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Chiusa la collaborazione tra CERN e Russia

Il logo del CERN e le direttrice FAbiola Gianotti.
Attualmente, meno di 350 scienziati sono legati a un istituto russo interessato dalla fine dell'intesa, e la maggior parte di loro non vive a Ginevra. Keystone / Salvatore Di Nolfi

Come deciso alla fine dello scorso anno, l'accordo di cooperazione tra l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) e la Russia termina a fine novembre.

Quello tra l’istituzione scientifica con sede a Meyrin, alla periferia di Ginevra, e la Bielorussia è già scaduto lo scorso 27 giugno.

In risposta al tentativo di invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio del 2022, i 24 paesi membri del CERN hanno deciso lo scorso dicembre di interrompere la cooperazione con Mosca e Minsk, sua alleata. I due paesi avevano intese quinquennali con il CERN, che l’organizzazione ha deciso di disdire alla scadenza. La decisione era già stata annunciata nel marzo e nel giugno del 2022.

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Attualmente, meno di 350 scienziati sono legati a un istituto russo interessato dalla fine dell’intesa, e la maggior parte di loro non vive a Ginevra, ha indicato a Keystone-ATS Arnaud Marsollier, portavoce del CERN. Le relazioni con scienziati russi legati al CERN da accordi con istituzioni non russe proseguono normalmente.

La mancanza di scienziati provenienti da istituti russi si farà sentire, ha aggiunto il portavoce. Ma l’organizzazione sarà in grado di compensare la loro assenza.

La Russia non è mai stata un paese membro del CERN, ma ha goduto dello statuto speciale di Stato osservatore. Non ha quindi contribuito al bilancio annuale dell’organizzazione, né ha avuto il diritto di prendere decisioni.

Il numero di scienziati bielorussi è sempre stato ridotto. Alla fine di giugno era stata esclusa una quindicina di ricercatori.

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