La televisione svizzera per l’Italia

La Francia ha un nuovo governo, RN e gauche attaccano

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) È la fine di una lunga attesa. E un (fragile) tentativo di rilancio per la Francia: a due settimane dalla nomina del neo-premier, Michel Barnier, Parigi ha un nuovo governo.

Un esecutivo, quello annunciato questa sera dal segretario generale dell’Eliseo Alexis Kohler, composto da 39 ministri, tra cui 17 titolari “con portafoglio”. Di questi, 7 provengono dal campo macroniano, 3 dai Républicains, 2 indipendenti di destra, 2 centristi del Mouvement Démocrat (MoDem), 1 indipendente di sinistra, 1 Horizons (il piccolo partito centrista dell’ex premier Edouard Philippe) e 1 del gruppo parlamentare Liot.

Tante le conferme, ma molti anche i volti nuovi a partire dal conservatore con fama di duro Bruno Retailleau che sostituisce Gérald Darmanin alla poltrona del ministero dell’interno. Capo strategico del potente gruppo Les Républicains al Senato dal 2014, linea ferma sull’immigrazione, sulla sicurezza o sul rispetto della laicità, Retailleau non ha mai smesso di denunciare il “lassismo” della politica del presidente Emmanuel Macron su questi temi. Il neoministro si è anche opposto al matrimonio per tutti e alla legge sul fine vita voluta dal presidente.

Esponenti dei Verdi scesi in piazza oggi per manifestare il loro dissenso al nuovo esecutivo dell’ex capo negoziatore dell’Unione europea sulla Brexit lo hanno accusato di “omofobia” e di “razzismo”.

Il nuovo capo della diplomazia francese è il figlio d’arte Jean-Noël Barrot, 41 anni. Per lui una vera e propria ascesa fulminante verso i palazzi del potere. Dal digitale a ministro delegato per l’Europa, poi presidente della Commissione degli affari esteri dell’Assemblea nazionale, Barrot, che appartiene ai centristi di MoDem, dovrà adesso dimostrare di essere in grado di far sentire la voce, sottolinea l’AFP.

Dopo soli diciotto mesi dal suo precedente incarico, è arrivato lo scorso febbraio al Quai D’Orsay grazie ad un rimpasto di governo, per sostituire Laurence Boone. Figlio dell’ex ministro e commissario europeo Jacques Barrot, ha ereditato la qualità di essere “un europeo convinto”.

Antoine Armand, solo 33 anni, è il nuovo ministro dell’economia, delle finanze e dell’industria, mentre quello del bilancio spetta all’ex deputato Laurent Saint Martin, che però riferirà direttamente al premier.

Mantiene il suo posto Sébastien Lecornu alla difesa, fedele al capo dello Stato, uno dei pochi a beneficiare di un bilancio in forte aumento in questo contesto di crisi internazionale. Anche Rachida Dati, controversa figura della destra, mantiene il suo portafoglio alla cultura.

L’ex deputato socialista Didier Migaud, 72 anni, è stato nominato ministro della giustizia, in sostituzione di Eric Dupond-Moretti. Ex presidente della Corte dei conti e attuale capo dell’Alta autorità per la trasparenza nella vita pubblica, è l’unico ministro proveniente da sinistra, anche se ha lasciato la politica attiva nel 2010.

Tra le donne, Agnès Pannier-Runacher, deputata dell’ala sinistra del partito di Macron, è stata nominata ministra della transizione ecologica e dell’energia. La deputata Annie Genevard, numero due di Les Républicains, è stata nominata ministra dell’agricoltura, in sostituzione di Marc Fesneau, mentre la centrista MoDem Geneviève Darrieussecq diventa ministra della salute. Portavoce del governo sarà la deputata 33enne Maud Bregeon, vicina a Gérald Darmanin, fervente sostenitrice dell’energia nucleare.

Il leader di France Insoumise (snistra radicale), Jean Luc-Mélenchon, subito dopo l’annuncio della composizione del nuovo esecutivo è andato all’attacco facendo appello a “sbarazzarsi il più presto possibile” del governo Barnier. Mentre la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, in un messaggio pubblicato su X ha affermato che “i francesi, che nelle ultime elezioni hanno espresso per due volte la volontà di rompere con sette anni di rinunce e fallimenti del macronismo, si ritrovano stasera con un governo rimaneggiato, ben lontano dal desiderio di cambiamento e di alternanza espresso nel giugno scorso. Questo governo di transizione è la conseguenza del pantano creato dalle alleanze innaturali formatesi durante le elezioni legislative. Continueremo a prepararci per la grande alternanza che chiediamo per consentire alla Francia di rialzarsi”. ”Questo governo non ha futuro”, tuona su X il segretario del RN Jordan Bardella.

Macron riunirà il primo consiglio dei ministri lunedì alle ore 15.00 ma dinanzi all’ostilità delle opposizioni la strada per il nuovo governo è piena di incognite e tutta in salita. Proprio come i sentieri di montagna tanto amati dal savoiardo Michel Barnier.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR