Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Non so chi di voi segua il campionato di calcio rossocrociato, ma in questi giorni è tornato prepotentemente alla ribalta uno dei suoi personaggi più stravaganti. Di chi stiamo parlando? Del presidente del Football Club Sion Christian Constantin. Alla testa della società vallesana da 25 anni (la prima volta dal 1992 al 1997, la seconda dal 2003 ad oggi), Constantin ha cambiato ben 59 allenatori. L'ultimo a fare le spese di una striscia di risultati negativi è stato l'ex nazionale svizzero Fabio Celestini, che aveva assunto le redini della squadra durante la pausa invernale. Seguendo il motto chi fa da sé fa per tre, Christian Constantin ha così deciso di sedersi lui stesso in panchina per almeno le prossime due partite, in particolare quella in programma stasera che vedrà il Sion affrontare il Lugano per l'accesso alle semifinali di Coppa Svizzera.
Riuscirà l'eccentrico presidente a risvegliare la sua squadra e soprattutto la sua grande star? Ovvero quel Mario Balotelli, che finora in Vallese non è assolutamente riuscito a lasciare il segno, tanto che qualche giorno fa i tifosi vallesani hanno dato fuoco alla sua maglia? La risposta questa sera a partire dalle 20:15.
Dopo questo preludio calcistico, vi lascio alla lettura di altre notizie del giorno.
Il Consiglio degli Stati ha deciso a larga maggioranza di prorogare sino al 2026 il dispiegamento del contingente di pace svizzero in Kosovo (Swisscoy), il cui mandato scadrà a fine anno, e di concedergli un certo margine di manovra in termini di personale.
La presenza della Kosovo Force (KFOR) rimane necessaria in questo Paese a causa della fragilità della situazione, ha sottolineato l’esponente dell’Alleanza del Centro Andrea Gmür-Schönenberger, a nome della Commissione della politica di sicurezza. La ministra della difesa Viola Amherd ha invece rilevato che le “tensioni persistono”, malgrado la situazione sia relativamente “calma e stabile”.
La proroga del mandato della Swisscoy e la possibilità di aumentare l’effettivo del contingente di 30 militari al massimo sono stati approvati con 33 voti contro due e due astenuti dalla Camera alta del Parlamento. Sul tema deve ancora pronunciarsi il Consiglio nazionale.
Presente in Kosovo dal 1999, la Swisscoy comprende attualmente un massimo di 195 soldati e soldatesse volontari. Il numero di militari ha subito fluttuazioni nel corso degli anni: nell’aprile 2018 sono passati da 235 a 190, e nell’ottobre 2019 a 165. Il budget per il 2023 della Swisscoy ammonta a poco meno di 41 milioni di franchi.
- La notizia su tvsvizzera.it.
- Tutto quello che c’è da sapere sulla Swisscoy sulla paginaCollegamento esterno del Dipartimento militare della difesa.
- Cosa fa la Swisscoy in Kosovo? Il reportage della mia collega Julie Hunt.
Le giovani e i giovani ucraini rifugiati in Svizzera potranno terminare la loro formazione professionale anche nel caso in cui lo statuto di protezione S conferito loro verrà revocato.
La decisione, comunicata mercoledì, è stata presa dalla ministra di giustizia e polizia Elisabeth Baume-Schneider, d’intesa coi Cantoni e le parti sociali. La misura permette da un lato di garantire alle persone interessate di poter concludere il tirocinio, dall’altro di rassicurare le aziende formatrici sul fatto che potranno contare sui giovani e le giovani assunti sino al termine della formazione.
Stando alle cifre indicate dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), attualmente la Svizzera ospita circa 5’000 persone provenienti dall’Ucraina di età compresa tra i 15 e i 20 anni. Circa 300 di loro frequentano un liceo e 1’700 beneficiano di un’offerta transitoria in preparazione a un tirocinio o sono iscritti a una scuola di formazione generale. La SEM e la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della pubblica educazione prevedono che diverse centinaia di giovani ucraini potrebbero iniziare una formazione professionale di base nell’estate 2023 o più tardi.
