Gli anziani si sentono vecchi solo a 80 anni
(Keystone-ATS) Le persone anziane in Svizzera si sentono vecchie solo a partire dagli 80 anni, ma esistono notevoli disuguaglianze in termini di situazione finanziaria, salute e partecipazione sociale, stando al nuovo “Panorama della società svizzera” pubblicato oggi dall’UST.
Le situazioni di vita nella “terza età” (tra i 65 e gli 80 anni), in cui le persone sono per lo più attive e in salute, differiscono da quelle della “quarta età” (a partire dagli 80 anni). Molte persone anziane sono attive dal punto di vista personale o sociale, contribuendo così alla coesione della società, spiega l’UST.
Circa un quarto delle persone fra i 65 e i 74 anni e un decimo di quelle over 74 ad esempio fanno volontariato organizzato in associazioni e istituzioni. La percezione soggettiva del momento in cui si inizia a esser vecchi è quindi cambiata passando da 69 anni negli Anni ’90 a circa 80 anni oggi. A partire qua quell’età le persone sono sempre più spesso confrontate con malattie o perdita di indipendenza.
Disuguaglianze in base a reddito e formazione
I ricercatori hanno riscontrato una crescente diversità nelle modalità di vita e di abitazione e nell’organizzazione della vita dopo il pensionamento. Da un lato, c’è più spazio di manovra, ma dall’altro ci sono anche disuguaglianze in termini di situazione finanziaria e di salute. Nonostante la situazione generalmente buona, la povertà in età avanzata è ancora presente.
Livello di formazione, reddito, esperienza migratoria e isolamento sociale possono influenzare lo stato di salute in età avanzata e la speranza di vita. Lo stesso vale per le opportunità di partecipazione sociale, il cui grado è strettamente legato al livello di formazione, al reddito e ad altri fattori di disuguaglianza, secondo la pubblicazione.
Più cure ambulatoriali
Anche l’assistenza a lungo termine è cambiata: le cure istituzionalizzate in case per anziani medicalizzate sono in calo, mentre aumentano le cure ambulatoriali e i modelli intermedi (assistenza diurna, assistenza notturna, soggiorni brevi in case per anziani medicalizzate, appartamenti per anziani ecc.). I confini tra l’assistenza stazionaria e la permanenza a casa stanno diventando sempre più sfocati, affermano gli autori dello studio a cui hanno partecipato anche le università di Neuchâtel e Friburgo e l’Accademia svizzera di scienze umane.