Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Non vogliamo entrare nelle polemiche sui vaccini, quello che è sicuro è che ci attende un altro inverno di ospedali sovraccarichi e contagi in costante aumento. Ce lo hanno detto oggi a Berna gli esperti della Task force federale sul Covid-19.
Ci hanno detto anche che la dose di richiamo, contrariamente a quanto asserito in precedenza, sarà somministrata a tutti quelli che lo desiderano e non solo ai soggetti più fragili.
Ma nel resto del nostro bollettino quotidiano di news dalla Confederazione parleremo di altro,
buona lettura.
Sei persone sono state tratte in arresto durante la notte in Svizzera (due in Ticino e nei Grigioni, una a Zurigo e a San Gallo) nell’ambito di una vasta indagine coordinata da diverse procure italiane contro la cosca calabrese Molè, originaria della Piana di Gioia Tauro.
I fermati, tutti cittadini italiani, sono sospettati di aver condotto attività criminali, sia nella Confederazione sia in Italia, soprattutto nell’ambito del traffico di stupefacenti, in stretta connessione con i clan calabresi, soprattutto con quelli presenti nel Comasco. In Ticino gli agenti hanno effettuato anche alcune perquisizioni domiciliari.
I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti su precisa richiesta per rogatoria degli inquirenti italiani. Un procedimento era stato comunque già aperto dalla procura di San Gallo per infrazione alla legge sugli stupefacenti, dal quale è emerso uno scenario di criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetistico, con collegamenti internazionali, che operava in diversi cantoni.
Anche il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto un’istruzione penale per sostegno e partecipazione a un’organizzazione criminale e ha costituito una squadra investigativa comune con le procure italiane coinvolte.
- Nel servizio multimediale di tvsvizzera.it i dettagli dell’operazione e il comunicatoCollegamento esterno della Confederazione sull’inchiesta e quello sulla collaborazione con RomaCollegamento esterno.
- In Ticino era stato fermato in giugno anche un presunto ‘ndranghetista, dipendente di un comune nel Luganese, come riportava rsi.chCollegamento esterno.
- L’inchiesta di Falò, il settimanale di informazione della RSI, sulla presenza della ‘ndrangheta nella Confederazione.
La consigliera federale Viola Amherd ha illustrato oggi a Berna il pacchetto di misure che ha lo scopo di prevenire violenze e abusi nel mondo dello sport elvetico, in particolare a tutela dei minori.
Per il governo federale lo studio commissionato dopo il caso Macolin a un gruppo di avvocati zurighesi, dal quale erano emersi episodi sconcertanti di pressioni sugli atleti, dimostra la necessità di un cambio di cultura e di un rigoroso rispetto dei principi etici attraverso una serie di misure, soprattutto preventive (formazione degli allenatori).
Le federazioni sportive saranno quindi chiamate a rispettare i criteri minimi contenuti nelle nuove disposizioni che dovrebbero entrare in vigore a inizio 2023 e tutti i comportamenti non conformi alle norme dovranno essere sanzionati.
In questo contesto la funzione di sorveglianza della Confederazione sarà rafforzata, in particolare attraverso l’Ufficio federale dello sport (Ufspo) che vigilerà sul rispetto delle direttive grazie a un nuovo sistema di controllo.
- Il governo federale corre ai ripari dopo alcuni casi di violenza fisica e psicologica ai danni di atleti svizzeri, come riferisce tvsvizzera.it.
- La notaCollegamento esterno del sito della Confederazione sul nuovo corso dello sport elvetico.
- Su tio.chCollegamento esterno le sconcertanti testimonianze di alcune ginnaste vittime di violenze da parte degli istruttori federali.
Ebbene sì, è tutto vero: la Svizzera vola direttamente in Qatar. Gli Azzurri invece sono costretti agli spareggi in marzo per poter partecipare ai prossimi mondiali di calcio.
La sonante vittoria di ieri sera a Lucerna sulla Bulgaria, dove l’undici di Murat Yakin ha travolto la Bulgaria con quattro reti – bottino che poteva essere ancora più abbondante alla luce delle numerose occasioni mancate per un soffio – ha assicurato il sorpasso sui campioni d’Europa, fermati a Belfast dall’Irlanda del Nord e i media oggi celebrano l’impresa elvetica, che non tutti pronosticavano alla vigilia (e per questo la rende più piacevole).
I commenti odierni che hanno riempito i fogli della stampa, anche quella solitamente più “istituzionale” come la Neue Zuercher Zeitung, elogiano il lavoro di Murat Yakin, approdato alla guida tecnica della nazionale un po’ a sorpresa e accompagnato da una fama di “difensivista” non del tutto consona alla tradizione elvetica.
Alla prova del campo l’erede di Vladimir Petkovic ha invece offerto con i suoi calciatori prestazioni scintillanti e un gioco propositivo, nonostante la defezione per infortunio di numerosi suoi pilastri (Xhaka e Seferovic su tutti), sostituiti da giovani brillanti come Okafor e Vargas. E ora si guarda con fiducia all’appuntamento qatariota, al quale gli Azzurri approderanno solo se riusciranno a superare le forche caudine degli spareggi.
- Il servizio multimediale di rsi.chCollegamento esterno sull’impresa elvetica, con la sintesi dell’incontro Svizzera-Bulgaria.
- La rassegna della stampa elvetica su tvsvizzera.it.
- L’evento celebrato anche sui socialCollegamento esterno.
L’industria farmaceutica è una delle punte di diamante dell’economia elvetica. Ma qual è l’origine del successo di questo comparto e come si è comportato durante l’emergenza pandemica. Ce lo spiega esaurientemente il servizio multimediale pubblicato su swissinfo.ch.
Nel XVIII secolo varie ditte di Basilea, che attraverso Reno commerciavano da tempo nel ramo dei coloranti sui mercati dell’Europa settentrionale, hanno iniziato a trasferire le conoscenze in ambito chimico nella produzione di medicinali. Ed è stato subito un successo.
Oggi colossi come Roche e Novartis, nata dalla fusione di Ciba, Geigy e Sandoz, figurano ai primi posti tra le società farmaceutiche mondiali e il settore rappresenta quasi la metà (45%) delle esportazioni svizzere, la metà delle quali nell’Unione Europea.
Ma le sfide per queste multinazionali svizzere restano aperte, come testimonia la crisi sanitaria che attanaglia il mondo dallo scorso anno. Il polo basilese, nel quale vengono studiati trattamenti terapeutici contro il Covid-19, non è stato protagonista nella ricerca dei vaccini e il suo ruolo è stato rimesso in discussione. La pandemia, sottolineano gli esperti, è destinata comunque ad essere un punto di svolta per l’industria farmaceutica svizzera.
- Il racconto multimedialeCollegamento esterno di swissinfo.ch sull’industria farmaceutica elvetica.
- Su alcune discutibili strategie dell’industria farmaceutica il contributo della collega Jessica Davis Plüss.
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