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Hong Kong: fino a 10 anni a 45 attivisti per sovversione

Keystone-SDA

La West Kowloon Court di Hong Kong ha condannato con pene fino a 10 anni di carcere per sovversione tutti e cinque gli attivisti pro-democrazia promotori nel 2020 delle primarie per le elezioni parlamentari dell'ex colonia britannica.

(Keystone-ATS) Si tratta del giurista Benny Tai (10 anni di detenzione) e dei politici Au Nok-hin, Andrew Chiu, Ben Chung e Gordon Ng.

Anche le altre 41 persone coinvolte nel procedimento sono state condannate. Tra di essi vi è anche Joshua Wong, ex leader del cosiddetto “movimento degli ombrelli” del 2014: nei suoi confronti l’Alta Corte ha deciso 56 mesi di reclusione, che si sommano alle altre condanne accumulate a vario titolo. Wong, attualmente in prigione, è tra i volti più popolari degli attivisti di Hong Kong.

Si tratta del più grande processo sulla sicurezza nazionale di Hong Kong secondo la legge imposta da Pechino sull’ex colonia a giugno del 2020 dopo le proteste di massa pro-democrazia del 2019 che portarono nelle strade dell’ex colonia oltre 2 milioni di persone allo scopo di rivendicare riforme e maggiore tutela dei diritti.

Il più grande caso sulla sicurezza nazionale mai esaminato finora nell’ex colonia britannica ha coinvolto 45 attivisti pro-democrazia, accademici ed ex politici, parte del cosiddetto gruppo “Hong Kong 47” (due imputati sono stati assolti), ai quali erano state addebitate le accuse nel 2021 “di cospirazione al fine della sovversione” per il loro ruolo avuto in un “voto alle primarie non ufficiali” nel 2020, in vista delle parlamentari poi rinviate.

La gran parte degli imputati è da allora in stato di detenzione: il giurista Benny Tai, etichettato come “mente e organizzatore” degli attivisti, ha avuto la condanna più pesante di 10 anni di reclusione. Tra i cinque promotori dell’iniziativa c’è anche un australiano con doppia cittadinanza, Gordon Ng, colpito da una pena a sette anni e tre mesi di carcere che ha provocato la dura protesta di Canberra.

I giudici dell’Alta Corte non hanno letto il dispositivo completo di condanna, un documento di 82 pagine che sarebbe stato caricato online per consentire al “pubblico di valutare”. In 10 minuti, tuttavia, sono state scandite le pene di ciascun imputato, citato non per nome ma per numero di elenco nel procedimento.

Le primarie erano state concepite per aumentare le possibilità di far eleggere candidati pro-democrazia al parlamentino locale (LegCo) al voto del 2020: per il collegio specializzato sulla sicurezza nazionale composto da tre giudici, tutti scelti dall’esecutivo di Hong Kong, lo scopo era di indebolire il governo e di portare a una crisi costituzionale.

Dei 47 imputati 31 si erano dichiarati colpevoli e tra i 16 che avevano respinto le accuse due erano stati assolti a maggio mentre 14 erano stati giudicati colpevoli.

Oltre all’Australia, anche gli Stati Uniti hanno contestato il responso giudiziario. “Gli USA condannano con fermezza le pene annunciate contro 45 sostenitori della democrazia ed ex deputati. Gli imputati sono stati perseguiti in modo aggressivo e incarcerati per aver partecipato in modo pacifico a normali attività politiche protette dalla Basic Law (la Costituzione locale, ndr) di Hong Kong”, ha affermato un portavoce del consolato generale americano.

La Cina ha accusato USA e alleati che hanno criticato le condanne di “profanare e calpestare seriamente lo Stato di diritto”. Alcune nazioni occidentali “ignorano il fatto che usano procedure giudiziarie pertinenti per sostenere la propria sicurezza nazionale, mentre condannano arbitrariamente anche i tribunali di Hong Kong che implementano la legge sulla sicurezza nazionale”, ha detto il portavoce del ministero degli esteri Lin Jian nel corso del briefing quotidiano.

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