La televisione svizzera per l’Italia

Super ricchi, la concorrenza fiscale italiana sulle imposte di successione elvetiche

Un uomo d'affari cammina con una valigetta.
La guerra per accaparrarsi facoltosi contribuenti continua. Keystone / Gaetan Bally

Il recente inasprimento della flat tax italiana per i “paperoni” stranieri” è ben poca cosa in confronto all’iniziativa pendente in Svizzera sulla tassazione delle eredità milionarie.

C’è una certa apprensione negli ambienti finanziari e tra i responsabili delle casse pubbliche della Confederazione in relazione alla proposta, avanzata dalla Gioventù socialista (GISO), di una maxi imposta di successioneCollegamento esterno a carico dei super ricchi per finanziare interventi in favore dell’ambiente.

+ Tassare i super ricchi per salvare il clima

L’iniziativa popolare, lanciata nel 2019, prevede che le e gli eredi dei vari “paperoni” residenti in Svizzera debbano versare la metà dei beni, oltre la cifra di 50 milioni di franchi, ottenuti in successione.Allarme tra i super ricchi

Una prospettiva che ha allarmato i vari Gianluigi Aponte (MSC), Ernesto Bertarelli (Alinghi e, in passato, Serono) e Peter Spühler (Stadler Rail) che attendono l’esito della futura votazione federale, ma intanto guardano con interesse a quanto sta avvenendo a sud della Confederazione.

Inasprimento tributario anche in Italia

Proprio negli scorsi giorni il Governo Meloni, a dire il vero, ha raddoppiato, da 100’000 a 200’000 di euro, la tassa forfettaria annua su tutti i redditi prodotti dalle attività svolte all’estero dai super ricchi, che decidono di trasferire la loro residenza in Italia.

Ma nonostante l’inasprimento tributario contenuto nel decreto omnibus, varato una settimana prima di Ferragosto, l’agevolazione fiscale introdotta nel marzo 2017 continua ad avere una forza di attrazione nei confronti della categoria di contribuenti stranieri facoltosi.

Anche perché le condizioni quadro, negli ultimi anni, sono leggermente peggiorate in ambito fiscale in Svizzera. Dopo la soppressione del segreto bancario (per gli stranieri), Berna è stata costretta infatti a digerire, sempre su pressione dell’OCSE, anche la minimum tax con aliquota del 15% sugli utili delle imprese multinazionali che hanno un fatturato superiore a 750 milioni. Un balzello che di fatto ha ridotto il margine di manovra dei Cantoni, che hanno sempre fondato le loro politiche finanziarie sulla concorrenza fiscale.

Fibrillazioni tra i super ricchi

Interessante osservare a questo proposito che tra le personalità preoccupate dall’evoluzione in atto, confermata peraltro dal successo della campagna di raccolta delle firme (140’000) a sostegno dell’iniziativa popolare dei giovani socialisti (GISO) – indipendentemente da quello che potrà essere poi l’esito delle urne – c’è l’imprenditrice e parlamentare dell’Unione democratica di centro (destra) Magdalena Martullo Blocher.

La figlia del leader sovranista antieuropeo (ora in pensione) Christoph Blocher, ha recentemente ventilato sulla stampa la possibilità di lasciare, insieme ai suoi tre fratelli, la Svizzera qualora il progetto fiscale del movimento giovanile andasse in porto.

Sulla concorrenzialità del modello italiano, che in questo scenario contribuisce a esercitare pressioni su questa cerchia privilegiata di cittadini/e, concorda Samuele Vorpe, secondo il quale esso, diversamente dal regime svizzero, ha il pregio di permettere ai contribuenti stranieri che hanno aderito all’imposta sostitutiva forfettaria “di svolgere un’attività lucrativa”.

Un altro aspetto da non trascurare, insiste l’esperto fiscale ticinese, è dato dal fatto che il forfait fiscale italiano “prevede pure un’esenzione dell’imposta di successione e di donazione sui beni esteri”, che nella Confederazione varia da cantone a cantone.

Dal 2017 le e gli stranieri che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia possono versare l’imposta sostitutiva forfettaria di 100’000 (e 25’000 per ogni familiare) su tutte attività lucrative svolte all’estero, indipendentemente dall’ammontare effettivo di queste. Gli eventuali redditi maturati in Italia vengono invece tassati secondo le norme ordinarie sull’imposizione delle persone fisiche. Il decreto omnibus approvato lo scorso 7 agosto dal Consiglio dei ministri ha innalzato la soglia del forfait a 200’000 euro.

Ma anche altri autorevoli commentatori sono dell’opinione che la mossa del ministro delle finanze Giancarlo Giorgetti alla fine non dovrebbe avere un effetto dissuasivo sui “paperoni” internazionali. L’imposta sostitutiva, indica il Wealth Report 2024 dell’agenzia Knight Frank citato recentemente dal Corriere della Sera, ha fatto affluire in pochi anni centinaia di super ricchi a Milano dove hanno acquistato attici da utilizzare come prima casa.

