Lacrime e gioia in una Teheran spaccata in due
(Keystone-ATS) La morte inaspettata di Ebrahim Raisi provoca reazioni contrastanti nella popolazione iraniana, divisa tra fedeli sostenitori e tenaci antagonisti del 63enne ultraconservatore.
“Il presidente ha dedicato la sua vita al servizio del popolo”, dice Mojtaba, un ingegnere delle telecomunicazioni 43enne di Teheran, dove la notizia dello schianto dell’elicottero a bordo del quale viaggiava è stata accolta ieri sera con preghiere collettive pubbliche dai sostenitori del governo, che si sono radunati anche a Mashhad, la sua città natale. Quelle stesse persone oggi piangono per la sua morte, sostenendo che Raisi amava il martirio e che finalmente il suo desiderio si è avverato.
“Ha lottato contro i nemici interni, come ad esempio gli elementi dell’Occidente che vanno in strada senza il velo, e ha combattuto duramente contro i nemici stranieri, tra cui Israele. Ho provato ammirazione per l’attacco missilistico iraniano contro il regime in aprile, sotto l’amministrazione di Raisi, che ha mostrato al mondo la forza dell’Iran”, aggiunge Mojtaba.
Contestazioni sui social
Sui social media moltissimi iraniani contestano invece all’ormai ex presidente “la sua dura opposizione ad attivisti, giornalisti e donne dopo avere preso il potere, in particolare per il suo ruolo nell’uccisione e nell’esecuzione di giovani durante la sanguinosa repressione delle rivolte” del 2022, esplose dopo la morte di Mahsa Amini, la ventenne curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.
Dopo l’annuncio della morte di Raisi, moltissimi utenti hanno condiviso video in cui si vedono persone congratularsi a vicenda mentre distribuiscono caramelle, ballano per strade o accendono fuochi d’artificio per festeggiare. “Posso dire che ora credo completamente nel karma! Non abbiamo avuto il potere per provare a fermare Raisi ma Dio l’ha punito in questo modo, a causa del suo coinvolgimento nell’uccisione e nell’esecuzione dei manifestanti, oltre che per il suo ruolo nelle esecuzioni di massa di attivisti politici negli anni ’80, quando era il vice procuratore di Teheran”, afferma da parte sua Taraneh, 31 anni, aggiungendo che “le politiche economiche del presidente hanno portato solo ad una svalutazione della moneta locale e ad un’altissima inflazione negli ultimi anni”.