Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
è di oggi la notizia che Alinghi potrebbe tornare a gareggiare in Coppa America, dopo 11 anni di assenza dalla gara.
Secondo il quotidiano neozelandese New Zealand Herald, il team elvetico avrebbe pagato 1,47 milioni di dollari di tassa d’iscrizione. Briciole – sicuramente – per il proprietario dell’imbarcazione, il miliardario svizzero Ernesto Bertarelli, ma la domanda ora è: sarà un ritorno trionfale? I rossocrociati avevano lasciato la competizione dopo aver perso il trofeo contro Oracle (USA) nel 2010. Bisognerà aspettare il 2024 per sapere se questa volta lo porteranno a casa.
Ora vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.
L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e la Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) raccomandano la vaccinazione contro il Covid-19 anche ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. Lo hanno fatto sapere tramite un comunicato diffuso martedì.
I due enti consigliano l’inoculazione del siero in particolare ai giovanissimi la cui salute è già compromessa a causa di una malattia cronica e a quelli che convivono o sono a stretto contatto con adulti particolarmente a rischio, come per esempio coloro che non possono farsi vaccinare perché immunodeficienti.
Una raccomandazione che giunge in un momento delicato per le strutture sanitarie della Confederazione: sempre più posti letto nelle cure intense sono occupati da pazienti Covid e c’è già chi, come l’ospedale universitario di Losanna (CHUV), ha deciso lo scorso venerdì di rinviare le operazioni non urgenti.
Chi vorrà far vaccinare i propri figli potrà farlo gratuitamente a partire da gennaio e ai bimbi verrà somministrato unicamente il preparato di Pfizer-BioNTech.
- La notizia su rsi.chCollegamento esterno
- Le ultime notizie e le cifre del coronavirus in Svizzera su SWI Swissinfo.ch
- Il comunicatoCollegamento esterno dell’Ufficio federale della sanità pubblica
Il consigliere federale Ignazio Cassis ha lanciato un appello martedì a Ginevra in apertura del Forum globale sui rifugiati: i Governi, ha detto, non devono abbandonare i rifugiati nonostante l’effetto della pandemia. “Una distribuzione più equa e più prevedibile dei migranti è essenziale”.
“I rifugiati, gli sfollati e tutti coloro che vivono in aree di crisi stanno sopportando il peso delle conseguenze economiche e sociali” della crisi sanitaria. Come il resto della popolazione, anche loro sono direttamente colpiti dal virus, ha dichiarato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri nel corso dell’incontro virtuale organizzato dalla Confederazione e dall’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati (UNHCR).
Uno degli obiettivi di questo Forum è quello di raggiungere una migliore distribuzione degli oneri e delle responsabilità tra i vari Paesi per soddisfare le esigenze dei rifugiati in modo adeguato. Nel mondo ci sono 85 milioni di persone costrette a fuggire da conflitti o disastri e l’85% di queste si trova in Paesi in via di sviluppo.
Oltre alla pandemia, le discussioni dovrebbero concentrarsi anche sugli effetti dei cambiamenti climatici su queste persone, ha aggiunto il futuro presidente elvetico, e andrebbe anche affrontata la questione dei reinsediamenti, ancora insufficienti, secondo l’ONU.
- La notizia riportata da tio.chCollegamento esterno
- Il sito del Forum globale sui rifugiatiCollegamento esterno (in inglese/francese/spagnolo/arabo)
- Dal nostro archivio: “Il primo Parlamento dei rifugiati”
- Un’intervista alla responsabile dell’ufficio dell’UNHCR per la Svizzera e il Liechtenstein Anja Klug della mia collega Katy Romy
La Svizzera fa parte dei Paesi preferiti dai ladri di automobili: 19 veicoli vengono rubati ogni giorno nella Confederazione, che si situa così al 14esimo posto nella classifica europea, insieme all’Austria. A rivelarlo è lo studio comparativo di assicurazioni britannico Confused.com, che ha raccolto i dati sulle denunce di furto in 15 Paesi tra il 2011 e il 2019.
Nel corso di un anno, quindi, in territorio elvetico si registrano 85 furti ogni 100’000 abitanti (popolazione: 8,6 milioni). La numero uno di questa poco allegra classifica è l’Italia con 276 auto all’anno per 100’000 abitanti (popolazione: 59,6 milioni), seguita dalla Repubblica Ceca con (274 furti – popolazione: 10,7 milioni), la Svezia (266 furti – popolazione: 10,4 milioni), la Francia (261 furti – popolazione: 67,4 milioni) e la Grecia (255 – popolazione: 10,7 milioni).
Secondo gli ultimi dati disponibili al riguardo (risalenti al 2017) le vetture più rubate sono le Volkswagen (VW), anche perché sono quelle più presenti sul territorio. Rappresentano, stando a cifre consultabili sul sito dell’Unione professionale svizzera dell’automobile (UPSA), l’11,8% del totale. Con un’analisi più approfondita della situazione, però, si nota – come spiega il responsabile del settore Danni di AXA Winterthur Fredy Egg – che i veicoli del marchio di lusso Bentley vengono rubati quattro volte più spesso rispetto alla media, le Porsche tre volte di più.
Certo, al giorno d’oggi, rubare un’automobile è sempre più difficile poiché l’elettronica presente al loro interno le protegge (geolocalizzazione, allarmi, bloccasterzi, immobilizzatori,…), ma i ladri si interessano anche a parti di esse, in particolare ruote e cerchioni costosi. Gli esperti inoltre consigliano di non lasciare al loro interno cellulari, portamonete e altri oggetti di valore, “o almeno non in bella vista”, sottolinea Egg.
- La notizia riportata da cdt.chCollegamento esterno
- Alcuni consigli del Touring Club SvizzeroCollegamento esterno su come prevenire i furti
- Ai ladri piacciono le auto di lussoCollegamento esterno
Il Fondo nazionale svizzero ha premiato la ricercatrice statunitense Denise Mitrano per il suo lavoro sulle micro e nanoplastiche nell’ambiente. La studiosa ha ideato un metodo di tracciamento di queste sostanze che potrebbe contribuire indirettamente a ridurre l’inquinamento da plastica.
Mitrano, geochimica e professoressa assistente a Politecnico di Zurigo (ETHZ), ha messo a punto un procedimento che consente di capire come micro e nanoplastiche – queste ultime sono frammenti di qualche millionesimo di millimetro – si diffondono nell’acqua, nel suolo e negli organismi viventi: “Mi sono ispirata a metodi che ho sviluppato per misurare le nanoparticelle metalliche”, ha spiegato la studiosa.
La soluzione di Mitrano consiste nell’aggiungere chimicamente dei metalli alle nanoparticelle di plastica. Si tratta di metalli preziosi e inerti, come il palladio o l’indio, che fungono da marcatori. “Il vantaggio è che possono essere misurati in modo molto più preciso e rapido della plastica”. La studiosa ha anche trovato il metodo più efficiente di purificare l’acqua potabile nelle stazioni di trattamento: “La filtrazione lenta tramite filtri a sabbia si è rivelata particolarmente efficace”, dice.
I suoi lavori sono valsi alla 32enne il Premio Marie Heim-Vögtlin 2021Collegamento esterno, dotato di 25’000 franchi, che il Fondo svizzero attribuisce ogni anno a giovani ricercatrici “che hanno fornito prestazioni di ricerca eccezionali”.
- L’intervista a Denise Metrano del mio collega Luigi Jorio
- Dai nostri archivi: “Studenti svizzeri alla ricerca di microplastiche nelle Alpi”
- MicroplasticheCollegamento esterno nel glossario dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM)
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