La Svizzera sempre più popolata, 10 milioni di abitanti entro il 2055

Nei prossimi trent’anni la Svizzera sarà chiamata a gestire importanti trasformazioni demografiche. Secondo le proiezioni dell’Ufficio federale di statistica, entro il 2055 la popolazione residente nel Paese raggiungerà circa 10,5 milioni di persone, rispetto ai 9 milioni del 2024.
A determinare questa crescita saranno principalmente due fattori: l’aumento dei flussi migratori e il progressivo invecchiamento della popolazione con il relativo aumento dell’aspettativa di vita: dopo un calo durante la crisi pandemica, la speranza di vita è tornata a salire nel 2023, fissandosi a 85,5 anni per le donne e 82,2 per gli uomini. Si tratta di numeri da record.
Secondo lo scenario di riferimentoCollegamento esterno dell’Ufficio federale di statistica (UST), che stima le evoluzioni demografiche future sulla base di quelle osservate negli ultimi anni, il numero di residenti permanenti in Svizzera passerà da 9 milioni di persone nel 2024 a circa 10,5 milioni nel 2055.
Più precisamente, dal 2024 al 2040, la Svizzera dovrebbe accogliere circa un milione di nuovi residenti, con una crescita media dello 0,5% all’anno. Tuttavia, già dal 2035 l’incremento naturale — ovvero la differenza tra nascite e decessi — diventerà negativo. Ciò significa che, da quel momento in poi, l’unico fattore in grado di sostenere la crescita demografica sarà la migrazione netta.
La capacità del Paese di attrarre nuove persone dipenderà quindi sempre più dall’andamento dell’economia e dalla stabilità sociale e politica. La Svizzera continuerà a esercitare un forte potere attrattivo, offrendo condizioni di vita favorevoli e numerose opportunità professionali.
>>Queste previsioni si scontrano con l’iniziativa popolare “No a una Svizzera da 10 milioni di abitanti:
L’iniziativa popolare dell’Unione democratica di centro (UDC, destra sovranista) “No a una Svizzera da 10 milioni!Collegamento esterno” mira a introdurre un limite alla crescita della popolazione residente permanente in Svizzera, fissando un tetto di 10 milioni di abitanti entro il 2050. Se la popolazione superasse i 9,5 milioni, il Consiglio federale dovrebbe adottare misure, soprattutto in materia di asilo, per evitare il raggiungimento del limite stabilito. Inoltre, l’iniziativa prevede che, qualora la popolazione superasse i 10 milioni, il Governo dovrebbe denunciare trattati internazionali che favoriscono la crescita demografica, come l’accordo sulla libera circolazione delle persone con l’Unione europea.
Il Consiglio federale ha respinto l’iniziativaCollegamento esterno, sostenendo che potrebbe avere ripercussioni negative sull’economia, sul benessere e sul funzionamento della società. Secondo il governo, l’accettazione dell’iniziativa potrebbe mettere a rischio la via bilaterale con l’UE, compromettendo l’accesso al mercato interno europeo e danneggiando la prosperità del Paese. Inoltre, senza immigrazione, in particolare quella qualificata, sarebbe difficile rispondere al bisogno di lavoratori in molti settori economici, come l’agricoltura, la ricerca, la sanità e l’edilizia.
Spetterà alla popolazione svizzera decidere. La data della votazione non è ancora nota.
Invecchiamento della popolazione
Accanto alla crescita dovuta alla migrazione, nei prossimi anni la Svizzera dovrà fare i conti con un cambiamento altrettanto rilevante: l’invecchiamento della popolazione. Le generazioni del baby-boom stanno entrando progressivamente nella terza età, e la quota di persone con più di 65 anni passerà dal 20% attuale al 25% entro il 2055.
In termini assoluti, la fascia degli over 65 crescerà in modo marcato: da 1,8 milioni nel 2024 a circa 2,7 milioni nel 2055. Il picco di crescita si registrerà intorno al 2029, con un aumento annuale del 2,6%, per poi rallentare e stabilizzarsi su un ritmo medio dello 0,8% annuo.
Secondo l’Ufficio federale di statistica, questo aumento non dipende solo dal fatto che un numero crescente di persone raggiunge l’età della pensione, ma anche dall’allungamento della speranza di vita. In altre parole, non solo si invecchia di più, ma si vive anche più a lungo.
Si tratta di un’evoluzione che avrà implicazioni profonde sul sistema pensionistico, sulla sanità e sull’equilibrio intergenerazionale, e che richiederà politiche mirate per garantire una società inclusiva, solidale e sostenibile.
Altri due scenari possibili
Oltre allo scenario di riferimento, l’Ufficio federale di statistica ha ipotizzato due sviluppi alternativi. Uno scenario “alto” considera un incremento sostenuto della migrazione netta, un lieve aumento della natalità e un rapido progresso della speranza di vita: in questo caso, la popolazione svizzera arriverebbe a 11,7 milioni di abitanti entro il 2055.
