Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
l’inverno (in questa nostra metà del globo) si avvicina a grandi passi e in vista della penuria energetica annunciata ormai da mesi, il gruppo Tamedia ha condotto un sondaggio per capire a cosa sarebbe disposta a rinunciare la popolazione elvetica in caso di obbligo di risparmio energetico. Per nove persone su dieci la doccia fredda è off limits: piuttosto abbasserebbero il riscaldamento in casa o rinuncerebbero all’asciugatrice. Non so voi, ma io sono abbastanza d’accordo. La doccia calda in inverno è sacra!
Ora, mentre vi lascio alla lettura delle principali notizie del giorno, vado a guardarmi qualche tutorial sul fare a maglia: se bisogna abbassare i riscaldamenti, bisognerà munirsi di maglioni caldi e non vorrei farmi trovare impreparata.
Buona lettura.
L’estate che ci siamo da poco lasciati alle spalle è stata disastrosa per i ghiacciai elvetici: stando a un rapporto pubblicato oggi dall’Accademia svizzera delle scienze naturali (SCNAT), nel corso del 2022 è andato perso oltre il 6% (ossia 3 chilometri cubi) del volume totale. Gli esperti parlano di “situazione estrema” già quando le perdite raggiungono il 2%.
Le cause principali sono la poca neve caduta in inverno e le forti ondate di calore estive. Lo scioglimento ha superato largamente quello del precedente record, risalente all’estate canicolare del 2003, si legge nello studio.
Sono in particolare i ghiacciai più piccoli a subire le conseguenze maggiori: il PizolCollegamento esterno (canton San Gallo), il Vadret dal CorvatschCollegamento esterno (Grigioni) e lo SchwarzbachfirnCollegamento esterno (Uri) sono quasi scomparsi. In Engadina e nel Vallese meridionale, uno strato di ghiaccio fra 4 e 6 metri di spessore è sparito a una quota di 3’000 metri. In alcuni casi si tratta del doppio dei massimi registrati fino ad ora. Perdite significative si sono registrate anche a quote più elevate, come sul Jungfraujoch.
Oltre allo scarso innevamento primaverile, la situazione è stata peggiorata anche dalla grande quantità di sabbia arrivata dal Sahara, che ha ricoperto la neve fra marzo e maggio. Questo fenomeno aumenta l’assorbimento dell’energia solare e accelera quindi lo scioglimento. I ghiacciai hanno così perso lo strato di neve che solitamente li protegge dall’inizio della bella stagione.
- Un approfondimento sullo scioglimento dei ghiacciai del mio collega Luigi Jorio
- Il comunicatoCollegamento esterno diffuso dall’Accademia svizzera delle scienze naturali
- La notizia riportata da ticinonews.chCollegamento esterno
Nessun hacker è riuscito a compromettere il sistema di voto online della Posta né a penetrare nell’urna elettronica durante il test d’intrusione organizzato dall’azienda per individuare eventuali vulnerabilità. Gli attacchi sono stati quasi 60’000 e sono falliti tutti.
Circa 3’400 pirati informatici provenienti da tutto il mondo hanno tentato per quattro settimane di violare il sistema, sottolinea in una nota odierna il gigante giallo, che parla di “importante passo avanti“. La responsabile della comunicazione Nicole Burth ha dichiarato: “Constatiamo con soddisfazione che nessuno è riuscito a penetrare, il che significa che il livello di sicurezza è elevato“.
I partecipanti e le partecipanti al test hanno preso di mira l’infrastruttura dell’e-voting, ovvero lo scudo protettivo esterno. Hanno poi simulato il processo di votazione sul relativo portale con certificati elettorali fac-simile. Nel corso del test d’intrusione non sono stati rilevati né confermati risultati di gravità media, alta o critica. Due sono risultati essere di gravità bassa, ma la Posta ne ha convalidato solo uno. Pur non riguardando nessun aspetto rilevante per la sicurezza, questa proposta migliorativa verrà attuata e all’hacker che l’ha presentata verrà consegnata una ricompensa di 500 franchi.
A seguito di questi primi rapporti, la Posta ha sviluppato ulteriormente il sistema e lo sta sottoponendo a una nuova verifica da parte di esperti indipendenti incaricati dalla Confederazione. Se tutto dovesse andare secondo i piani, il voto elettronico verrebbe messo a disposizione dei Cantoni interessati nel corso del 2023.
- La notizia su cdt.chCollegamento esterno
- Il comunicatoCollegamento esterno sul sito della Posta
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Il dibattito sull’e-voting, una battaglia per la democrazia”
Dopo l’approvazione lunedì da parte del Consiglio nazionale, oggi anche il Consiglio degli Stati ha detto sì a una linea di credito di 4 miliardi di franchi (parte del secondo supplemento al preventivo 2022 della Confederazione) destinati ad aiutare in caso di necessità Axpo, il gigante dell’elettricità in difficoltà a causa delle bizze del mercato energetico provocato dalla guerra in Ucraina.
Secondo la maggioranza e lo stesso ministro delle finanze Ueli Maurer, è importante agire per evitare il peggio, ossia un’eventuale interruzione di corrente, o peggio, per le aziende e le famiglie. Se Axpo dovesse vacillare si rischia un effetto domino, visto che questa azienda è strettamente collegata con Alpiq e BKW. Sussiste insomma il pericolo che venga meno l’approvvigionamento del paese in corrente. Un’eventualità che il Parlamento vuole evitare ad ogni costo.
La decisione è stata presa nel corso di una sessione straordinaria voluta dall’Unione democratica di Centro (UDC). Gli altri crediti supplementari chiesti dall’Esecutivo verranno invece trattati in dicembre, durante la sessione invernale delle Camere.
I 4 miliardi chiesti dal Consiglio federale si basano sulla legge urgente ad hoc volta a fornire un paracadute alle aziende elettriche di importanza sistemica (oltre ad Axpo, anche BKW e Alpiq) in difficoltà. Diversamente dal Nazionale, alla Camera dei cantoni non c’è stato dibattito.
- Un riassunto della sessione straordinaria su RTS InfoCollegamento esterno (in francese)
- Il comunicatoCollegamento esterno di Axpo in occasione del “sì” del Consiglio nazionale (in inglese)
- Dagli archivi di TVS Tvsvizzera.it: il “sì” del Consiglio federale lo scorso 6 settembre
Il governatore della Banca di Francia François Villeroy de Galhau è stato vittima a fine giugno a Basilea di un’aggressione sferrata con un martello. L’istituto francese ha confermato mercoledì l’accaduto, di cui avevano dato notizia le testate Tamedia, all’agenzia AFP.
Il governatore si trovava a Basilea per l’incontro annuale della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). Nei pressi della stazione, non lontano dalla sede della BRI, è stato aggredito e a causa delle ferite riportate è stato portato in ospedale. La procura basilese ha avviato le indagini – ancora in corso – per tentato omicidio intenzionale.
Secondo il Tribunale cantonale, l’attacco presenta “le caratteristiche di un attentato” e potrebbe avere motivazioni politiche o ideologiche. L’aggressore è un 39enne svizzero che attualmente si trova in detenzione preventiva.
La Corte – secondo quanto si legge sulle testate Tamedia – non esclude l’esistenza di disturbi mentali, poiché nel corso dell’interrogatorio vi sono stati comportamenti giudicati “strani”.
- La notizia riportata da bluenewsCollegamento esterno
- Chi è de François Villeroy de GalhauCollegamento esterno
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