Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
quella di ieri è stata la data che Microsoft ha scelto per dire addio a Internet Explorer, lo storico programma di navigazione su internet lanciato nel lontano 1995. La fine del programma che ha permesso a numerose generazioni di scoprire il World Wide Web era stata annunciata dall'azienda già lo scorso giugno.
Dall'arrivo di altri programmi come Google Chrome, Firefox o ancora Safari della Apple, Explorer ha perso in popolarità. La sua criticata lentezza ha dato vita a numerosi meme che hanno spopolato online. Ora il mondo dice addio al programma che, ironia della sorte, è stato il più usato per scaricare altri browser di navigazione.
Dopo questa – per alcuni – triste notizia, vi lascio a quelle più serie della giornata.
Utilizzare i valori patrimoniali russi bloccati nella Confederazione per la ricostruzione dell’Ucraina violerebbe la Costituzione. È quanto ha concluso un’indagine dell’amministrazione federale realizzata su incarico del Governo.
Il gruppo di lavoro diretto dall’Ufficio federale di giustizia ha esaminato la questione ed è giunto alla conclusione che, secondo il diritto elvetico, l’espropriazione senza indennizzo di proprietà privata di provenienza legale non è ammissibile.
Attualmente nella Confederazione sono congelati valori patrimoniali di persone o società per un valore complessivo di 7,5 miliardi di franchi, stando alle ultime cifre comunicate in dicembre dalla Segreteria di Stato dell’economia.
A prescindere dalle discussioni sui valori patrimoniali russi bloccati, il Governo ha ribadito nella nota l’intenzione di continuare a sostenere Kiev. Attaccando l’Ucraina, viene ricordato, la Russia ha violato il diritto internazionale ed è in via di principio obbligata a risarcire i danni causati.
- La notizia su TVS tvsvizzera.it.
- Il comunicatoCollegamento esterno del Consiglio Federale.
- Dagli archivi di SWI swissinfo.ch: “La Svizzera sta facendo abbastanza per congelare i beni russi?”
Nella sua seduta odierna il Consiglio federale ha deciso di sottoporre al popolo elvetico tre oggetti per le votazioni federali del prossimo 18 giugno: tassazione delle grandi imprese, iniziativa sui ghiacciai e legge sul Covid-19.
Il Parlamento ha adottato lo scorso dicembre il progetto di tassazione delle grandi imprese al 15% decisa dall’Organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico (OCSE). Una riforma che riguarda le 200 aziende elvetiche e le 2’000 filiali in territorio svizzero di ditte internazionali che hanno un fatturato superiore a 750 milioni di euro. Il decreto comporta una modifica della Costituzione e per questo la popolazione è chiamata alle urne.
Per quanto riguarda l’iniziativa sui ghiacciai, gli elettori e le elettrici dovranno esprimersi sul controprogetto indiretto, contestato dall’Unione democratica di centro (UDC). La nuova legge mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 grazie a programmi di incentivazione per la sostituzione di sistemi di riscaldamento inquinanti e la ristrutturazione di edifici, oltre a una promozione dell’energia solare. Per l’UDC bandire olio da riscaldamento, benzina, diesel e gas è un “veleno” per l’economia e la popolazione.
Il terzo tema in votazione – ossia prorogare alcune disposizioni della legge Covid-19 fino al 2024 – è ancora provvisorio. La legge, in vigore dal settembre 2020, è scaduta alla fine del 2022, ma alcune misure sono state mantenute a causa dei potenziali picchi che la malattia può causare data la sua natura endemica. Il termine per un referendum riguardante questa questione scadrà il 30 marzo e allora si saprà se l’oggetto sarà effettivamente sottoposto al popolo.
- La notizia sul portale RSI NewsCollegamento esterno.
- Da SWI swissinfo.ch: “L’imposta minima globale non farà scappare le multinazionali dalla Svizzera”
- Dagli archivi di TVS tvsvizzera.it: “No all’iniziativa per i ghiacciai, ma…”
Dieci aziende svizzere, tra cui la filiale rossocrociata di Coca Cola, hanno deciso di ridurre del 10% entro la fine del 2024 le quantità di zuccheri usate per i loro prodotti.
Stando al responsabile della sanità, nonché presidente della Confederazione, Alain Berset, sono ora in totale 24 le aziende elvetiche che hanno scelto di ridurre volontariamente lo zucchero nelle derrate alimentari aderendo alla dichiarazione di Milano. Quest’ultima è stata lanciata nel 2015, in occasione dell’Esposizione universale tenutasi nella capitale lombarda e avente come tema principale l’alimentazione, dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare.
Da allora, 14 produttori e rivenditori elvetici di derrate alimentari – tra cui Coop e Migros, ma anche Aldi, Lidl, Nestlé e Danone – hanno firmato la dichiarazione, impegnandosi volontariamente a ridurre gradualmente la quantità di zucchero negli yogurt e nei cereali per la prima colazione entro la fine del 2024.
Secondo l’Ufficio federale di sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), diversi rilevamenti dimostrano che il 38% di zucchero aggiunto nell’alimentazione si trova nelle bevande. La popolazione elvetica consuma una quantità di zucchero doppia rispetto a quella raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità, ovvero una media di circa 100 grammi al giorno.
- La notizia riportata dal portale RSI NewsCollegamento esterno.
- La pagina dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria dedicata alla riduzione dello zuccheroCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI swissinfo.ch: “Senza zuccheri aggiunti, per favore!”
Il dispositivo di sicurezza di Palazzo federale ha un margine di miglioramento: è quanto ammette il portavoce del Consiglio federale André Simonazzi all’indomani dell’allarme – e conseguente evacuazione – scattato ieri pomeriggio a Berna a causa della presenza di un individuo sospetto presso la sede del Governo.
Il dispositivo di sicurezza sembra comunque aver funzionato a dovere, anche stando alla ministra della difesa Viola Amherd, che ieri si trovava a Berna. Presentatasi oggi davanti ai media, assieme al capo dell’esercito Thomas Süssli, per il Messaggio sull’esercito 2023, la consigliera federale ha dichiarato di non aver avuto paura.
Alla luce delle critiche al dispositivo di sicurezza espresse da alcuni parlamentari che si trovavano sul posto per assistere alle sedute di commissione, André Simonazzi ha puntualizzato che il dispositivo che hanno sperimentato impiegate e impiegati che lavorano, rispettivamente, nell’ala est e ovest di Palazzo, è diverso da quanto vissuto dai e dalle parlamentari.
La Procura federale ha intanto fatto sapere di aver aperto un procedimento penale per possibile uso di esplosivi contro l’uomo fermato martedì, un cittadino vallesano. Il domicilio del sospettato è stato perquisito e gli inquisitori hanno interrogato anche persone che lo conoscono. Le autorità stanno svolgendo indagini sulla sua salute fisica e mentale.
- Critiche sul dispositivo riportate dal portale online del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Un riassunto di RSI NewsCollegamento esterno di quanto successo martedì a Berna.
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