La lotta contro le zanzare si fa verde
Un progetto pilota portato avanti da un ateneo ticinese cerca di salvare le nostre serate estive non usando pesticidi, ma sterilizzando i maschi.
Partiamo da una premessa fondamentale: la zanzara non si può eradicare. C’è e dovremo conviverci. Era così 30 anni fa (con la zanzara “normale”) ed è così oggi (con la zanzara tigre). Detto ciò, la convivenza può essere resa più sopportabile.
In passato la lotta contro questi insetti è stata portata avanti con i pesticidi, ma con il tempo questo li ha resi resistenti: se in Svizzera la legge è chiara e le sostanze usate sono di tipo biologico (le pastiglie da mettere nei tombini, per esempio), così non è in molte parti del mondo.
Inoltre, come ci spiega la responsabile del settore ecologia dei vettori dell’Istituto di microbiologia della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), Eleonora Flacio, la zanzara fa parte degli organismi che meglio si adattano a nuove condizioni (che siano esse climatiche o ambientali). Questo, in aggiunta al fatto che si tratta di insetti che si riproducono molto rapidamente, fa sì che una volta che si installano, è praticamente impossibile eliminarli.
È proprio grazie a questa sua caratteristica che la zanzara tigre è arrivata in Europa: improvvisando, adattandosi e superando le “difficoltà” (mi permetto qui una semicitazione del motto dei Marines statunitensi). Improvvisando: ha trovato rifugio in vecchi copertoni di auto e camion, dove ristagnava acqua, che poi sono stati trasportati fino in Italia. Adattandosi: ritrovatasi in un nuovo clima, più temperato, la zanzara tigre è sopravvissuta e si è moltiplicata senza difficoltà. Superando le difficoltà: dall’Italia, sempre grazie ai trasporti di materiale, è salita verso il Ticino, dove si è comodamente installata.
Poi dal Ticino, tramite i movimenti di automobili e camion, si è anche spostata al nord delle Alpi. Anche qui, nonostante il freddo, si è adattata in fretta e ora nella Svizzera tedesca e francese si sta imparando a conviverci, con qualche anno di ritardo rispetto ai ticinesi.
Non tutto è perduto però: a salvare pranzi e cene in terrazza o in giardino arriva una nuova tecnica, che così nuova non è poiché viene usata in agricoltura da una sessantina d’anni: la sterilizzazione dei maschi. Si tratta di una “fecondazione controllata”: così la definisce Eleonora Flacio. I maschi, allevati in laboratorio, vengono fatti passare sotto i raggi X. Questo trattamento causa diverse mutazioni casuali. “Però la prima cosa che ‘salta’ quando ci sono le mutazioni, è il sistema riproduttivo. Quindi si producono maschi sterili che vengono rilasciati in gran numero nell’ambiente”. Questi vanno poi a cercare le femmine e si accoppiano con loro. Le uova depositate non si schiuderanno (perché non sono state fertilizzate) e con il tempo il numero di zanzare in circolazione diminuirà.
Questo sistema, oltre a essere molto ecologico, poiché non vengono immesse nell’ambiente sostanze tossiche, si è già rivelato efficace in passato. Non si tratta però di una soluzione miracolo, quanto piuttosto di un metodo complementare all’uso dei pesticidi. Combinando le due tecniche ci sono ottime speranze di tenere sotto controllo la popolazione di zanzare.
Una richiesta dell’OMS
È stata l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) a chiedere al Ticino di portare avanti questo progetto pilota, su cui si lavorerà parallelamente anche in Messico. Come mai due Paesi così diversi dal punto di vista climatico lavorano sulla stessa cosa? Se in Svizzera la zanzara tigre è per ora “semplicemente” fastidiosa, in Messico rappresenta un rischio per la salute, poiché è all’origine di molte epidemie (eccezion fatta per la malaria). In Ticino, spiega Eleonora Flacio, “abbiamo una buona conoscenza del territorio e della zanzara tigre, che osserviamo dal 2000. Rispetto ad altri posti, la sua presenza qui è relativamente limitata ed è quindi più facile controllare un esperimento di questo tipo”. È inoltre interessante, sia per la Svizzera che per l’OMS, capire come si può controllare la popolazione di questi insetti in un clima temperato.
Il progetto è stato presentato alle autorità federali competenti e attualmente si attende la sua approvazione per poterlo avviare. Il suo via dipenderà però anche da altri fattori, primo fra tutti quello economico: a causa della pandemia di Covid-19, infatti, i finanziamenti per numerosi progetti, questo incluso, si sono fermati.
Una volta ottenuto il via libera dalla Confederazione e risolta la questione monetaria, la SUPSI avvierà la sua collaborazione con il Centro agricoltura ambiente di Crevalcore (provincia di Bologna). Saranno infatti i colleghi italiani a occuparsi della sterilizzazione dei maschi di zanzara tigre, che verranno loro forniti dal Ticino. Questo perché si tratta di un’operazione che richiede macchinari e spazi adatti, che in Svizzera attualmente non ci sono. I maschi trattati verranno poi rispediti in Ticino, dove a intervalli regolari saranno liberati in natura a Melide o a Morcote. La scelta di queste località non è stata casuale: per avere dati i più esatti possibile, servivano configurazioni geografiche precise. Entrambi i comuni sono relativamente isolati: da una parte c’è il lago, dall’altra la montagna e a livello urbano non sono strettamente confinanti con altre località, quindi non c’è il rischio che nel conteggio degli esemplari vengano a immettersi (troppe) zanzare provenienti dall’esterno, che falserebbero i risultati.
Insomma, un barlume di speranza resta.
Le zanzare sono in grado si trasmettere numerose malattie, prima fra queste la malaria. Questo non significa, però, che riescono a trasmetterle tutte. Il Covid-19, per esempio non ne fa parte, come nemmeno l’HIV. Se nel primo caso la ragione è che si tratta di un virus che si trasmette attraverso le vie respiratorie, nel secondo caso la quantità di sangue infetto che rimane sul pungiglione di questi insetti non è sufficiente per contagiare.
Malaria, Zika, Chikungunya, febbre gialla, febbre Dengue sono invece malattie che si diffondono maggiormente laddove c’è una marcata presenza di questi insetti tutto l’anno. Patologie tropicali che possono diffondersi anche in Europa, dove giungono trasportate dai turisti. Nel 2013, per esempio, c’è stato un aumento di casi di febbre Dengue in Svizzera. Il rischio è poi che, laddove ci sono importanti popolazioni di zanzare, queste malattie vengano trasmesse tramite le loro punture. A questo linkCollegamento esterno una lista non esaustiva di tutte le malattie trasmissibili tramite le punture di zanzara. Su questa paginaCollegamento esterno, invece, si trova tutto quello che c’è da sapere sulla zanzara in Svizzera.
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