“È avvenuto e quindi potrebbe accadere di nuovo: questo il nocciolo di quanto abbiamo da dire”. Queste sono le parole (sulla tragedia dell’Olocausto) dello scrittore Primo Levi, sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz.
Nel focus di questa mostra ci sono grandi fotografie (con volti segnati dalla storia della vita), filmati e racconti di alcuni sopravvissuti, che nati in Paesi diversi oggi vivono tutti in Svizzera, dove hanno trovato la loro nuova patria. Una mostra da vedere e che realizzata giustamente a fianco del famoso binario 21 della Stazione Centrale di Milano (quello da cui partivano i carri ferroviari con I deportati destinati ai lager nazisti) può mostrare ai visitatori (e soprattutto alle giovani generazioni) a cosa può portare l’antisemitismo e il razzismo.
La mostra a Milano resta aperta fino al 27 giugno.
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