Lo scenario “basso”, invece, presuppone una migrazione contenuta, una fecondità in calo e un rallentamento nella crescita della longevità, con una popolazione complessiva che raggiungerebbe il picco nel 2042 per poi calare a 9,3 milioni entro il 2055.
Cresce il numero delle persone attive
L’evoluzione demografica avrà conseguenze significative anche sul rapporto tra popolazione anziana e persone in età lavorativa. Attualmente, per ogni 100 persone tra i 20 e i 64 anni, se ne contano 38 con più di 65 anni. Ma entro il 2055 questo rapporto supererà le 50 unità, segnalando un forte squilibrio tra le generazioni.
Nonostante l’invecchiamento della popolazione, il numero di persone attive — ossia occupate o in cerca di lavoro secondo la definizione dell’ILO (Organizzazione internazionale del lavoro) — continuerà ad aumentare, anche se a un ritmo più lento rispetto al passato. Secondo lo scenario di riferimento dell’Ufficio federale di statistica, entro il 2055 la popolazione attiva raggiungerà i 5,8 milioni, con una crescita del 12,5% rispetto al 2024. Considerando il lavoro svolto a tempo pieno, l’incremento sarà ancora più marcato, arrivando al 14,1%, pari a circa 5 milioni di persone.
Le proiezioni, tuttavia, variano a seconda dello scenario ipotizzato. In uno scenario “alto” la popolazione attiva potrebbe salire fino a 6,6 milioni entro il 2055. Al contrario, in uno scenario più prudente (“basso”) il numero di persone attive potrebbe calare leggermente, fermandosi a circa 5,1 milioni.
Evoluzione non omogenea sul territorio
Dal punto di vista territoriale, la crescita della popolazione non sarà uniforme. I Cantoni situati nei pressi dei grandi centri urbani, in particolare Lucerna, San Gallo, Vaud, Ginevra, Turgovia e Argovia, conosceranno un aumento demografico superiore al 20%. L’area metropolitana di Zurigo e l’Arco lemanico continueranno a concentrare la maggior parte della popolazione, rafforzando il ruolo dei poli urbani come motori economici e sociali del Paese.
Al contrario, Cantoni come Giura, Neuchâtel, Sciaffusa e Appenzello Esterno registreranno una crescita minima, inferiore al 2% entro il 2055. Questo squilibrio spaziale pone nuove sfide in termini di pianificazione urbana, mobilità, infrastrutture e accesso equo ai servizi pubblici, ma anche di coesione sociale e territoriale.
Le aree in forte crescita dovranno affrontare una pressione maggiore sul mercato immobiliare, con possibili aumenti dei costi dell’abitazione e rischi di gentrificazione. Sarà quindi fondamentale sviluppare strategie abitative inclusive e investire in reti di trasporto efficienti per garantire la qualità della vita e ridurre la congestione.
Parallelamente, le regioni a crescita debole o stagnante rischiano un progressivo spopolamento, invecchiamento della popolazione e perdita di attrattività economica. Per contrastare questi effetti, saranno necessari interventi mirati di rilancio economico, incentivi all’insediamento di nuove attività e miglioramento dei servizi di prossimità.
Una gestione equilibrata della crescita demografica richiederà quindi una visione territoriale condivisa tra Confederazione, Cantoni e Comuni, capace di promuovere uno sviluppo sostenibile, equo e inclusivo per tutte le regioni della Svizzera.
Popolazione sempre più istruita
Un altro aspetto centrale dell’evoluzione demografica è il crescente livello di istruzione della popolazione. Indipendentemente dallo scenario considerato, la quota di persone tra i 25 e i 64 anni in possesso di un diploma di grado terziario (formazione professionale superiore o universitaria) continuerà ad aumentare.
Si prevede che questa proporzione passerà dal 48% nel 2025 al 62% nel 2045 nello scenario di riferimento. In caso di uno sviluppo particolarmente positivo, si potrebbe arrivare al 64%, mentre nello scenario meno dinamico si raggiungerebbe comunque il 59%. Questo trend evidenzia l’importanza di investire nella formazione continua e nell’acquisizione di competenze adeguate alle esigenze di un mercato del lavoro in rapida evoluzione, sempre più orientato alla digitalizzazione e all’innovazione.
La Svizzera del futuro sarà dunque più grande, più anziana, ma anche più istruita. Per accompagnare questa evoluzione in modo equo e sostenibile sarà necessario rafforzare politiche inclusive, che valorizzino la diversità, incentivino la partecipazione delle persone migranti e promuovano l’equilibrio tra generazioni, garantendo pari opportunità a tutte e tutti.

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