Nove ritratti di donne italiane immigrate in Svizzera Precedente Seguente Angela Siciliano è emigrata di recente in Svizzera assieme al marito e a una figlia alla ricerca di una situazione economica migliore. "Le condizioni di lavoro però non sono facili. Il salario è molto basso per Zurigo, anche se è migliorato nel tempo. Ora arriva a 23,9 franchi all'ora". Manuela Ruggeri Nata e cresciuta in Svizzera, Domenica Priore è un'attivista LGBT+. "Il mio sogno è che tutti siano visti e accettati come persone e non come donne o uomini omosessuali o eterosessuali, non binari o transessuali". Manuela Ruggeri Francesca Fabris è arrivata in Svizzera all'età di 12 anni. "In Italia sognavo di andare al liceo classico. Qui invece ho dovuto ricominciare da capo: non parlavo una parola di tedesco". Manuela Ruggeri Insegnante, scrittrice e attivista, Rosanna Ambrosi è stata tra le autrici del Manifesto delle donne emigrate (1975). "A partire dalla fine degli anni Sessanta sono entrata a far parte del gruppo dirigente delle Colonie libere italiane. C'era bisogno di noi donne, perché le Colonie erano dominate dagli uomini". Manuela Ruggeri Maria Antonietta Freda è emigrata nel lontano 1964 e ha dovuto lasciare in Italia il suo bambino. "Ogni settimana gli scrivevo una lettera e ne aspettavo una di ritorno". Manuela Ruggeri Dottore in ingegneria chimica presso il Politecnico federale di Zurigo, Michela Puddu ha inventato una tecnologia che potrebbe cambiare profondamente il settore tessile. "È stato emozionante vedere per la prima volta il cotone piantato in Sicilia. Con la nostra tecnologia vogliamo tracciare il cotone dalla raccolta fino all'indumento finito". Manuela Ruggeri Adriana Fiasco è cresciuta coi nonni nel Veneto ed è venuta in Svizzera all'età di 18 anni, dove ha iniziato a lavorare al calzaturificio Bally. "Per me era una meraviglia. Ci lavoravano forse anche più di 500 persone. La maggioranza erano italiani e italiane. Mi sentivo a mio agio". Manuela Ruggeri Eleonora Failla vive in Ticino dal 2012. Dopo anni di precariato, ha trovato un lavoro che le apre nuove prospettive. "Sono stati anni molto duri, con la spada di Damocle del permesso di soggiorno sempre a rischio a causa del lavoro intermittente". Manuela Ruggeri All'Ospedale universitario di Ginevra la ginecologa e ricercatrice italo-somala Jasmine Abdulcadir cura le donne e le bambine che hanno subito mutilazioni genitali. "La spinta per il mio impegno è legata alle mie radici. Mio padre, di origine somala, è il primo di 17 figli, di cui sette sorelle con mutilazioni genitali". Manuela Ruggeri Fotografia 1 Fotografia 2 Fotografia 3 Fotografia 4 Fotografia 5 Fotografia 6 Fotografia 7 Fotografia 8 Fotografia 9 Questo contenuto è stato pubblicato al 18 novembre 2023 - 17:21 Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
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