In migliaia a Srebrenica per il 29esimo anniversario del genocidio
(Keystone-ATS) Al Cimitero memoriale di Potocari, alle porte di Srebrenica, stanno affluendo migliaia di persone per le cerimonie commemorative del 29/mo anniversario del genocidio di oltre 8 mila bosniaci musulmani.
Quest’ultimi furono massacrati nel luglio 1995 dalle forze serbo-bosniache al comando del generale Ratko Mladic.
Come avviene ogni anno in questa data, anche oggi saranno tumulati i resti delle ultime vittime identificate con il metodo del Dna. Si tratta di 14 persone: la più giovane è Beriz Mujic di 17 anni, ucciso nel luglio 1995 e i cui resti furono riesumati nel maggio 2023, la più anziana è Hamed Salic di 67 anni, con i resti che furono riesumati nel maggio 2014.
Lo scorso maggio l’Assemblea generale dell’Onu ha adottato una risoluzione che ha proclamato l’11 luglio Giornata internazionale della memoria del genocidio di Srebrenica, ma tale ricorrenza non viene osservata in Serbia e in Republika Srpska (Rs), l’entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina.
Serbi e serbo-bosniaci non riconoscono infatti il genocidio di Srebrenica, sostenendo che in quella località nel luglio 1995 furono commessi gravi crimini che non possono tuttavia essere qualificati come genocidio.
È per questo che nella Federazione croato-musulmana, l’altra entità della Bosnia-Erzegovina, oggi è giornata di lutto non lavorativa, mentre in Rs è giorno normale senza alcuna sospensione delle attività di lavoro. Una divisione che testimonia del persistere delle profonde ferite causate dal conflitto fratricida che insanguinò la Bosnia negli anni Novanta.
Una cerimonia commemorativa per le vittime di Srebrenica si terrà oggi pomeriggio anche presso la sede delle Nazioni Unite a New York. “Dobbiamo costruire un mondo in cui prevalgano la giustizia e la pace”, ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres in occasione della Giornata della memoria dell’11 luglio.
Oltre 50 persone sono state condannate dalla giustizia internazionale a più di 700 anni di carcere per i crimini commessi a Srebrenica. Fra loro Ratko Mladic e Radovan Karadzic, rispettivamente capo militare e leader politico dei serbi di Bosnia, ai quali è stato inflitto l’ergastolo dal Tribunale dell’Aja.