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lupo

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

i consiglieri federali hanno rimescolato le carte, dopo la doppia elezione in governo di ieri. Eh sì, perché questa volta c’erano in gioco due dipartimenti di peso: le Finanze (DFF) e Ambiente, trasporti, energia, e comunicazioni (DATEC).

I due nuovi arrivati, l’ex presidente UDC Albert Rösti e la politica giurassiana Elisabeth Baume-Schneider si sono aggiudicati rispettivamente proprio il DATEC e il Dipartimento di giustizia e polizia (DFGP), lasciato dalla liberale Karin Keller-Sutter.

La sangallese ha infatti ottenuto l’ambito Dipartimento delle finanze (DFF), presieduto dall’uscente Ueli Maurer. Alain Berset, Guy Parmelin, Viola Amherd e Ignazio Cassis hanno invece tenuto i loro rispettivi dipartimenti.

Vi invitiamo comunque a leggere anche le altre notizie di giornata,

buona lettura.  

lupo
Keystone / Wwf/giancarlo Mancori

I lupi, specie protetta nella Confederazione, potranno essere abbattuti preventivamente. Il Consiglio Nazionale ha aderito oggi, con 106 voti contro 74, alle modifiche introdotte dall’altra Camera alla revisione della legge sulla caccia.

I cantoni potranno quindi far abbattere – dal 1° settembre al 31 dicembre, previo consenso del Consiglio federale – gli esemplari che si avvicinano in modo minaccioso a zone abitate o esseri umani, o per i quali le misure di protezione delle greggi sono inefficaci.

Non occorrerà più dimostrare la portata concreta dei danni provocati. Attualmente il predatore può essere soppresso solo se si macchia di un certo numero di aggressioni contro gli ovini in un determinato lasso di tempo.

La proliferazione dei lupi, è stato convenuto in aula, sta procedendo troppo in fretta nel Paese, creando numerose situazioni di conflitto, soprattutto con gli allevatori. La sua presenza, ha sottolineato a nome della commissione l’esponente UDC Pierre-André Page, è ormai una consuetudine anche in pianura, aggredisce persino asini e bovini e, in alcuni casi, non ha più paura dell’uomo. Sul territorio elvetico se ne contano circa 180, distribuiti in almeno 17 branchi.

ospedale
© Keystone / Martial Trezzini

In alcuni cantoni gli ospedali stanno rimandando gli interventi non urgenti ma questa volta il Covid non c’entra. A creare problemi alla pianificazione sanitaria, ha riferito la radiotelevisione svizzera RTS, è la penuria di personale.

Nei nosocomi di Berna, Friburgo, Vallese e, per quanto riguarda la pediatria, del Canton Vaud, le sale operatorie stanno già da settimane annullando alcuni interventi previsti e la situazione, indicano gli esperti, potrebbe protrarsi nei prossimi mesi.

Eh sì, perché oltre ai problemi di organico, quest’anno è giunta in anticipo un’ondata influenzale piuttosto virulenta. E a complicare la situazione tesa c’è l’imminente apertura della stagione sciistica nei comprensori turistici alpini, all’origine di diversi traumi tra gli appassionati, che finiscono inevitabilmente all’ospedale.

Si rischia di avere problemi per tutto l’inverno, ha dichiarato in proposito il medico cantonale vallesano Eric Masserey, secondo cui “si sta passando da un’epidemia a un’altra e l’intero sistema potrebbe essere intasato per i prossimi tre mesi”.

allagamenti
Keystone / Jean-christophe Bott

In mezzo secolo il maltempo ha provocato 27’000 sinistri in Svizzera per un costo totale di circa 15 miliardi di franchi.

Secondo l’indagine dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) le inondazioni sono di gran lunga – in misura del 90% – la causa principale dei danni che non hanno praticamente risparmiato nessun comune.

Negli ultimi 50 anni, indica l’istituto federale, si ricordano soprattutto le alluvioni del 21 e 22 agosto 2005, che hanno provocato danni per 3 miliardi in un comune svizzero su tre, seguite dalle intemperie dell’estate 1987 che si sono abbattute soprattutto sull’arco alpino, causando sinistri stimati in 1,1 miliardi.

In proposito i ricercatori del WSL sottolineano l’importanza di mettere in rete le conoscenze acquisite dagli eventi passati. La conoscenza dei pericoli, viene sottolineato, consente infatti di evitare danni o perlomeno limitarne la loro portata.

ricchi
Keystone / Steffen Schmidt

Se a livello mondiale i super ricchi non sembrano passarsela benone questo non vale per i benestanti che risiedono nella Confederazione.

A rivelarlo è uno studio dell’UBS secondo cui l’estrema volatilità dei mercati e la fine delle politiche monetarie favorevoli hanno fatto leggermente diminuire i patrimoni a livello globale.

In particolare la banca elvetica nel 2022 (dati di marzo) ha contato 2’668 miliardari sul nostro pianeta, con fortune pari a 12’706 miliardi di dollari, a fronte dei 2’755 paperoni (con beni per 13’100 miliardi) conteggiati l’anno precedente. Le conseguenze indotte dal conflitto in Ucraina e l’inflazione galoppante hanno poi accentuato questa tendenza.

Sul piano regionale, gli Stati Uniti continuano ad avere il maggior numero di miliardari: 735, in progressione del 2% rispetto al 2021. Seguono la Cina (540 miliardari, -14%) e l’India (166, +19%), che segna il maggior incremento. La flessione più marcata è stata per contro osservata in Russia (-29% a 83 persone ultra-facoltose). In Svizzera invece il loro numero è cresciuto del 3% (41).

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