Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
qualcuno direbbe corsi e ricorsi della storia. Senza scomodare il filosofo napoletano Giambattista Vico, il mensile Bilanz nel numero da oggi in edicola scrive che in occasione di un ritiro strategico a St. Moritz Sergio Ermotti - che è stato Ceo di UBS dal 2011 al 2020 e tornerà ad esserlo dal 5 aprile - aveva lanciato il progetto per unire le due grandi banche svizzere.
All'epoca Credit Suisse era guidata da Tidjane Thiam, che aveva mostrato scarso interesse. UBS ha fatto un nuovo tentativo dopo la partenza di Thiam e i piani sono diventati più concreti. Non si è però giunti a un'intesa. Ora Ermotti torna alla guida di UBS proprio nel momento in cui la Confederazione ha imposto alla banca l’acquisizione di Credit Suisse. Se fosse stato per lui...
La Svizzera e il commercio industriale di oro africano, una ONG smaschera un business poco trasparente.
La Svizzera importa ogni anno più della metà dell’oro mondiale. Un business che vale, a seconda degli anni, dai 70 ai 90 miliardi di franchi. Il metallo prezioso giunge in Svizzera in forma grezza e lascia la Confederazione in tutta la sua purezza. Secondo l’organizzazione non governativa (ONG) svizzera Swissaid, nel 2020 le cinque raffinerie svizzere hanno importato dalle miniere industriali africane oltre 177 tonnellate di oro per un valore commerciale di 9 miliardi di franchi svizzeri.
Su questo business, Swissaid ha pubblicato un rapporto che traccia una mappa di oltre 100 relazioni commerciali tra miniere d’oro industriali africane e raffinerie di tutto il mondo. Un rapporto da cui esce un quadro preoccupante. La ricerca si inserisce nell’ambito degli sforzi compiuti in Svizzera per ritenere le imprese responsabili dei danni ambientali e delle violazioni dei diritti umani legati all’attività estrattiva.
Le raffinerie elvetiche normalmente rifiutano di rivelare l’identità dei loro fornitori. L’ONG definisce questa opacità “sconcertante” e “ingiustificata”. “Abbiamo capito che il vero motivo per cui le raffinerie non rivelano questi rapporti è che non vogliono essere associate ai problemi legati alle miniere”, afferma Marc Ummel, coautore del rapporto. In generale Swissaid ha dichiarato di aver individuato violazioni dei diritti umani e problemi ambientali nella maggior parte dei 125 siti minerari analizzati.
- L’approfondimento della collega Dominique Soguel su swissinfo.ch.
- Da dove arriva l’oro che arricchisce la Svizzera? Un mio contributo su tvsvizzera.it.
- Il lato oscuro del commercio dell’oro e il ruolo centrale della Svizzera in un rapporto del WWFCollegamento esterno.
Le cittadine e i cittadini svizzeri saranno chiamati per la terza volta alle urne per esprimersi sulla legge Covid.
Non è la prima volta, non è la seconda. Quando il Parlamento elvetico ha deciso di prorogare parti fondamentali della legge Covid-19 per un altro anno e mezzo, fino alla metà del 2024, c’è chi ha pensato di lanciare un terzo referendum. Contro questa legge, in vigore dal settembre 2020 e da allora adattata più volte dal Parlamento, sono state lanciati in passato altri due referendum puntualmente rigettati dal popolo svizzero in altrettante votazioni.
Veniamo al terzo referendum. Secondo il comitato “No alle restrizioni”, la possibilità di reintrodurre un certificato in qualsiasi momento, nonché altre misure discriminatorie come il tracciamento dei contatti, violerebbe i diritti fondamentali, dividendo la società in due classi. Considerato poi che la stessa Confederazione ha dichiarato la fine della “pandemia”, per il comitato non ha senso prorogare le parti della legge Covid-19.