Un’incognita di queste ragazze e ragazzi continua però a permanere: le autorità svizzere devono infatti ancora stabilire se il loro nucleo famigliare potrà anch’esso rimanere nella Confederazione fino al completamento della loro formazione.
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News.
- Il comunicatoCollegamento esterno delle autorità federali.
- Le sfide dei rifugiati ucraini che cercano lavoro in Svizzera. Un approfondimento della mia collega Jessica Davis Plüss.
Le rendite dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti e dell’Assicurazione invalidità non vanno adeguate interamente al rincaro. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale respingendo – per 97 voti a 92 e un’astensione – un progetto del Governo.
Il voltafaccia è stato abbastanza clamoroso, poiché era stato proprio il Parlamento l’anno scorso a chiedere con una mozione al Consiglio federale di procedere in tal senso. Nel frattempo, però, le finanze federali sono entrate in un periodo di turbolenza ed è stato questo aspetto a far pendere la bilancia verso il “no”. La destra, in particolare, ha sostenuto che l’incremento delle rendite sarebbe stato modesto per le persone interessate, ma la misura avrebbe comportato comunque maggiori uscite per circa 400 milioni di franchi per il biennio 2023-2024.
Dall’Alleanza del centro e dalla sinistra si sono invece alzate voci a favore di un completo adeguamento al rincaro, invece che solo parziale come già deciso dal Consiglio federale, sostenendo la necessità di rafforzare ulteriormente il potere d’acquisto di chi è in pensione, tenuto conto dei costi energetici in crescita, per non parlare degli affitti e dei premi malattia.
L’ultimo adattamento della rendita AVS – il primo pilastro del sistema pensionistico svizzero – è avvenuto il 1° gennaio scorso; la pensione minima è stata aumentata di 30 franchi al mese e quella massima di 60 franchi al mese. Si tratta di una correzione al rialzo del 2,5%, per un’inflazione stimata del 2,8% per il 2022. La rendita minima di vecchiaia per una persona sola è così passata da 1’195 a 1’225 franchi al mese, quella massima da 2’390 a 2’450 franchi.
- La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS sul portale Bluewin.
- Come funziona il sistema pensionistico svizzero? La risposta su swissinfo.ch.
- In questo dossier, le sfide con cui è confrontato il sistema pensionistico in un Paese che invecchia.
È una prima per un vino svizzero: un bianco dolce prodotto dalla vallesana Marie-Thérèse Chappaz ha ottenuto 100 punti – il massimo – nella classifica stilata dalla pubblicazione statunitense Robert Parker Wine Advocate.
“I vini svizzeri sono totalmente sottostimati”, affermava qualche mese fa in un’intervista al giornale della Svizzera francese Le Temps il giornalista indipendente ed esperto di vini Pierre Thomas. Poco conosciuti, ma spesso di qualità molto elevata, come conferma la celebre classifica Parker, i cui esperti hanno recentemente degustato 280 vini di 67 viticoltori e viticoltrici svizzeri.
Di questi 280, ben 27 “hanno ottenuto più di 95 punti, il che significa che si classificano tra i vini ‘straordinari’ secondo Robert Parker”, si legge nel comunicato di Swiss Wine Promotion, citato in un articolo sempre di Le Temps.
Per la prima volta un vino svizzero ha addirittura ottenuto il punteggio massimo. La celebre viticoltrice vallesana Marie-Thérese Chappaz si è infatti vista attribuire la nota 100 per il suo Grain par Grain Petite Arvine 2020, un vino bianco dolce prodotto in quantità molto limitata.
- L’articoloCollegamento esterno di Le Temps.
- La paginaCollegamento esterno di Svizzera Turismo dedicata al vino nella Confederazione con un’intervista a Marie-Thérese Chappaz.
- Un vino svizzero alla conquista dell’Asia: un approfondimento della mia collega Marie Vuilleumier.
- Sapete dove si trova il vigneto più piccolo del mondo e a chi appartiene? Potete trovare la risposta qui.
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