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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Buone notizie per il sistema scolastico elvetico. Il Politecnico di Zurigo (ETHZ), ritenuto tra i migliori istituti universitari al mondo, è considerato la migliore scuola dell’Europa continentale, raggiungendo il primo posto in tre materie. È quanto emerge dalla classifica di Quacquarelli Symonds, che fornisce un’analisi delle prestazioni di 15’200 programmi di 1543 università in 88 località.

La Svizzera si piazza al terzo posto nella graduatoria dei migliori sistemi universitari al mondo. Le università statunitensi sono in testa in 28 delle 51 materie classificate. Harvard e il MIT rimangono gli atenei con le migliori prestazioni, classificandosi al primo posto in dodici materie. Tredici classifiche vedono in cima un’università britannica, con Oxford in testa. Il sistema universitario italiano sale nella graduatoria diventando la settima nazione al mondo per numero di posti in classifica e la seconda a pari merito con la Francia per il numero di piazzamenti tra i top10 al mondo. Che dire? Non ci resta che studiare! Intanto vi lascio alle altre notizie odierne.

Buona lettura!

cibo
© Keystone / Gaetan Bally

Il Consiglio federale intende dimezzare entro il 2030 lo spreco alimentare in Svizzera, dove per ogni cittadino vengono annualmente gettati circa 330 chili di cibo.

Tra le misure previste – che, almeno nella prima fase, sono volontarie – figurano la proroga della data di scadenza di determinati prodotti, l’aumento delle donazioni di alimenti invenduti a organizzazioni di utilità pubblica o l’ottimizzazione degli imballaggi.

Per cogliere l’obiettivo, diventato più impellente con la guerra in Ucraina che ha lasciato emergere la dipendenza della Svizzera dall’estero, la Confederazione stipulerà un accordo con le imprese e le organizzazioni del settore che fisserà obiettivi di riduzione precisi. Nel 2025, l’esecutivo valuterà se le misure adottate saranno state sufficienti.

Se la portata delle misure dovesse rivelarsi troppo debole e la riduzione delle perdite alimentari troppo lento, la Confederazione potrà adottare misure supplementari nel corso della seconda fase.

Vino vodese di Champagne.
Keystone / Fabrice Coffrini

È fallito il tentativo del canton Vaud di far riconoscere la denominazione d’origine controllata (DOC) per i vini di Champagne, un villaggio vodese di 1’000 abitanti.

Ad inizio 2021, il Consiglio di Stato aveva modificato il regolamento dei vini vodesi al fine di creare una DOC “Commune de Champagne”. Quest’ultima denominazione doveva essere riservata ai vini bianchi (“non spumanti”) provenienti da uva della varietà Chasselas raccolta sul territorio del comune di Champagne.

Ne è nata una controversia arrivata fino al Tribunale federale, anche se in verità vodesi e francesi sono ai ferri corti da oltre 30 anni per il nome “Champagne”.

In una sentenza pubblicata oggi, i giudici federali hanno dichiarato inammissibile il ricorso. Pur senza entrare nel merito della diatriba, il Tribunale federale ha constatato come un governo cantonale non abbia la facoltà di agire contro una decisione del proprio tribunale cantonale.

Protezione civile.
© Keystone/ Valentin Flauraud

Il Consiglio federale ha chiamato in servizio la protezione civile per sostenere la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) nell’alloggiamento d’emergenza dei profughi ucraini.

Il governo può chiamare in servizio i militi della protezione civile in caso di catastrofi e situazioni d’emergenza che colpiscono più Cantoni o l’intera Svizzera. Oggi ha fatto ricorso a questa possibilità per sostenere la SEM.

Dall’introduzione dello statuto di protezione S per i profughi ucraini il 12 marzo, i centri federali d’asilo (CFA) registrano tra i 700 e i 1400 arrivi al giorno, cifre che pongono le strutture dell’asilo dinanzi a grandi sfide.

La protezione civile provvederà in particolare a organizzare e gestire gli alloggi d’emergenza quando le strutture ordinarie, ad esempio nei CFA, sono occupate. Finora il Consiglio federale aveva fatto capo al sostegno dei militi della protezione civile soltanto per affrontare la pandemia da coronavirus.

internet
© Keystone / Gaetan Bally

Chiunque usi Internet viene osservato e, talvolta, manipolato attraverso una scia di tracce digitali note come metadati. Ma ci sono modi per mitigare le proprie orme.

Due aziende svizzere, una delle quali sostenuta dall’ex “talpa” dell’esercito statunitense Chelsea Manning, si occupano infatti di creare cortine di fumo per depistare le intromissioni e proteggere gli utenti del web dalla sorveglianza del governo e delle grandi aziende tecnologiche.

Si tratta di Nym Technologies e HOPR le quali si servono di mixnet per rimescolare i metadati in modo da rendere impossibile ricollegare le tracce digitali ai singoli individui. Le due aziende fanno parte di un gruppetto di organizzazioni internazionali, tra cui Orchid e xxnetwork, che cercano di opporsi alla progressiva erosione della privacy online.

“L’obiettivo è fornire degli strumenti che diano ai singoli la possibilità di difendersi da soli”, ha dichiarato il fondatore di HOPR Sebastian Bürgel in un approfondimento pubblicato su SWI swissinfo.ch.

  • L’articolo del collega Matthew Allen su SWI swissinfo.ch.
  • La Svizzera prenderà le distanze dall’UE sulla sorveglianza di massa? Ne abbiamo parlato qui.
  • Un approfondimento dello scorso anno sui deepfake.

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