Le stazioni invernali svizzere con tanta neve ma poco personale
Quest'anno la neve e i turisti non mancano. C'è però una carenza di personale: difficile è soprattutto trovare dei cuochi.
Keystone / Jean-Christophe Bott
La neve è tornata abbondante a nord delle Alpi, regalando un inizio di stagione natalizia come non si vedeva da anni. In molte stazioni sciistiche, grandi e piccole, è finalmente possibile aprire gli impianti e accogliere gli appassionati di sport invernali. Tuttavia, mentre la neve abbonda, c’è un altro elemento essenziale che preoccupa i gestori: la mancanza di personale.
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Keystone-ATS
Les Paccots, una piccola stazione sciistica nel canton Friburgo, incarna perfettamente questa situazione. Dopo otto anni di Natale senza neve, la località si ritrova finalmente a riattivare gli impianti. Nella scorsa stagione si è potuto sciare solo nove giorni: questo ha portato a una drastica riduzione del personale fisso e ora non si riesce a far fronte alle necessità, racconta Olivier Berthoud, responsabile del comprensorio.
“Non riusciamo ad assicurare un tempo pieno a tutto il personale necessario, quindi dobbiamo far capo a chi ha anche un altro impiego o a chi ha questo lavoro come attività accessoria”, spiega Berthoud. “Quindi – prosegue – abbiamo molti giovani, molti pensionati, ma anche volontari che si mettono a disposizione perché amano la neve. Dopo anni difficili, un po’ li abbiamo persi”.
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Anche le stazioni sciistiche più grandi devono affrontare difficoltà simili. Lionel Fontaine, direttore di Hotelis, società specializzata nel reclutamento per il settore alberghiero e della ristorazione, conferma la crescente pressione. “Da qualche giorno siamo molto sollecitati e lo saremo fino a fine febbraio”, spiega Fontaine, sottolineando che le richieste provengono da località di prestigio come Verbier, Nendaz e Crans Montana. Tra le figure professionali più difficili da reperire spiccano i cuochi.
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