Ermotti: “non è nostro compito sovvenzionare le aziende”
(Keystone-ATS) Il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti si è difeso oggi dall’accusa, proveniente da più parti, di aver peggiorato le condizioni offerte ai clienti aziendali che un tempo facevano riferimento a Credit Suisse (CS).
UBS deve mettere ordine in alcuni aspetti del modello di affari di CS, che era principalmente orientato alla crescita, ha sostenuto il 64enne in una teleconferenza di commento ai risultati societari diffusi di primo mattino. In alcuni casi le condizioni praticate di CS erano “inaccettabili” per UBS.
Nonostante un contesto caratterizzato da tassi d’interesse in aumento, requisiti patrimoniali più elevati e condizioni economiche mutate, UBS nel solo secondo trimestre ha rinnovato circa 30 miliardi di prestiti aziendali e ipotecari, ha sottolineato il dirigente. “Questo dimostra che UBS rimane competitiva”.
L’adeguamento delle condizioni riguarda anche il fatto che UBS fissa i suoi prezzi per essere sufficientemente compensata per i rischi assunti. “Naturalmente, non tutti i nostri clienti sono contenti di questo”, ha chiosato il manager. Ma non è compito di UBS sovvenzionare determinate società, ha aggiunto.
Riguardo ai clienti privati CS, dopo la fusione – già realizzata – delle entità elvetiche dei due istituti la migrazione sulla piattaforma UBS comincerà l’anno prossimo e durerà presumibilmente sino al 2026: saranno interessate circa 1 milione di persone.
Invariati rimangono intanto i piani riguardo alla riduzione dell’organico: in Svizzera dovranno essere tagliati – così vuole la direzione – altri 3000 posti di lavoro. Secondo UBS l’obiettivo sarà raggiunto principalmente attraverso partenze naturali e prepensionamenti. Il processo non sarà avviato prima della fine del 2024 e si estenderà agli anni 2025 e 2026, ha indicato Ermotti.
Infine, per quanto riguarda i tanto discussi requisiti patrimoniali per la grande banca, il Ceo si aspetta maggiore chiarezza verso la fine dell’anno. Il numero uno ha negato di esercitare tentativi di pressione sulle autorità svizzere. E non sono nemmeno in corso colloqui sul tema con la consigliera federale competente, la responsabile del Dipartimento federale delle finanze (DFF) Karin Keller-Sutter, ha concluso Ermotti.