La televisione svizzera per l’Italia
uomo su un impianto solare

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

Da oggi a domenica Wengen, nell'Oberland bernese, accoglie uno degli appuntamenti più attesi della stagione sciistica, in particolare la discesa libera maschile in programma domani. Nella prima gara disputata venerdì, un super gigante, il norvegese Aleksander Kilde ha rovinato la festa alla tifoseria rossocrociata, scalzando dal gradino più alto del podio gli elvetici Stefan Rogentin e Marco Odermatt. Per la squadra svizzera la giornata di oggi è comunque da incorniciare, poiché in tutto è riuscita a piazzare ben sette sciatori tra i primi 15.

gruppo di persone
© Keystone / Walter Bieri

Il sistema giudiziario svizzero è carente quando si tratta di lottare contro la corruzione in cui sono implicate aziende elvetiche all’estero. Lo sostiene Transparency International in un rapporto pubblicato oggi.

Le società coinvolte in vicende di corruzione e di riciclaggio di denaro sono condannate solo molto raramente secondo il diritto penale in Svizzera, riferisce la sezione elvetica della più importante organizzazione non governativa mondiale di lotta alla corruzione. Nonostante la norma penale che permette di punire quelle aziende che si macchiano di corruzione sia in vigore da vent’anni, le condanne emesse di contano sulle dita di due mani. L’ultimo caso in ordine di tempo risale a poco più di un mese fa, quando la multinazionale svizzera-svedese ABB è stata condannata a pagare una multa di 4 milioni di franchi.

Ciò è dovuto in gran parte alla negligenza dei pubblici ministeri, che dipendono in larga misura dalla collaborazione attiva delle aziende stesse, se vogliono riuscire a ritenerle penalmente responsabili. Tuttavia, finora le procure non hanno saputo creare la necessaria certezza del diritto. Dovrebbero pubblicare linee guida vincolanti e accessibili al pubblico sulle loro pratiche di applicazione, chiedendo trasparenza. E dovrebbero adottare misure per poter garantire un accesso rapido e affidabile ai loro decreti d’accusa.

Il Ministero pubblico della Confederazione si è detto da parte sua sorpreso delle critiche di Transparency International. Recentemente l’organizzazione ha elogiato la Svizzera per quanto riguarda l’applicazione della convenzione anticorruzione dell’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico.

aerei parcheggiati
© Keystone / Walter Bieri

Predicare bene e razzolare male: è la critica formulata dall’organizzazione ambientalista Greenpeace a chi partecipa al World Economic Forum (WEF) di Davos. Troppe persone usano il jet privato.

Volare con il jet privato nella località grigionese per poi discutere di ambiente e di socialità: Greenpeace mette alla berlina quella che ritiene l’ipocrisia ecologica del WEF. Basandosi su uno studio commissionato alla società di consulenza olandese CE Delft, che ha analizzato in dettaglio i movimenti aerei degli aeroporti vicino a Davos nella settimana dell’ultima edizione dell’evento (maggio 2022), l’organizzazione ambientalista arriva alla conclusione che un partecipante o una partecipante su dieci ha raggiunto la località alpina facendo ricorso a un velivolo privato.

In base alla ricerca, da soli i jet privati che hanno portato le personalità al forum hanno causato l’emissione di 9’700 tonnellate di CO2, vale a dire l’equivalente di quanto 350’000 vetture inquinano in una settimana.

I jet vengono spesso usati per tratte molto corte. Stando allo studio, il 53% dei voli era di una distanza inferiore a 750 chilometri e il 6% di meno di 100 chilometri. Uno era addirittura di soli 21 chilometri, da Friedrichshafen, in Germania, ad Altenrhein, nel Canton San Gallo. In pratica si è trattato di passare dalla sponda tedesca a quella elvetica del lago di Costanza.

uomo su un impianto solare
Keystone/gaetan Bally

Rispetto a molti Paesi europei, la Svizzera è in ritardo per quanto concerne lo sfruttamento dell’energia solare. I progetti però si moltiplicano.

Nell’area dell’aeroporto regionale di Berna-Belp potrebbe presto sorgere il più grande impianto fotovoltaico in campo aperto della Svizzera. I pannelli solari verranno posati su una superficie di 25 ettari nell’area a sud-ovest della pista, ha spiegato venerdì in un comunicato il gruppo energetico BKW, promotore del progetto assieme alla società che gestisce lo scalo.

La produzione annuale di elettricità dovrebbe attestarsi a 35 gigawattora, sufficiente per coprire il fabbisogno di 15’000 economie domestiche, con una quota di energia prodotta in inverno pari al 30%.

Quello bernese non è il solo progetto importante. Stando a quanto riferisce sempre venerdì la Radiotelevisione della Svizzera francese RTS, sempre più Cantoni stanno seguendo la via tracciata dall’Ufficio federale delle strade, che intende sfruttare di più il potenziale delle infrastrutture stradali per produrre energia fotovoltaica. Le autorità del Canton Neuchâtel stanno ad esempio inventariando quei tratti che si prestano alla posa di pannelli, mentre a Fully, in Vallese, l’autostrada sarà ricoperta lungo un chilometro e mezzo da un tetto solare.

  • La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS sul progetto di Berna pubblicata dal giornale La Regione.
  • L’articoloCollegamento esterno della RTS sui progetti per sfruttare meglio il potenziale delle infrastrutture stradali.
  • In questo approfondimento del mio collega Luigi Jorio, lo stato di salute del fotovoltaico in Svizzera.
  • Anche nelle Alpi i progetti di parchi solari si moltiplicano, ma spesso questi progetti creano tensione. Il servizio su swissinfo.ch di Simon Bradley.
persona si sottopone a un test covid
Keystone / Martial Trezzini

Obbligare il personale non vaccinato delle strutture sanitarie e sociosanitarie a effettuare test anti-Covid 19 è legale? Sì, sostiene il Tribunale federale.

La misura imposta dal Governo cantonale ticinese l’8 settembre 2021 aveva fatto discutere e 32 cittadini e cittadine avevano presentato ricorso, sostenendo che il provvedimento creava una disparità di trattamento rispetto a chi era vaccinato o guarito e comportava una grave ingerenza nella libertà personale e nel rispetto della vita privata.

Anche se la misura è stata nel frattempo revocata, il Tribunale federale (TF) ha comunque voluto trattare il ricorso, “perché solleva alcune questioni di principio che potrebbero ripresentarsi e il cui controllo giudiziario tempestivo sarebbe difficilmente possibile”, si legge nel comunicato diramato dalla Corte di Losanna. Si è trattato, insomma, di creare una giurisprudenza.

I giudici della più alta istanza giudiziaria svizzera sono giunti alla conclusione che le ingerenze nella vita privata sono – seppur gravi – “giustificabili” e rette da “una base legale sufficiente“. Alla luce della situazione in quel momento – prosegue il TF – le autorità cantonali ticinesi hanno preso una decisione “proporzionata”.

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