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In Romania non escluso l’annullamento del voto a presidenziali

Keystone-SDA

Il caos seguito al primo turno delle elezioni presidenziali in Romania prosegue, se possibile anche ingigantendosi.

(Keystone-ATS) Il tutto era era prevedibile, dopo quanto successo ieri con la decisione della Corte costituzionale di procedere al riconteggio dei voti, e con il rapporto del Comitato Supremo della Difesa che ha parlato di attacchi cibernetici allo scopo di influenzare la correttezza del processo elettorale e tirando in ballo ingerenze della Federazione Russa.

Notizie che naturalmente non potevano non avere un seguito. Andare al riconteggio non solo potrebbe durare troppo tempo in vista del ballottaggio previsto per l’8 dicembre, ma potrebbe anche stravolgere il posizionamento dei candidati, in particolar modo quello di Elena Lasconi, la sfidante dell’indipendente di estrema destra Calin Georgescu, che ha superato di poco e per meno di 3 mila voti nella corsa al ballottaggio il premier Marcel Ciolacu, poi dimessosi dalla guida del Partito socialdemocratico (Psd).

Un’ipotesi che, se da un lato spinge Lasconi a contestare la decisione sul riconteggio dei voti, dall’altro rende molto difficile la realizzazione del ballottaggio previsto per l’8 dicembre.

Resta, quindi, plausibile l’ipotesi di annullamento completo del primo turno, tanto è vero che questa mattina il presidente dell’autorità elettorale permanente, Toni Grebla, ha avanzato a Radio Romania Actualitati l’ipotesi che i due turni di elezioni potrebbero svolgersi il 15 e 29 dicembre. Nel primo pomeriggio dovrebbe arrivare una decisione al riguardo da parte della Corte costituzionale.

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