LPP: riforma favorevole alle donne, secondo alleanza interpartitica
(Keystone-ATS) La riforma del secondo pilastro è una pietra miliare per le donne. Saranno quattro volte di più ad ottenere un incremento della rendita, rispetto a quelle per le quali calerà.
È quanto sostiene un’alleanza di donne di tutti i partiti, tranne il PS, favorevoli al progetto in votazione popolare il prossimo 22 settembre.
In base a uno studio commissionato dall’organizzazione Alliance F, della riforma beneficeranno 359’000 persone, di cui 275’000 donne. Ciò dimostra chiaramente che sono loro le grandi vincitrici, secondo la consigliera nazionale e copresidente di Alliance F Kathrin Bertschy (PVL/BE).
Oltre a rappresentanti di PVL, Centro, PEV, PLR e UDC, l’alleanza può contare anche sulla verde Maya Graf. Stamane, in conferenza stampa a Berna la consigliere agli Stati di Basilea Campagna ha affermato che il progetto colma un enorme divario pensionistico per i lavoratori a tempo parziale e a basso reddito.
Uno dei punti chiave della legge è la riduzione del tasso minimo di conversione nella parte obbligatoria della previdenza professionale (LPP) dal 6,8% al 6%. Per un capitale risparmiato di 100’000 franchi, la rendita pensionistica annua sarà di 6000 franchi, invece degli attuali 6800.
In cambio, ci sarà un adeguamento della deduzione di coordinamento. Invece di una deduzione fissa di 25’725 franchi, solo il 20% di ogni stipendio rimarrà non assicurato. Ciò significa che le persone che lavorano a tempo parziale e con salari bassi, in gran parte donne, saranno meglio assicurate.
La riforma prevede inoltre di abbassare la cosiddetta soglia d’entrata a 19’845 franchi. Si stima che in questo modo potranno essere assicurate nel 2° pilastro 70’000 persone in più, ha aggiunto Graf. Altre 30’000 che esercitano più di una professione a tempo parziale avranno ulteriori redditi assicurati nel 2° pilastro.
La richiesta di una correzione della deduzione di coordinamento è stata per decenni il filo conduttore del dibattito sulle pensioni delle donne, ha sottolineato la consigliera nazionale Marie-France Roth-Pasquier (Centro/FR). Per decenni, la volontà di eliminare questo errore concettuale è stata praticamente inesistente.
I regimi pensionistici professionali erano originariamente orientati alle famiglie monoreddito, ha rilevato Roth-Pasquier. Oggi c’è più lavoro a tempo parziale e più padri impegnati nella cura dei figli. “È giunto il momento di adattarsi alla realtà sociale”.
Le donne hanno bisogno di un accesso equo ai risparmi del secondo pilastro, ha sottolineato Simone de Montmollin (PLR/GE), aggiungendo che “con la riforma della LPP, possiamo ridurre efficacemente il divario pensionistico tra i sessi”.
Il lavoro a tempo parziale è una realtà, soprattutto nelle piccole e medie imprese, le ha fatto eco la consigliera nazionale Diana Gutjahr (UDC/TG). Le aziende si sono adattate da tempo a questa situazione. “Abbiamo bisogno di questi specialisti ben qualificati”, ma “come spesso accade” lo Stato è in ritardo rispetto alle aziende. Soprattutto in tempi di carenza di manodopera qualificata, sono necessarie condizioni assicurative interessanti.
Sinistra contraria
A sinistra si ha una visione diametralmente opposta dell’impatto della riforma della LPP sulle donne. Il progetto – sostiene – non prevede alcuna compensazione per gli svantaggi associati alle interruzioni di carriera, né per la diseguale ripartizione del lavoro retribuito tra uomini e donne.
Non risolve nemmeno il problema della compensazione del rincaro. Per anni tutti i prezzi sono aumentati, mentre l’importo delle pensioni del 2° pilastro è rimasto invariato. Negli ultimi tre anni, le rendite LPP hanno perso più del 5% del loro potere d’acquisto, ovvero quasi 100 franchi al mese per una pensione media, sostengono i sindacati e il PS.