La televisione svizzera per l’Italia
Un meccanismo di un orologio.

Oggi in Svizzera

Cari lettori,

la pesante sconfitta della nazionale elvetica di ieri sera contro l’Italia ha certamente intaccato il mio buonumore ritrovato però questa mattina: le autorità mi hanno infatti inviato il 'Certificato Covid' che speriamo mi possa aprire nuovi orizzonti. Anche se, come potete leggere nel nostro bollettino quotidiano di oggi, il Parlamento elvetico ha deciso di non favorire i vaccinati per partecipare a grandi eventi e manifestazioni.

Vi auguro una buona lettura! 

Un orologio Breguet in vetrina a Baselworld
© Keystone / Georgios Kefalas

La vendita all’estero di orologi, vanto dello ‘Swiss Made’, è in forte aumento. Così come l’export in generale.

Prosegue la ripresa delle esportazioni elvetiche. In maggio sono salite a un massimo storico mensile: la bilancia commerciale si chiude con un’eccedenza record di 4,3 miliardi di franchi, trainata dal comparto chimico-farmaceutico.

Oltre al settore citato, sta bene anche quello orologiero. Le vendite all’estero sono in forte aumento in maggio, con livelli che però non hanno raggiunto quelli precedenti alla pandemia.

Stando alla Federazione dell’industria orologiera, a maggio, le esportazioni si sono attestate a 1,8 miliardi di franchi, il 174% in più dello stesso periodo dell’anno scorso, quando però vi era stato un crollo degli ordinativi a causa della pandemia. 

Giovani a un concerto di musica a Locarno, in una foto d archivio
© Keystone/ti-press/pablo Gianinazzi

Accesso alle manifestazioni, nessun privilegio per chi è vaccinato o guarito dal Covid-19.

Oggi il Consiglio degli Stati ha eliminato l’ultima divergenza col Nazionale, stralciando dalla legge Covid-19 l’idea di “liberare” le persone vaccinate dalle restrizioni di accesso alle manifestazioni.

Oltre ai vaccinati, un simile privilegio avrebbe incluso anche tutti coloro in possesso di un certificato sanitario (certificato di vaccinazione oppure test PCR o di avvenuta guarigione).

I parlamentari hanno sottolineato che l’obiettivo è quello di giungere alla normalità al più presto. Nel frattempo, in ogni caso, vista la situazione epidemiologica in miglioramento, il Consiglio federale ha già ordinato nuovi allentamenti.

Il getto d acqua di Ginevra e filo spinato attorno alla villa che ha ospitato il vertice.
Keystone / Martial Trezzini

Ci vorrà una settimana per portare alla normalità Ginevra dopo il vertice Putin-Biden.

Gli effetti del giorno dopo: chiuso il vertice che ha segnato forse un nuovo inizio delle relazioni diplomatiche tra Mosca e Washington e che ha ridato nuovo slancio alla Ginevra internazionale, la città pensa ora a tornare alla normalità.

Lo smontaggio di tutti i dispositivi di sicurezza durerà all’incirca una settimana. Come ha raccontato il portavoce della polizia ginevrina Silvain Guillaume-Gentil, la priorità è di ridare ai cittadini lo spazio pubblico il più presto possibile.

La polizia ginevrina ha poi stilato un primo bilancio positivo in materia di sicurezza. Non è stato segnalato alcun incidente durante i colloqui. A livello di mobilità, dopo i disagi annunciati, tutto è tornato alla normalità già nella tarda serata di ieri.

Un cartellino con scritto in tre lingue Posta
© Keystone / Christian Beutler

Nel consiglio di amministrazione della Posta deve esserci anche un rappresentante della Svizzera italiana.

Il multilinguismo deve essere promosso dalla Confederazione e soprattutto dal Consiglio federale. Eppure, nel consiglio di amministrazione della Posta, dove attualmente non ci sono svizzero italiani, il governo intende nominare nuovamente un germanofono.

La questione non è nuova. Per questo motivo la deputazione ticinese alle Camere federali richiama il Consiglio federale alle disposizioni che lo stesso esecutivo ha emanato nel 2013, ossia “assicurare un’equa rappresentanza delle lingue all’interno degli organi di direzione superiori delle aziende e degli stabilimenti vicini alla Confederazione”.

I parlamentari ticinesi si aspettano ora che il governo rispetti tali disposizioni, tanto più che la Svizzera italiana è tuttora esclusa anche dal consiglio di amministrazione di Swisscom.

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