Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
non so quanto vi possa interessare ma sappiate che ricercatori di Harvard si stanno chiedendo come mai nelle mele si è formato l’avvallamento al cui interno si inserisce il picciolo...
Non è uno scherzo. Lo studio ha cercato di simulare matematicamente lo sviluppo della forma delle mele e lo ha fatto analizzando i vari stadi di crescita di frutti provenienti da uno dei meleti più famosi al mondo: quelle del Peterhouse College di Cambridge. La leggenda vuole che fu una di queste mele a cadere in testa a Isaac Newton. Chissà cosa scopriranno questa volta.
Bene, con questo dilemma io vi lascio alla lettura del nostro bollettino quotidiano.
Una nuova inchiesta giornalistica svela i patrimoni nascosti nei paradisi fiscali da leader mondiali, politici, miliardari e personalità del mondo dello spettacolo.
Dopo i “Panama Papers”, questa volta a distanza di 5 anni, l’inchiesta è stata chiamata “Pandora Papers”. Non a caso. Infatti, ben 12 milioni di nuovi file sono stati passati in rassegna da circa 600 giornalisti che fanno parte dell’ICIJ, il consorzio internazionale del giornalismo investigativo.
I Pandora Papers fotografano le ricchezze nascoste nei paradisi fiscali di 35 leader mondiali e migliaia di VIP e miliardari del pianeta e aprono uno spaccato su oltre 29’000 conti offshore. Se i Panama Papers di cinque anni fa erano basati sul materiale di un singolo studio legale, i Pandora Papers raccolgono l’analisi di dati di 14 diverse entità di servizi finanziari.
Perché ve ne parliamo in “Oggi in Svizzera”? Secondo la ricerca sarebbero coinvolte 90 società di consulenza elvetiche, studi legali e notarili. Fra il 2005 e il 2016, almeno 26 imprese svizzere avrebbero fornito servizi a clienti le cui società offshore erano sotto inchiesta per riciclaggio di denaro e altri crimini finanziari.
- La RegioneCollegamento esterno sottolinea come circa 90 società svizzere siano coinvolte nello scandalo.
- Intervista a una giornalista che ha indagato sui Pandora Papers sul sito della RSICollegamento esterno.
- Lo scandalo e i suoi vari aspetti su nostro portale tvsvizzera.it.
La popolazione svizzera è nettamente contraria all’obbligo vaccinale per i lavoratori.
Obbligare i dipendenti a vaccinarsi? No, ma dopo la decisione presa da Swiss, il dibattito sui margini di manovra delle aziende è aperto fra giuristi, sindacati e organizzazioni padronali.
Un recente sondaggio realizzato per conto del portale dell’impiego “Indeed” ha rivelato che il 61% degli svizzeri è contrario a introdurre l’obbligo della vaccinazione sul posto di lavoro e solo il 34% è favorevole. Il rifiuto della coercizione raggiunge punte del 70% per le fasce dei giovani di 18-24 anni e di 25-34 anni.
Il 30% delle 1’000 persone occupate professionalmente interrogate non si lascerebbe vaccinare nemmeno se fosse introdotta l’imposizione a livello di impresa. La metà di costoro (cioè il 15% del totale) valuterebbe passi giuridici nei confronti del datore di lavoro, il 10% (sempre del totale) si cercherebbe un nuovo impiego e il 4% si licenzierebbe immediatamente.
- Il dibattito ripreso da tio.chCollegamento esterno.
- La notizia proposta anche dal Corriere del Ticino.Collegamento esterno
- La campagna dell’Ufficio federale della sanità pubblica a favore del vaccino sul sito della RSICollegamento esterno.
Attivisti a favore del clima bloccano una strada del centro di Zurigo. Obiettivo: spingere il Governo a dichiarare lo stato d’emergenza climatica.
“Di fronte all’emergenza climatica”, ricorda il movimento Extinction Rebellion, “non è più sufficiente esprimere il proprio malcontento solo attraverso manifestazioni legali e petizioni”. Così oggi circa 200 attivisti hanno bloccato il traffico nel centro di Zurigo, non lontano dalla stazione centrale.
La manifestazione, non autorizzata, era stata annunciata. Verso le 12 i membri del gruppo Extinction Rebellion hanno bloccato Uraniastrasse, all’altezza della Bahnhofstrasse. Hanno trascinato sulla carreggiata un’imbarcazione in cartapesta con la scritta “Agire adesso!”.
A giugno, Extinction Rebellion ha presentato una lista di richieste al Consiglio federale, tra cui la dichiarazione dello stato di emergenza climatica. In mancanza di una risposta, gli attivisti hanno organizzato diverse manifestazioni. Oggi hanno bloccato il traffico nel centro di Zurigo. Domani ritorneranno. Come, ancora non si sa.
- Sul Corriere del TicinoCollegamento esterno, l’annuncio della manifestazione e la sua conclusioneCollegamento esterno.
- La notizia del blocco stradale sulla RegioneCollegamento esterno.
- Anche tio.chCollegamento esterno si occupa della manifestazione degli attivisti a favore del clima.
- Il servizio, anche video, della RSICollegamento esterno.
Il succo di mele e di pere svizzero sarà eccellente anche se la produzione è diminuita.
Tanti di voi ricorderanno i succhi di mele e di pere freschi prodotti soprattutto in Svizzera tedesca. Ebbene, il maltempo ha inciso sulla loro produzione. Quest’anno 60’368 tonnellate di mele e 6’316 di pere verranno trasformate in succhi di frutta. Pochi. Negli ultimi quattro anni infatti la media era superiore a 86’000 tonnellate.
Quel che conta, però, come scrive l’Associazione svizzera frutta, è che la qualità è comunque eccellente.Quest’anno gli alberi da frutta hanno sofferto per le basse temperature in aprile, che hanno causato danni da gelo, e per le abbondanti precipitazioni dell’estate.
L’organizzazione ricorda anche che la Confederazione è da secoli luogo di produzione di frutta e che la mela e la pera locali sono all’origine di emissioni di CO2 nettamente inferiori a quelle di prodotti importati in aereo. Non solo. Questa filiera garantisce inoltre molti posti di lavoro regionali.
- La notizia ripresa dalla RegioneCollegamento esterno.
- Sulla limitata produzione, il contributo di blue NewsCollegamento esterno.
- Il Corriere del TicinoCollegamento esterno scrive di una mela che esiste solo in Valmaggia.
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