Logitech: azionisti tirano dritto, confermano la presidente del Cda
(Keystone-ATS) Gli azionisti di Logitech tirano dritto, convalidando l’orientamento dei vertici della società.
Riuniti oggi in assemblea a Losanna hanno confermato alla presidenza del consiglio di amministrazione (Cda) Wendy Becker, manager con origini americane nonché passaporti di Regno Unito e Italia che era stata contestata da un importante azionista.
Ad opporsi alla dirigente, anche in sede giudiziaria, era stato Daniel Borel, uno dei fondatori del produttore svizzero-americano di mouse, tastiere e webcam, che si era battuto contro la rielezione già l’anno scorso. L’imprenditore, che detiene una partecipazione dell’1,5% nel gruppo, aveva proposto un altra personalità già in forza all’impresa, Guy Gecht, che l’anno scorso aveva svolto il ruolo di Ceo ad interim di Logitech dopo la partenza di Bracken Darrell.
La lotta di potere è andata in scena in una sala del Politecnico federale e l’esito è stato chiaro: Becker ha raccolto 70,9 milioni di voti, contro 11,6 milioni andati a Gecht, ha constato un reporter dell’agenzia Awp presente sul posto. Rieletto nel Cda, Gecht ha da parte sua ribadito che non avrebbe accettato la carica di presidente. Gli azionisti hanno sostenuto la dirigenza anche in relazione a tutto gli altri membri proposti per l’organo di sorveglianza. Tre di loro sono nuovi: una è Hanneke Faber, la nuova Ceo alla guida operativa del gruppo da dicembre 2023, che da parte sua ha confermato l’obiettivo di un raddoppio del fatturato entro il 2031, quando la società festeggerà il mezzo secolo di storia.
Una storia non sempre lineare e senza intoppi, come hanno dimostrato gli sviluppi degli ultimi mesi. Come si ricorderà Borel, imprenditore all’origine del gruppo, ha ripetutamente criticato Becker pubblicamente durante il suo mandato, sostenendo che non dispone delle conoscenze necessarie per gestire un’azienda tecnologica come Logitech. Ritiene inoltre che la manager – presidente dal 2019 e unica donna alla testa di un Cda di un’impresa quotata nello SMI, il listino dei 20 titoli principali della borsa svizzera – avrebbe dovuto imporre misure di riduzione dei costi all’indomani del boom delle vendite generato dalla pandemia e che avrebbe dovuto sostituire prima il Ceo Darrell.
Numero uno dal 2013 al 2023, Darrell è stato rimproverato per non aver reagito in tempo alle nuove sfide del dopo-pandemia: come noto Logitech aveva fortemente approfittato delle restrizioni dovute al Covid, tradottesi in telelavoro, scuola a distanza e gaming, con ampie necessità di materiale informatico.
La storia aziendale degli ultimi anni è peraltro ben sintetizzata dall’andamento del titolo Logitech in borsa: scambiato a 33 franchi nel 2020, era arrivato a toccare i 125 franchi nel 2021, nel pieno della pandemia, per poi scendere a 45 franchi nel 2022. Oggi è scambiato a 72 franchi e in giornata è arrivato a perdere oltre il 5%: va comunque detto che il momento è molto particolare, con tutti i valori tecnologici sotto pressione a causa dei timori riguardo alla tenuta dell’economia americana.
Fondata nel 1981 a Apples (VD), Logitech si è rapidamente espansa nella Silicon Valley californiana, specializzandosi nelle periferiche per computer. Oggi è una realtà presente in tutto il mondo con prodotti di vari marchi: oltre a Logitech vanno citati Logitech G, Astro Gaming, Ultimate Ears, Jaybird, Blue Microphones e Streamlabs. Nell’esercizio 2023/2024, chiuso a fine marzo, il gruppo ha realizzato un fatturato di 4,3 miliardi di dollari (3,7 miliardi di franchi al cambio attuale) e un utile netto di 612 milioni di dollari.