Disparità salariale fra sessi: Unia, “servono controlli e sanzioni”
Il fatto che le donne guadagnino meno degli uomini ne favorisce la povertà e la dipendenza dal partner, incidendo nel contempo negativamente sulle rendite di vecchiaia.
(Keystone-ATS) L’allarme viene lanciato dal sindacato Unia, alla luce delle nuove cifre pubblicate in giornata dall’Ufficio federale di statistica (UST).
Nel settore privato le dipendenti femmine hanno salari del 17,5% inferiori a quelli dei loro colleghi maschi, denuncia l’associazione dei lavoratori sulla base dei dati UST. Si tratta di 1453 franchi in meno al mese, ciò che causa “gravi conseguenze sulla partecipazione sociale e sulle future rendite”.
La Svizzera – si rammarica Unia – rimane in fondo alla classifica della parità salariale in Europa. “È quindi necessario istituire controlli salariali obbligatori, inasprire le sanzioni contro le aziende inadempienti e adeguare la legge sulla parità dei sessi”, si legge in una nota.
Le disparità salariali vanno ricondotte a molteplici fattori, ricorda il sindacato. Alle differenze “inspiegabili” si aggiungono motivi strutturali: dato che le donne lavorano più spesso a tempo parziale hanno meno opportunità di avanzare a livello professionale. Ma il divario in termini di retribuzione rimane considerevole anche a parità di formazione ed esperienza, “il che rimanda a una discriminazione di natura sessista”, osservano i funzionari di Unia. A loro avviso l’esempio dell’industria alberghiera e della ristorazione mostra che nei rami coperti da contratti collettivi di lavoro dichiarati di obbligatorietà generale con salari minimi le differenze salariali sono minori.