La televisione svizzera per l’Italia
violetta emerge dalla neve

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

negli ultimi tempi diventa virale tutto e il contrario di tutto, quindi queste mode lasciano il tempo che trovano. L'ultimo in lista è il "pink noise" (o rumore rosa), diventato popolare grazie a Tik Tok. Si tratta di un rumore di fondo costante (pioggia leggera, ruscello che scorre, onde del mare, ecc.) che permette di filtrare i suoni esterni che possono distrarre durante il lavoro o lo studio. Aiuta a dormire, a combattere l'ansia e a rilassarsi. Un po' come il rumore bianco (può essere il fruscio della radio quando non prende nessuna stazione o un'aspirapolvere o un asciugacapelli accesi) o quello marrone (più profondo del rosa: tuoni, pioggia battente, mare in tempesta, ecc.).  

Insomma, in un'epoca in cui siamo costantemente stimolati da suoni e immagini, abbiamo bisogno di altri suoni per poterci rilassare. Se non è un paradosso questo… (detto da una che lavora ascoltando spesso e volentieri il suono della pioggia battente). 

Ora vi lascio alla lettura delle notizie del giorno (potete farlo ascoltando un suono del colore di vostra scelta). 

scitta schüler*innen
Keystone / Gregor Bauernfeind

Il linguaggio inclusivo non attecchisce in Svizzera: poco meno di un quarto dei e delle partecipanti a un sondaggio condotto dell’editore Tamedia e del giornale gratuito 20 Minuten ritiene che la questione sia importante e ammette di prestarvi poca attenzione nello scritto e nel parlato.  

Lo studio, pubblicato oggi, mette in evidenza come la questione dell’uguaglianza di genere, nonché i dibattiti della “cancel culture” e del movimento “woke”, non sembrino interessare che una piccola minoranza in Svizzera. Il sondaggio è stato svolto nel mese di marzo 2023 e vi hanno partecipato 30’754 persone da tutta la Svizzera.  

Per la maggior parte della popolazione elvetica (80% circa) tali tematiche sono ben distanti dall’essere dei problemi urgenti: preoccupano piuttosto i costi della salute, le pensioni e il cambiamento climatico

Le donne sono più propense a porre attenzione all’inclusione sul piano linguistico quando scrivono o parlano: queste rappresentano il 18%, ossia il triplo rispetto agli uomini che lo fanno. La fascia d’età che si è mostrata più aperta verso l’uso del linguaggio inclusivo è quella dei e delle 18-34enni, quella più restia è invece rappresentata dai e dalle ultra 65enni. 

imsmgini di animali in piazza federale
© Keystone / Peter Klaunzer

In Svizzera c’è una ricca diversità di specie animali e vegetali, ma è sottoposta a pressione. Il 17% di tutte le specie è “in pericolo d’estinzione” o “fortemente minacciato” e il 16% è “vulnerabile” a causa del declino delle popolazioni del 30% subìto negli ultimi dieci anni. 

Lo dicono due rapporti pubblicati oggi dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) in occasione della Giornata mondiale della biodiversità. “Il quadro che emerge è chiaro: per promuovere e proteggere la biodiversità rimane ancora molto da fare“, ha sottolineato la direttrice dell’UFAM Katrin Schneeberger in una conferenza stampa a Berna. Negli ultimi dieci anni, la pressione è cresciuta in particolare per pesci, rettili e uccelli. 

“Lo stato della biodiversità nel nostro Paese è insoddisfacente”, non esita a scrivere l’UFAM in una sintesi dei due studi. Secondo questi documenti, inoltre, “quasi la metà degli spazi vitali è a rischio”. 

Un allarme è stato lanciato anche da Pro Natura che questa mattina, in Piazza federale a Berna, ha allestito un enorme domino con immagini di specie animali e vegetali autoctone che ha poi simbolicamente fatto cadere cinque minuti prima delle 12.00. “Con ogni specie che cade, i cicli naturali si indeboliscono, finché non crolla la specie che ha innescato il tutto: l’uomo“, ha scritto l’associazione in un comunicato. “La situazione attuale impone di lanciare l’allarme”. 

violetta emerge dalla neve
Keystone / Darek Delmanowicz

La cooperazione internazionale nei settori della meteorologia, della climatologia e dell’idrologia è essenziale, dato che il tempo, il clima e il ciclo dell’acqua non conoscono frontiere nazionali. Lo ha sottolineato questa mattina il presidente della Confederazione Alain Berset aprendo a Ginevra il Congresso dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM). 

Nel suo intervento, Berset ha anche posto l’accento sul ruolo centrale di quest’agenzia specializzata delle Nazioni Unite, istituita 150 anni fa, nella lotta contro i cambiamenti climatici e nell’allerta tempestiva in caso di eventi estremi, si legge in una nota del Dipartimento federale dell’interno (DFI). 

Secondo il DFI, l’OMM, con i suoi 187 Paesi membri, rappresenta il quadro istituzionale ideale per tale cooperazione all’interno dell’ONU. Grazie allo sviluppo continuo delle informazioni meteorologiche, idrologiche e climatologiche elaborate e diffuse dai servizi meteorologici ed idrologici nazionali, oggi la società è più preparata nell’affrontare gli effetti degli eventi estremi, come per esempio la siccità, le piene e le tempeste. 

Il congresso di quest’anno si concentrerà sull’iniziativa dell’ONU denominata “Early Warnings for All“, volta a promuovere allerte tempestive per tutti. Essa chiede che entro il 2027 tutte le persone siano protette da sistemi di preallerta. Per ridurre gli effetti negativi degli eventi estremi con interventi preventivi mirati, le organizzazioni umanitarie devono poter disporre delle migliori informazioni meteorologiche e climatologiche possibili. L’Ufficio federale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera, che rappresenta gli interessi della Confederazione in seno all’OMM, assume un ruolo chiave in questo contesto nel quadro del progetto pilota “Weather4UNCollegamento esterno“. 

adolf ogi
© Keystone / Anthony Anex

L’ex consigliere federale Adolf Ogi, che è stato a capo del Dipartimento federale dei trasporti prima e di quello della difesa, della protezione della popolazione e dello sport poi, si chiede, in un’intervista pubblicata dal quotidiano Neue Zuercher Zeitung se l’attuale numero di consiglieri e consigliere federale sia adeguato: “C’è da chiedersi se sette membri del Governo possano fare lo stesso lavoro di nove o undici”, ha detto. 

La Svizzera non deve pensare di avere il miglior sistema al mondo, sostiene Ogi. “I Governi degli altri Paesi non sono più stupidi del nostro”, ha aggiunto, ritenendo che occorra osare le novità e diventare competitivi

Per l’ex ministro rappresentante dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) sarebbe sensato eleggere un o una presidente della Confederazione per tre o quattro anni. Inoltre, la guida dell’Esecutivo, secondo lui, non ha sempre funzionato durante la pandemia di Covid-19 e le crisi successive. La Confederazione, ha affermato, è stata messa sotto pressione dall’estero e si è trovata immediatamente sulla difensiva: “Questa non è una soluzione. Per questo motivo si dovrebbe discutere di una riforma della gestione dello Stato”. 

Poco più di un anno fa il Consiglio degli Stati ha respinto l’allargamento dell’Esecutivo a nove membriCollegamento esterno, ponendo così fine alla discussione dopo che il Nazionale si era invece pronunciato a favore della riforma. 

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