Circostanza che ha avuto un forte impatto sul mercato immobiliare meneghino dove si è assistito a un significativo incremento dei prezzi, soprattutto nel segmento degli appartamenti di lusso. Ma la stessa operazione Ronaldo, che nel 2018 è approdato per quattro anni alla Juventus, è stata dettata dal mutato quadro fiscale italiano.

Altri sviluppi

Il problema è la certezza del diritto

Semmai, osserva in proposito il Financial Time, la decisione di raddoppiare la flat tax dopo pochi anni (per i nuovi residenti), più per l’entità effettiva dell’aggravio fiscale (che continua ad essere marginale per molti ultrabenestanti), può avere una certa rilevanza sull’immagine del Paese, spesso percepito come inaffidabile e mutevole sul piano normativo.

Del resto lo stesso istituto EU Tax Observatory, nel suo rapporto annuale sull’evasione fiscale, non ha esitato a definire questo regime preferenziale il più dannoso tra quelli in vigore nell’Unione Europea, fornendo così un assist a Giancarlo Giorgetti per intervenire sulla flat tax promossa a suo tempo dal Governo Renzi, che continua però, a suo dire, ad essere “interessante”.

Nei giorni scorsi il ministro leghista ha avuto però modo di precisare che Roma non intende partecipare a una gara “a chi crea condizioni fiscali più favorevoli”. Se inizia questa gara, ha aggiunto, “l’Italia, che ha spazi fiscali assai limitati, è destinata a perdere”.

Il fisco svizzero resta concorrenziale

In questo quadro la Svizzera continua ad essere un Paese estremamente interessante per attirare queste persone, osserva in proposito Samuele Vorpe, sia in merito al suo regime ordinario, sia a quello agevolato (imposizione secondo dispendio) per ricchi stranieri/e.

Il primo prevede infatti una tassazione massima del reddito che in media si fissa al 33%. In Italia invece l’aliquota più elevata è del 43%, una fazione che con le addizionali regionali può però sfiorare il 50%.

L’imposizione forfettaria, detta anche imposizione secondo il dispendio, è un metodo di calcolo che si basa sullo stile di vita e sulle spese del contribuente in Svizzera e non sul suo reddito e sulla sua sostanza. Le persone tassate in base al dispendio non possono esercitare alcuna attività lucrativa nella Confederazione.

Nel 2021, con l’entrata in vigore delle nuove regole, il dispendio minimo preso in considerazione dall’erario cantonale e federale dovrà corrispondere almeno al settuplo (oggi il quintuplo) dei costi abitativi. Inoltre, solo le persone con un reddito minimo di 400 ‘000 franchi potranno beneficiare di questo privilegio fiscale per quanto riguarda l’imposta federale diretta.

Concretamente, uno straniero che in Svizzera acquista un appartamento del valore locativo mensile di 5000 franchi sarà tassato con la stessa aliquota degli altri contribuenti e sulla base di un reddito di 420’000 franchi (5000 x 12 x 7). Anche altre spese come macchine o aerei privati saranno sottoposte a una trattenuta fiscale.

Inoltre, nonostante i recenti inasprimenti normativi, l’imposizione secondo il dispendio, precisa sempre l’economista ticinese, “continua a costituire un istituto fiscale estremamente interessante per gli stranieri che in Svizzera non esercitano attività lucrativa, poiché possono continuare a non dover dichiarare i redditi di fonte estera senza commettere alcuna sottrazione d’imposta”.

Paperoni in uscita dalla City di Londra

E queste peculiarità elvetiche sono destinate a rafforzarsi nei prossimi anni, soprattutto dopo che il Governo del Regno Unito ha deciso di abrogare lo storico regime dei “resident but non domicilied” (res non dom) a partire dalla primavera del 2025.

È quindi verosimile, rileva in proposito l’economista ticinese, “che dei 68’800 contribuenti tassati nel Regno Unito con il regime res non dom, molti decidano di trasferirsi nella Confederazione per continuare a beneficiare di una fiscalità interessante”.

Una partita cui intende comunque partecipare anche Roma, pur con la sua flat tax raddoppiata. Anche se poi, numeri alla mano, la portata reale di questo regime fiscale privilegiato, resta marginale.

Proprio gli ultimi dati forniti dalla Corte dei Conti indicano che dal 2017 “solo” 1’186 benestanti stranieri/e hanno deciso di trasferirsi nel Belpaese aderendo alla proposta che ha generato un gettito di 89,8 milioni di euro (altri 75 milioni sono stati incassati dall’erario per i redditi generati da attività svolte in Italia). Sono invece circa 4’000 le e i “globalisti” residenti in Svizzera che vengono tassati in funzione del dispendio.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR