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uomo cambia lampadina

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

In questi giorni il Museo di storia naturale di Ginevra si appresta a festeggiare un compleanno molto speciale: la tartaruga Janus compie 25 anni. Cosa c'è di strano, vi chiederete? Le tartarughe possono infatti tranquillamente vivere più di cent'anni.

Verissimo, se non fosse che Janus è un rarissimo esemplare di tartaruga bicefala, così battezzata in onore della divinità romana Giano, dotata appunto di due volti. Già il fatto di nascere era stata una grande sorpresa, poiché di solito una simile anomalia non consente agli animali di svilupparsi correttamente, "anche allo stadio embrionale", come riferisce il museo al quotidiano gratuito 20 minuti. Arrivare quindi a vivere per ben 25 anni rappresenta un exploit da festeggiare degnamente. 

Vi lascio ora alla lettura di alcune altre notizie del giorno.
 

uomo su un palco
Keystone / Lukas Lehmann

L’ex segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov si è spento martedì all’età di 91 anni. La Svizzera si unisce al coro di omaggi per colui che è stato tra i principali artefici della fine della Guerra fredda.

Gorbaciov ha “cambiato il corso del XX secolo” e sarà ricordato come un leader che ha incarnato valori quali “la pace e la speranza, valori di cui il mondo oggi ha un bisogno cruciale”, ha sottolineato il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, partecipando agli ossequi espressi in particolare dalle cancellerie occidentali.

Nel corso della sua carriera, l’ex segretario del PCUS nonché presidente dell’URSS tra il marzo 1990 e il dicembre 1991 è venuto diverse volte in Svizzera. In particolare, è passato alla storia il primo incontro con il presidente statunitense Ronald Reagan nel novembre 1985 a Ginevra. Il Vertice di Ginevra, durante il quale si discusse soprattutto di disarmo, ha rappresentato uno dei primi ed importanti passi per la fine della Guerra fredda.

Se Gorbaciov è riuscito ad entrare nel cuore degli occidentali, non si può dire altrettanto dei suoi compatrioti. In Russia, ma anche in altre ex repubbliche sovietiche, non ha mai raggiunto grandi vette di popolarità e il suo bilancio è contrastato. Da un lato gli si riconosce il merito di aver permesso alla popolazione di accedere a libertà fino ad allora sconosciute. Dall’altro, però, gli si rimprovera di aver aperto il vaso di Pandora sfociato nel 1991 allo sfaldamento dell’URSS e alla crisi economica che ha portato al collasso il Paese.

uomo cambia lampadina
Keystone / Patrick Pleul

Il Governo svizzero ha lanciato mercoledì una campagna per sensibilizzare la popolazione a ridurre volontariamente il consumo energetico.

L’autunno si annuncia caldo – si fa per dire – per quanto concerne l’approvvigionamento energetico. Il Consiglio federale non ha ancora preso provvedimenti concreti per far fronte a un’eventuale penuria. Oggi però ha dato il via a una campagna di sensibilizzazione intitolata “L’energia è scarsa, non sprechiamola”.

I consigli, rivolti alla popolazione e al mondo economico, illustrano come si possa risparmiare in modo molto semplice gas, oli combustibili, elettricità e altri vettori energetici, a casa o sul posto di lavoro: abbassando la temperatura dei locali, riducendo il consumo di acqua calda, spegnendo gli apparecchi elettrici o gli impianti di illuminazione non utilizzati, oppure cucinando e utilizzando il forno domestico in modo parsimonioso. Gran parte delle raccomandazioni dovrebbero già essere note ai consumatori, anche se spesso nel quotidiano sono dimenticate.

Intanto, alcune aziende e le città si stanno attivando. Ad esempio, la Posta svizzera ha deciso che da domani spegnerà le sue insegne luminose più grandi alle 20.00 invece delle 22.00. L’Unione delle città svizzere ha da parte sua presentato un catalogo di misure che possono essere adottate immediatamente: oltre ad abbassare le temperature dei locali dell’amministrazione, si suggerisce di riscaldare l’acqua delle piscine pubbliche coperte a due gradi in meno, di spegnere l’illuminazione degli edifici storici o delle insegne pubblicitarie, di non far funzionare più gli ascensori o le scale mobili, ove possibile.

presa elettrica
Keystone / Alessandro Della Bella

Sempre in tema di energia, il principale fornitore di elettricità nella Svizzera francese – Romande Energie – ha comunicato oggi che nel 2023 le tariffe praticate saliranno del 49% per la grande maggioranza delle economie domestiche, con punte del 61% per alcuni profili di consumatori.

“Le ragioni del rincaro sono molteplici, ma includono le condizioni meteorologiche, gli eventi geopolitici, la mancata disponibilità di gran parte del parco nucleare francese e il ritardo nella diffusione delle energie rinnovabili”, spiegano i vertici dell’azienda con sede a Gland, nel canton Vaud. Inoltre “la sospensione dei negoziati sull’accordo quadro con l’Unione Europea non facilita le discussioni con i paesi limitrofi e minaccia la nostra capacità di importare elettricità in inverno”.

L’aumento è definito “storico” da Romande Energie. Concretamente un appartamento di quattro locali con un consumo annuo di 2500 kWh vedrà la fattura (senza IVA) passare da 579 franchi nel 2022 a 859 l’anno prossimo.

Se i consumatori e le consumatrici della Svizzera francese fanno il muso lungo, i circa 2’000 abitanti del comune argoviese di Oberlunkhofen possono dal canto loro mettersi le mani nei capelli. Qui il prezzo dell’elettricità aumenterà infatti addirittura del 263%. Per anni, i responsabili del comune hanno acquistato in anticipo l’elettricità, per poi irritarsi per i prezzi calati ulteriormente. Di conseguenza è stato deciso di comprare solo una parte dell’elettricità anticipatamente. Nel frattempo, però, il corso dell’energia è aumentato a dismisura. “Sì, abbiamo fatto un pasticcio”, ha ammesso l’ex sindaco del comune.

cantiere edilizio
© Keystone / Gaetan Bally

In Svizzera la proporzione di persone che possiede un’abitazione è sensibilmente più bassa rispetto a quella degli altri Paesi europei. E acquistare una casa diventa sempre più difficile.

Nella Confederazione poco più del 40% della popolazione vive in una casa propria, mentre nell’UE la media è di circa il 70%. La ragione è piuttosto semplice: la maggior parte degli svizzeri e delle svizzere desidererebbe possedere un’abitazione, ma per molte persone è finanziariamente impossibile.

Da un lato il capitale proprio che bisogna investire per poter sottoscrivere un’ipoteca, ovvero almeno il 20% del prezzo dell’immobile, rappresenta una somma spesso troppo importante. Dall’altro, il costo delle case è lievitato in maniera esponenziale negli ultimi anni. Oggi in molte regioni del Paese è quasi impossibile trovare una casa unifamiliare per meno di un milione di franchi (circa un milione di euro). Dal 2000 ad oggi i prezzi dell’immobiliare sono in media più che raddoppiati, mentre nello stesso periodo il salario medio è cresciuto solo del 25%.

“Le case unifamiliari stanno diventando sempre più un prodotto di lusso”, osserva Yves Cachemaille, esperto della società immobiliare CBRE. Senza un’eredità o un prestito da parte della famiglia, l’accesso alla proprietà immobiliare è diventato praticamente impossibile per i giovani e le giovani adulte che possono contare solo sui frutti del loro lavoro.

  • L’approfondimento del mio collega Samuel Jaberg.
  • Uno studioCollegamento esterno della società Money Park sul mercato immobiliare svizzero e le difficoltà per acquistare una casa (in francese).
  • In questo servizio d’archivio della trasmissione della RSI Tempi Moderni, il boom delle case di vacanza nelle Alpi svizzere.

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