La televisione svizzera per l’Italia
Madre lavora mentre osserva figlio.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Chissà se le nostre abitudini torneranno mai quelle di prima una volta finita la pandemia! Un esempio: i bacini sulle guance. Una forma di saluto molto diffusa in Svizzera e completamente bandita da ormai più di un anno.

Un'usanza simpatica, ma che creava molto facilmente imbarazzo, specialmente con chi non si conosceva bene. Meglio una stretta di mano? Se ne danno due o tre (alto il rischio di ritrovarsi nella posizione dell'anatra impagliata, con labbra e collo protesi a vuoto)? Uno solo è troppo intimo? Si comincia da destra o da sinistra (pericolo di testata o bacio sulle labbra non richiesto)?    

Insomma, con le tutte le difficoltà che ha portato, il coronavirus ha semplificato perlomeno un aspetto della vita nella Confederazione. Anche se, tra saluti di gomito, caviglia e pugno, raccapezzarcisi è comunque un'impresa.

Ma non dilunghiamoci oltre: ecco qui l'attualità elvetica di giornata.   

Madre lavora mentre osserva figlio.
Keystone / Christian Beutler

La possibilità di conciliare vita lavorativa e familiare è molto ambita in Svizzera, ma c’è ancora molto da fare, sostiene l’Ufficio federale di statistica (UST).

Secondo un rapporto pubblicato oggi, il 46% delle famiglie elvetiche con figli sotto i quattro anni vorrebbe che entrambi i genitori lavorassero a tempo parziale.

Questo tuttavia è realtà solo per il 10% di loro. Nel 49% dei casi, vige ancora il modello “padre a tempo pieno e madre a tempo parziale”.

Il rapporto sottolinea inoltre le difficoltà a cui devono far fronte le famiglie monoparentali, il 23% delle quali ha difficoltà o grandi difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

Vista aerea su Teheran
© Keystone / Peter Klaunzer

La diplomatica elvetica deceduta la scorsa settimana a Teheran dopo essere caduta dal diciottesimo piano di un grattacielo era sotto l’effetto di farmaci, stando all’autopsia svolta dalle autorità iraniane.

“Il medico legale ha trovato tracce di alcuni medicinali nel cadavere della 52enne”, ha indicato oggi il portavoce della giustizia della Repubblica islamica.

 L’ambasciata elvetica è stata tenuta al corrente degli sviluppi, che sembrano avvalorare la tesi della morte accidentale. Il corpo della donna verrà riconsegnato alle autorità elvetiche una volta terminata l’inchiesta, ha aggiunto il portavoce.

L’ambasciata elvetica di Teheran ricopre un ruolo molto delicato in seno alla diplomazia elvetica. La Svizzera, infatti, rappresenta gli interessi diplomatici statunitensi in Iran da quando, nel 1979, Washington e Teheran hanno interrotto le relazioni.

Trattore e campo visti dall alto.
Keystone / Laurent Gillieron

Il numero di aziende agricole è calato in Svizzera nel 2020, ma una percentuale sempre più elevata si dedica all’agricoltura biologica.

Lo ha comunicato oggi l’Ufficio federale di statistica (UST). In totale, nella Confederazione nel 2020 si contavano 49’363 aziende agricole, una diminuzione dell’1,3% rispetto all’anno precedente.

Tuttavia, si è riscontrato un aumento di quelle che hanno abbracciato la coltura biologica, il 15% del totale per una crescita del 3,8% dal 2019. A primeggiare incontrastato in questo campo troviamo il cantone Grigioni, dove addirittura il 58% delle aziende ha scelto questo tipo di produzione.

Le aziende agricole hanno dato lavoro a 149’500 persone, in calo dal 2019, quando erano 150’100. Il 12% era di nazionalità straniera e la maggior parte (56%) lavorava a tempo parziale.

Mani porgono fave di cacao.
Keystone / Legnan Koula

E se le norme sul lavoro minorile in realtà peggiorassero le condizioni di vita dei bambini? Un approfondimento su questo delicato tema è stato pubblicato martedì da swissinfo.ch.

Quest’anno, Ginevra e l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) celebrano l’Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile. Il 2021 segna anche la fine del protocollo Harkin-Engel – un accordo del 2001 che coinvolgeva gli Stati Uniti, i governi ivoriano e ghanese, l’OIL e i produttori di cioccolato. Il suo obiettivo era quello di eliminare le peggiori forme di lavoro minorile nell’industria del cacao. Ma i numeri non sembrano essere promettenti.

Interpellato nell’articolo, Neil Howard, ricercatore su questo tema all’Università di Bath, ritiene che il concetto di lavoro minorile sia problematico: “È stato elaborato da politici ben intenzionati, in gran parte in Occidente, nello specifico insieme all’ILO e principalmente come sforzo per proteggere i bambini, ma in un modo che non prevede che i diretti interessati siano consultati”, dice.

Sostiene che la risposta politica internazionale consiste soprattutto nel vietare certi tipi di lavoro e questo lascia molti bambini in condizioni peggiori. Per il ricercatore è importante soppesare i costi e i benefici della situazione locale.

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