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La ricetta di un ospedale svizzero contro la carenza di personale

grembiuli appesi
Nel 2022, un ospedale su due in Svizzera ha avuto problemi per mancanza di personale. Keystone

Anche nella Confederazione gli ospedali sono confrontati con una penuria di personale sanitario. A Bülach è stato introdotto un nuovo modello lavorativo che premia la flessibilità. Un esperimento ispirato da quello in uso in un ristorante autostradale coronato finora da successo.

Chi è flessibile in materia di orari e giorni di impiego guadagna di più: si potrebbe riassumere così il modello introdotto all’ospedale zurighese di Bülach, di cui riferisce lunedì la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno.

I e le dipendenti possono scegliere tra tre tipi di ‘formula’ lavorativa: Fix, Flex e Superflex. Chi opta per la prima opzione, viene impiegato solo con orari fissi e non deve essere attivo di notte. In cambio riceve il solito stipendio base.

Il personale che sceglie invece il modello Superflex ottiene per contro un bonus mensile di 350 franchi in aggiunta al salario: deve però fare turni di notte ed essere pronto a essere attivato a breve almeno 18 volte l’anno. L’opzione Flex si colloca all’incirca a metà fra le altre due varianti. Gli e le infermiere possono cambiare fascia dopo tre mesi.

La novità è stata introdotta da Manuel Portmann, dal 2022 responsabile delle risorse umane presso il nosocomio. L’idea è nata sulla base della sua esperienza quando, negli anni Novanta, aveva lavorato in un’area di servizio autostradale nel canton Glarona. La struttura offriva cucina aperta dalle 05:00 a mezzanotte e l’afflusso di clienti era molto variabile, anche in relazione alla meteo. Decenni dopo il manager ha pensato che la situazione in ospedale sia simile, con turni e interventi imprevedibili. Allora perché non adattare il modello della ristorazione?

“Non siamo un ristorante autostradale”

“Quando ho proposto l’idea a Bülach tutti hanno reagito dicendo ‘non siamo un ristorante autostradale'”, ha dichiarato alla Neue Zürcher Zeitung. Alla fine, però, il dirigente è riuscito a convincere la responsabile del personale infermieristico a fare un tentativo. Hanno perfezionato il loro piano e organizzato riunioni congiunte con il personale, che ha potuto contribuire con i propri suggerimenti.

Nell’aprile 2023 è stato introdotto il nuovo approccio e nel frattempo i dati mostrano che si è rivelato un successo. La fluttuazione del personale è diminuita del 30%, le assenze per malattia sono scese del 20% e soprattutto l’ospedale non ha quasi più bisogno di personale temporaneo per incarichi di impieghi di breve durata, cosa che è sempre onerosa: nel 2022 vi erano stati 856 impieghi di tal tipo, nell’anno in corso ne sono stati assegnati finora appena 14.

persone che manifestano
Le manifestazioni del personale di cura per sensibilizzare sulle difficili condizioni di lavoro sono ricorrenti in Svizzera. Nella foto una dimostrazione nel novembre 2022 a Berna. Keystone / Peter Schneider

Riuscita anche dal punto di vista finanziario

Il nuovo modello sta quindi dando i suoi frutti anche dal punto di vista finanziario: sebbene i bonus siano costati 900’000 franchi è stato possibile risparmiare 1,1 milioni di franchi solo sul personale temporaneo. Inoltre, la soddisfazione dei e delle dipendenti è aumentata, afferma Portmann, e le assunzioni stanno diventando più facili. Specialisti che non volevano più lavorare nel settore infermieristico a causa dei turni sono addirittura tornati.

Sempre secondo il manager chi riceve solo il salario di base non è invidioso nei confronti di coloro che ottengono un bonus. Al contrario, “molti attivi al livello fisso sono sollevati, perché non devono più sentirsi in colpa se, ad esempio, non possono sostituire i colleghi per motivi familiari”.

Un’idea premiata

L’idea è valsa all’ospedale il premio Swiss HR Award 2024, un riconoscimento per l’attività nel settore delle risorse umane. E il suo successo non è passato inosservato: Portmann dice di essere stato contatto da diversi ospedali, ma anche da aziende di rami differenti, come le FFS.

Il modello di Bülach è ben accolto anche dall’Associazione del personale infermieristico di Zurigo. Il direttore Kuno Betschart afferma: “Se ci si occupa bene del proprio personale, non è necessario continuare a cercarne di nuovo”. Certo, la situazione finanziaria degli ospedali è difficile, “ma allora bisogna essere creativi”, spiega alla NZZ. “A nostro avviso è importante che coloro che sono particolarmente flessibili siano anche remunerati di conseguenza”.

Portmann è felice che la sua idea sia stata accolta così bene. “Il modello funziona perfettamente per noi, ma quello che facciamo non funziona necessariamente ovunque”, avverte comunque. Il dirigente invita a sperimentare per contrastare la carenza di manodopera qualificata: a suo avviso questo richiede però libertà. “È importante che gli ospedali non siano limitati da un numero ancora maggiore di normative, per quanto ben intenzionate esse possano essere”, conclude.

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Pericoloso effetto domino

Il problema della mancanza di manodopera nel settore delle cure è acuto in tutta la Confederazione. Secondo l’Osservatorio svizzero della saluteCollegamento esterno, entro il 2029 la Svizzera avrà bisogno i 15’900 infermieri e infermiere supplementari. Dovranno inoltre essere sostituiti 27’500 specialisti di cura che partiranno in pensione.

Stando a uno studioCollegamento esterno di PricewaterhousCoopers, nel 2022 il 52% degli istituti di cura ha indicato di aver avuto problemi di mancanza di personale. Per far fronte a questa situazione, gli ospedali ricorrono sempre più spesso a personale temporaneo, mentre quello fisso fa più straordinari. “Il risultato – scrive PwC – è un pericoloso effetto domino che fa lievitare i costi e aumenta la frustrazione del personale”.

Molti nosocomi fanno inoltre sempre più spesso capo anche a personale proveniente dall’estero. In Ticino, ad esempio, circa una persona su sei impiegata nel settore sanitario vive oltre confine. Una situazione che anche in questo caso provoca un effetto domino: mentre nel cantone a sud delle Alpi si riesce bene o male a sopperire alla mancanza di personale, le vicine regioni di frontiera italiane soffrono e – come capitato recentemente in Lombardia, che ha assunto infermieri e infermiere sudamericane – devono a loro volte guardare altrove per sopperire alle carenze.

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