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Israele: tank sulla Linea Alpha con la Siria

Keystone-SDA

Una grande bandiera dello Stato ebraico sventola da oggi sul versante siriano del monte Hermon, al confine tra i due Paesi, segnalando simbolicamente una data storica.

(Keystone-ATS) Nel luogo dove la Bibbia colloca il confine nord della Terra promessa, e i cristiani la trasfigurazione di Gesù, l’unità d’élite Shaldag dell’Idf ha preso il controllo delle basi abbandonate repentinamente dall’esercito governativo di Damasco. Spingendosi, hanno riferito diversi report locali, fino a 14 chilometri in profondità nel territorio della Siria.

Prima di questa veloce operazione, e senza incontrare resistenza, carri armati e forze di fanteria israeliani sono entrati nella zona smilitarizzata del Golan schierandosi sulla Linea Alpha, alla frontiera tra Siria e Israele, per impedire ai ribelli siriani di passare.

Per la prima volta da quando è stato firmato l’Accordo di disimpegno del 1974, che pose fine alla guerra dello Yom Kippur. La decisione è stata presa durante la notte con voto unanime dal gabinetto di sicurezza, in coordinamento con la forza delle Nazioni Unite (Undof) responsabile dell’area. E previo avviso agli Usa, come ha riferito un alto funzionario israeliano.

Il primo ministro Benyamin Netanyahu, in visita stamattina al Monte Bental nel Golan, da dove si gode una magnifica vista della Siria, ha diffuso un video in cui commenta la caduta di Assad attribuendosi il merito di aver dato il via alla catena di eventi che ha portato alla presa di Damasco.

“È un giorno storico per il Medio Oriente: il regime di Assad era un anello centrale della catena del male dell’Iran, ora il regime è caduto. Questo è il risultato diretto dei colpi che abbiamo inflitto all’Iran e a Hezbollah, principali sostenitori del dittatore”, ha detto Netanyahu. Mandando il suo messaggio a chi ha orecchie per sentire: “Noi agiamo per proteggere il nostro confine. Quest’area (la Linea Alpha) è stata per 50 anni la zona cuscinetto stabilita nel 1974 con l’Accordo di separazione: questa intesa è crollata, i soldati siriani hanno abbandonato le loro posizioni”, ha affermato il premier.

Ancor più diretto l’esercito: “Stiamo vivendo un evento monumentale e drammatico. Lo spazio iraniano si sta indebolendo, la via sciita è stata spezzata. Un gruppo islamista è salito al potere in Siria e dobbiamo vedere come si evolverà la situazione. L’obiettivo delle operazioni dell’Idf, che dovrebbero proseguire nei prossimi giorni, è di migliorare le posizioni in vista dell’arrivo dei ribelli nella zona”.

Nel frattempo, in mezzo al caos in Siria, l’aeronautica militare israeliana (Iaf) ha attaccato con diverse ondate di raid il “quadrante della sicurezza” della capitale, inclusi gli edifici dei servizi segreti di Assad e la dogana in una centralissima piazza della città. Stamattina i caccia hanno preso di mira i magazzini di armi e munizioni della base aerea di Khalkhalah a Suwayda, diversi siti nel governatorato di Daraa, la base aerea di Mezzeh a Damasco, un importante complesso di sicurezza nel sobborgo di Kafr Sousa della capitale, dove il Mossad ha individuato i laboratori usati da scienziati iraniani per sviluppare missili. I caccia hanno lanciato ordigni di precisione anche sugli edifici del Centro di studi e ricerche scientifiche di Damasco.

Netanyahu ha sottolineato la linea di Israele al culmine della guerra civile: “Centinaia di bambini siriani sono nati qui da noi. Tendiamo una mano di pace a drusi, curdi, cristiani e musulmani di Siria”, ha detto evocando la politica di buon vicinato.

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