La leader secessionista Rovira rientra in Spagna dopo sei anni
(Keystone-ATS) La politica indipendentista catalana Marta Rovira, attuale segretaria generale di Esquerra Republicana (ERC), ha fatto ritorno in Spagna dopo oltre sei anni in Svizzera, dove si era stabilita per evitare l’arresto in quanto ricercata dalla giustizia spagnola.
Decisiva, per il suo ritorno, la recente archiviazione di una causa giudiziaria in cui le veniva attribuita l’accusa di “terrorismo”.
Rovira ha fatto ingresso in territorio spagnolo in auto, attraversando la frontiera con la Francia a La Jonquera e dirigendosi poi verso la località catalana di Cantallops, insieme ad altri quattro dirigenti indipendentisti stabilitisi a Ginevra negli ultimi anni: ad accoglierli con abbracci e applausi, come mostrato da immagini TV, c’erano diversi membri di ERC.
I guai con la giustizia per Rovira sono sorti, così come per diversi altri leader indipendentisti catalani, ai tempi del tentativo secessionista dell’autunno del 2017, intrapreso dal governo regionale di Carles Puigdemont. In quel momento, la dirigente di ERC era deputata regionale e venne considerata dal giudice “elemento chiave” nell’organizzazione del referendum sulla secessione tenutosi il 1 ottobre 2017. Come ricorda EFE, a marzo del 2018, una volta saputo che era stata imputata per “ribellione”, Rovira decise quindi di lasciare la Spagna.
Il suo ritorno in patria è stato favorito da due fattori principali: una riforma del codice penale che fece sì che l’accusa nei suoi confronti per la partecipazione nei fatti del 2017 si riducesse al reato di “disubbidienza”, che non prevede pene di carcere, e l’archiviazione del cosiddetto “caso Tsunami”. In quest’ultima causa, Rovira era accusata di “terrorismo” per presunti legami con un collettivo pro-secessione, considerato dal giudice istruttore sovversivo, chiamato “Tsunami Democràtic”.