Svizzera da cinque anni, abbia una conoscenza di base di una lingua nazionale e non sia stato condannato a una pena detentiva di lunga durata o rappresenti una minaccia per la sicurezza interna o esterna della Svizzera dovrebbe avere diritto alla naturalizzazione”.
Garantire i diritti fondamentali
La cittadinanza non è solo il diritto di voto e di eleggibilità. Garantisce la sicurezza della residenza, protegge dall’espulsione e permette alle persone di viaggiare e spostarsi liberamente, sottolinea ancora “Action Quatre Quarts”.
I promotori, nella conferenza stampa tenutasi alla consegna delle firme alla Cancelleria federale, hanno fatto l’esempio di due sorelle. Nate in Svizzera, hanno presentato domanda di naturalizzazione durante gli studi. Dopo aver quasi completato la procedura, è stato chiesto loro di ritirare la domanda, spiegando che avrebbero potuto interrompere gli studi e richiedere l’assistenza sociale. Interruzion e degli studi che non avrebbero potuto fare in mancanza della cittadinanza, pena l’espulsione.
Non è la prima volta
Nel 1983Collegamento esterno e nel 1994Collegamento esterno popolo e Cantoni hanno bocciato alcune riforme che prevedevano, in particolare, naturalizzazioni agevolate per giovani stranieri cresciuti in Svizzera.
Così le revisioni del 1984 e del 1990 della legge sulla cittadinanza hanno facilitato solo la naturalizzazione ai discendenti stranieri di genitori svizzeri e ai coniugi stranieri di cittadini svizzeri.
Nel 2003 il Parlamento accettò una nuova legge sulla cittadinanzaCollegamento esterno che prevedeva una naturalizzazione facilitata per gli stranieri della seconda e della terza generazione. Sottoposte a referendum, queste disposizioni vennero ancora rifiutate dal popolo e dai cantoni nel 2004 (56,8%).
Infine, arriviamo a un’iniziativa parlamentare presentata nel 2008 che si limitò quindi a chiedere l’introduzione della naturalizzazione facilitata per stranieri di terza generazione, che non hanno ancora compiuto il venticinquesimo anno d’età. Sottoposto a votazione, questo oggetto nel 2017 riuscì a ottenere una maggioranza (60,4%).
Altri sviluppi
Chiaro sì alla naturalizzazione agevolata
Si tratta della naturalizzazione facilitata ma è vincolata a requisiti ben precisi. La domanda deve essere presentata prima del compimento dei 25 anni. La persona che ne fa richiesta deve essere nata in Svizzera, in possesso di un permesso di domicilio (C) e avere frequentato almeno cinque anni di scuola nella Confederazione. Inoltre, si deve dimostrare che almeno un genitore soddisfa anche questi ultimi due criteri ed ha vissuto almeno dieci anni in Svizzera e che almeno un nonno è nato in Svizzera o aveva un permesso di soggiorno.
Ius soli
Lo “ius soli” anche in Svizzera rimane una chimera. Il Consiglio degli Stati nel 2021 ha bocciato a larga maggioranza una mozione del socialista Paul Rechsteiner che chiedeva la naturalizzazione automatica per gli stranieri nati in Svizzera.
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