No alla Riforma LPP è smacco per la destra, stampa
(Keystone-ATS) All’indomani dello schiacciante “no” alle urne contro la riforma della previdenza professionale (Riforma LPP), la stampa attribuisce la vittoria a sinistra e a sindacati e definisce il risultato uno smacco per i partiti borghesi.
Tra i quotidiani del sud delle Alpi, il Corriere del Ticino parla di “un’altra cocente sconfitta per tre partiti di Governo e le principali organizzazioni economiche” e ricorda che la bocciatura della riforma del secondo pilastro rappresenta ormai la “seconda importante vittoria in pochi mesi” per i socialisti “in fatto di pensioni” dopo che in marzo era stata approvata la 13esima AVS. “I sindacati hanno dimostrato di essere un ostacolo inaggirabile e un attore col quale bisogna venire a patti”, aggiunge.
La Regione titola “il secondo pilastro resta fermo al palo” e sottolinea la terza bocciatura del tasso di conversione da parte del popolo. “Le cittadine e i cittadini non ne vogliono sapere di un abbassamento del tasso di conversione minimo LPP. Dopo averlo detto nel 2010 e nel 2017”. E ribadisce che quella messa a segno ieri è “un’altra vittoria quest’anno per i sindacati e la sinistra, che ora chiedono una ‘dose di solidarietà’ anche nel secondo pilastro”.
In Romandia
Le pagine delle testate romande, più che di una vittoria della sinistra parlano di un cocente fallimento della destra. “Se si gioca troppo con i fiammiferi, si finisce per bruciarsi le dita”, afferma La Liberté. Il quotidiano friburghese spiega in questo modo come l’origine del progetto inizialmente consisteva in un compromesso elaborato dalle parti sociali, il quale prevedeva un contributo di solidarietà finanziato da redditi elevati, ma che però i partiti borghesi non hanno approvato. “Spulciando il dossier, la destra ha decretato la propria condanna a morte nel voto”.
Una mossa fatale evidenziata anche da 24 heures e dalla Tribune de Genève. “L’arroganza della destra le si è ritorta contro” e si “ritrova ora a dover cercare un nuovo compromesso”.
Più pacato il commento di Le Temps: “A un certo punto, la riforma LPP sembrava un piccolo miracolo”, scrive. “Quando le parti sociali hanno trovato un accordo e il Consiglio federale ha trasmesso un solido compromesso al Parlamento, l’assicurazione poco apprezzata aveva una reale possibilità di modernizzarsi. Poi, i deputati si sono messi al lavoro, perdendo per strada sindacati e padronato”.
Nella Svizzera tedesca
Per i giornali in lingua tedesca del gruppo Tamedia, dal massiccio rifiuto della revisione della previdenza professionale emerge una generale sfiducia nel secondo pilastro.
Il complesso testo di legge non ha permesso a molti assicurati di valutare le conseguenze che la riforma LPP avrebbe avuto sulla propria previdenza. Inoltre, il commento della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, la quale invitava i lavoratori a contattare la propria cassa pensione per ottenere informazioni a riguardo, non è stato preso sul serio. “A coloro che lo hanno fatto è stato generalmente risposto che non era possibile ottenere informazioni precise”, sottolineano le testate di Tamedia.
Come se non bastasse, “la riforma avrebbe mantenuto solo in parte la promessa di migliorare la situazione delle donne e non avrebbe risolto il problema del calo delle pensioni”, viene ricordato.
Infine, la NZZ dal canto suo ritiene che la Svizzera dovrebbe evitare in futuro un altro tentativo di abbassare il tasso di conversione. “Una misura di questo tipo non ha alcuna probabilità di ottenere una maggioranza”, afferma il quotidiano zurighese.
E aggiunge: “il voto di domenica incoraggerà le casse pensioni a continuare a sovvenzionare in modo occulto i pensionati a spese dei più giovani”, e continueranno “a seguire la strada che hanno intrapreso da tempo rafforzando la parte non obbligatoria della previdenza”.
La NZZ prevede che il tasso di conversione continuerà a perdere importanza fino a diventare, a lungo termine, “totalmente inefficace”.