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1. Maggio a Zurigo.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Quasi come una rockstar, l'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato protagonista sabato sera di un evento all'Hallenstadion di Zurigo intitolato "Una serata con il presidente Barack Obama in persona". Secondo gli organizzatori, sono stati quasi 12'000 gli spettatori e le spettatrici presenti. Anche se all'interno non era consentito effettuare riprese o fotografie, in base a quanto riportato dai media, Obama, accolto con una standing ovation, sembra aver conquistato il pubblico con battute ironiche.

La soddisfazione, insomma, sembra alta. E questo nonostante i prezzi dei biglietti non fossero propriamente modici: variavano infatti dai 115 ai 564 franchi. Per 2'500 franchi era anche possibile raggiungere l'ex presidente americano nel suo camerino e chiedergli un selfie. Dopo questa curiosità, vi lascio alle notizie del giorno.

Buona lettura!

Cassis di fronte al Palazzo di vetro di NY.
© Keystone / Alessandro Della Valle

Da oggi e per un mese, la Svizzera è presidente del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il mandato alla guida dell’organo più importante delle Nazioni Unite è iniziato alla mezzanotte di lunedì, ora di New York (alle 6:00 del mattino in Svizzera).

Il primo momento significativo di questa presidenza è previsto mercoledì, quando il consigliere federale Ignazio Cassis condurrà un dibattito aperto sugli sforzi per raggiungere una pace duratura, in relazione all’Agenda per la pace che sarà presentata dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. In particolare, la Svizzera intende concentrarsi sulla prevenzione dei conflitti e sulla diplomazia scientifica.

Fra tre settimane toccherà al presidente Alain Berset e alla consigliera federale Viola Amherd presentarsi al Consiglio di sicurezza. Il primo presiederà una discussione ad alto livello sulla protezione dei civili, uno dei temi scelti dalla Confederazione per il suo mandato biennale di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza.

Da parte sua, Viola Amherd dovrebbe partecipare a diverse riunioni. Una di queste sarà incentrata sul 75° anniversario della prima missione di pace delle Nazioni Unite, quella in Medio Oriente (UNTSO).

1. Maggio a Zurigo.
© Keystone / Ennio Leanza

Sarebbero quasi 10’000, secondo i sindacati, le persone accorse oggi al corteo del Primo Maggio a Zurigo. Tra queste anche un notevole blocco della sinistra radicale, che ha causato danni alle proprietà.

Tra gli immobili colpiti c’è una filiale dell’UBS, contro cui sono state scagliate delle bottiglie riempite di vernice. Sono anche state rotte alcune finestre di altri istituti bancari ed esplosi petardi e fuochi d’artificio. La polizia si è disposta lungo il percorso della manifestazione ma non è intervenuta. Il corteo ufficiale si è concluso alla Sechseläutenplatz, mentre nel pomeriggio ne è previsto uno abusivo presso Helvetiaplatz. A Basilea, invece, la polizia è intervenuta e ha interrotto il corteo nei pressi di Elisabethenkirche a causa delle intemperanze di alcuni manifestanti.

I dirigenti sindacali, nei loro discorsi per la Giornata del lavoro, hanno messo in guardia contro un aggravamento della “crisi del potere d’acquisto”. Numerosi datori di lavoro non vogliono nemmeno adeguare i salari all’inflazione, ha dichiarato il presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS), Pierre-Yves Maillard. La popolazione ha sempre meno di cui vivere, ha sottolineato da parte sua la presidente di Unia, Vania Alleva.

Esprimendosi a Bienne davanti a 150-200 persone, il presidente della Confederazione, Alain Berset, si è detto preoccupato per le crescenti disuguaglianze che erodono la coesione sociale. “La situazione oggi è come all’inizio del XX secolo, quando non esisteva quasi uno Stato sociale degno di questo nome”, ha dichiarato il consigliere federale socialista. Nonostante il quadro fosco, Berset ha invitato tutti a non scoraggiarsi e ad affrontare i problemi giorno per giorno.

Biscotti Kambly.
Keystone / Martin Ruetschi

Dopo il coltellino militare svizzero prodotto da Victorinox, anche i biscotti Kambly potranno fregiarsi, previo pagamento di una licenza, del marchio “Swiss Military”.

La Kambly, un’azienda a conduzione famigliare con sede a Trubschachen (nel canton Berna), produce da anni il “Military Biscuit” fornito ai soldati svizzeri, che vende anche nei negozi comuni in una confezione diversa. Ora potrà distribuirlo anche sul mercato civile col label “Swiss Military”. I proventi dei diritti di licenza confluiranno nelle casse della Confederazione, spiega una nota odierna di armasuisse.

Questo nuovo contratto ottempera a un mandato del Parlamento per la commercializzazione dei marchi militari: una mozione del 2012 della Commissione per la politica di sicurezza del Consiglio degli Stati chiedeva al Consiglio federale di tutelare meglio i marchi militari – “Swiss Army”, “Swiss Military” e “Swiss Air Force” -, di farli valere contro terzi non autorizzati e di concederli in licenza. In precedenza, diverse aziende avevano utilizzato i marchi senza versare i diritti di licenza alla Confederazione.

Da allora armasuisse non è rimasta a guardare, concludendo diverse negoziazioni, tra cui quella con swiss brands AG per il marchio “Swiss Military” e altri marchi militari per diverse categorie di prodotti, con Hanowa AG e Chrono AG per il marchio “Swiss Military” per gli orologi, e con Breitling AG per il marchio “Patrouille Suisse”, sempre per gli orologi. Con Victorinox esiste già da molto tempo un contratto d’esclusiva per il marchio “Swiss Army”.

Pierre Maudet.
© Keystone / Martial Trezzini

“Fenice” o “animale politico”, così la stampa romanda definisce Pierre Maudet, dopo il suo sorprendente ritorno nel Consiglio di Stato ginevrino. I commentatori si aspettano che il nuovo Governo cantonale agisca a favore della popolazione, mettendo da parte gli screzi del passato.

“L’animale politico è riuscito a superare la condanna al Tribunale federale”, si legge nel quotidiano vodese 24 Heures che si domanda: “E se ci fosse un solo vero vincitore in questi due turni delle elezioni ginevrine?”. “Il suo carisma e il suo talento oratorio sono senza dubbio fattori che hanno contribuito” alla vittoria, analizza Bayron Schwyn nei titoli del Gruppo ESH e, sottolineando i metodi populisti del politico, aggiunge che non ci sono certezze che Maudet mantenga le promesse fatte.

In ogni caso, Pierre Maudet ha ottenuto il suo riscatto. “Qualunque sia l’opinione che si ha dell’uomo e della sua carriera, la vicenda è chiusa”, afferma Le Temps, che ora spera di vedere maggiore coerenza e costanza nel Parlamento e nel Governo cantonali. In entrambi, infatti, regna una maggioranza di destra.

Esponente del PLR, il 45enne ex sindaco di Ginevra Pierre Maudet era stato estromesso dal partito e dal Governo nel 2021, in seguito alla crisi politica legata a un controverso viaggio ad Abu Dhabi.

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