Il referendum è riuscito. Oggi il comitato ha consegnato alla Cancelleria federale piu di 60’000 firme, ben oltre le 50’000 richieste. Con il referendum il comitato intende trasmettere un segnale chiaro: torniamo finalmente alla normalità! La gente di questo Paese, hanno chiosato, ne ha abbastanza delle misure, dei litigi e delle discriminazioni. La terza votazione sarà fissata con tutta probabilità per il prossimo 18 giugno.
- La notizia sulla riuscita del referendum sul Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Le votazioni passateCollegamento esterno e tutte le informazioni sulla legge.
- A che punto siamo con il Covid in Svizzera? Ecco le risposte sul sito dell’Ufficio federale della sanità pubblicaCollegamento esterno.
Il fossato tra campagna e città si fa sempre più ampio in Svizzera.
Così almeno la pensano due terzi dei cittadini elvetici che hanno partecipato a un recente sondaggio commissionato dalla cooperativa agraria Fenaco a Sotomo. Un altro dato che emerge è che se da un lato quasi la metà degli intervistati ritiene che ci sia un forte contrasto tra campagna e città, gli stessi cittadini ritengono che la Svizzera abbia la capacità di adeguarsi e dunque mitigare le conseguenze.
Un aspetto interessante di questo fossato è il comportamento al voto di queste due macroregioni. Negli anni scorsi, infatti, le regioni rurali votavano decisamente in contrapposizione a quelle urbane. Ora a livello federale la differenza di comportamento di voto si è attenuata. Unica eccezione – ed è comprensibile – l’iniziativa popolare contro l’allevamento intensivo di animali del 2022.
Il sondaggio ha rivelato un altro fatto curioso: sempre più persone si identificano con la campagna (in un anno si è passati dal 25 al 30%) mentre solo il 18% (contro il 20% del 2021) si identifica con la città. Eppure, nonostante le grandi città siano spesso sconfitte in occasione delle votazioni popolari, sono percepite come aventi un’influenza decisiva.
- Sul fossato tra campagna e città un servizio della RSICollegamento esterno.
- Il rapporto completo della SotomoCollegamento esterno disponibile solo in tedesco.
- Quando il presidente dell’UDC ha accusato i centri urbani di essere troppo distanti dalle vere esigenze dei cittadini: un articolo della RegioneCollegamento esterno.
Arriva il Crypto Vreneli, la moneta “phygital” (cioè fisica e digitale) lanciata dalla società sangallese Philoro.
Iniziamo con lo spiegare cosa sia questo Crypto Vreneli. Esso è costituito dal Vreneli, la nota moneta conosciuta anche come marengo d’oro, a cui è stato aggiunto un chip NFT (non-fungible token). Si tratta, come detto di una moneta “phygital” (cioè fisica e digitale insieme). Queste perlomeno le spiegazioni date dalla società sangallese Philoro, che ha lanciato il prodotto.
L’invenzione sangallese è il primo phygital asset coin (PAC in breve) a livello mondiale, ossia la prima moneta d’investimento ibrida e dunque un progetto pionieristico per gli investitori in oro. Ma è anche rivolta ai collezionisti che desiderano essere un passo avanti rispetto agli usuali NFT, come racconta Christian Brenner, Ceo di Philoro.
Veniamo ad aspetti più venali. Questa prima edizione limitata della Crypto Vreneli verrà “coniata” in soli 100 esemplari, ottenibili da domani. Ogni moneta del peso 31,1 grammi di oro puro (un’oncia) è venduta per un valore iniziale è di 7’999 franchi (oggi un’oncia è valutata attorno ai 1’800 franchi).
- La notizia la potete trovare sul portale della RSICollegamento esterno.
- Se volete acquistare il Crypto Vreneli, lo trovate quiCollegamento esterno.
- Se volete entrare nel mondo delle Crpto valute… qui troverete tuttoCollegamento esterno.
- Lugano diventa la capitale del Bitcoin, come scrive tio.chCollegamento esterno.
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