Francia: Tariq Ramadan a processo per stupro
(Keystone-ATS) La Corte d’Appello di Parigi ha deciso oggi di rinviare l’islamologo ginevrino Tariq Ramadan davanti al tribunale criminale dipartimentale per lo stupro di tre donne, mentre ha scartato il caso di una quarta presunta vittima.
Lo ha appreso l’agenzia di stampa francese AFP da legali coinvolti nella vicenda.
Il 29 marzo scorso, la camera del giudice istruttore della Corte d’appello ha esaminato il ricorso presentato dalla difesa del 61enne islamologo, che contestava il rinvio a giudizio disposto nel luglio 2023 da due giudici del tribunale di Parigi.
Nella sua requisitoria, di cui l’AFP ha preso visione, il pubblico ministero Matthieu Bourrette aveva chiesto che solo lo stupro aggravato di “Christelle”, commesso a Lione nell’ottobre 2009, fosse imputato all’islamologo. Il rappresentante della procura aveva ritenuto che ci fossero prove sufficienti per caratterizzare tale reato.
D’altra parte, aveva escluso la “presa” che Ramadan avrebbe potuto esercitare su “Christelle” e sulle altre accusatrici: Henda Ayari, un’ex salafita diventata attivista laica che ha innescato il caso presentando una denuncia nell’ottobre 2017 per uno stupro che sarebbe avvenuto nel 2012 a Parigi; Mounia Rabbouj, un’ex escort che lo ha accusato di nove stupri tra il 2013 e il 2014; e una terza donna per fatti risalenti al 2016.
Ha quindi chiesto l’archiviazione delle accuse.
Decisione incomprensibile
Ma alla fine la Corte d’Appello ha preso una posizione ancora diversa da quella della procura, dei giudici istruttori di Parigi e dell’avvocato generale presso la Corte d’Appello, archiviando soltanto il caso di Mounia Rabbouj, stando a fonti vicine al caso.
Laure Heinich e Laura Ben Kemoun, avvocatesse di “Christelle” e Mounia Rabbouj, hanno denunciato la decisione definendola “particolarmente incomprensibile”. “Perché una è stata scartata e le altre no? Nessuno può capire questa decisione”, che renderà impossibile giudicare “la complessità e la globalità del caso”, ha deplorato Heinich.
L’avvocato di Henda Ayari, David-Olivier Kaminski, ha invece accolto con favore questa “vittoria della giustizia. La signora Ayari avrà diritto a un processo che permetterà ai tribunali di dire se Tariq Ramadan è davvero innocente o colpevole”.
Dal canto suo, Pascal Garbarini, uno degli avvocati di Ramadan, ha assicurato alla corte che “la lotta continua per l’innocenza” del suo cliente. Il legale, che aveva chiesto l’archiviazione del caso, “continua a credere che non ci siano prove contro il suo cliente, né in termini materiali né per il fatto che fosse in grado di esercitare una presa” sulle sue accusatrici.
Sia la difesa che i due avvocati che rappresentano le parti civili stanno valutando la possibilità di presentare un ricorso alla Corte Suprema.