La televisione svizzera per l’Italia
Uno sbandieratore all festa dello Jodler a Zugo.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

nonostante il regista teatrale Milo Rau abbia comunicato la volontà di investire la somma di 30'000 franchi in favore del rimpatrio della mummia di Schepenese nella terra dei faraoni, la mummia resterà a San Gallo.

La mummia di Schepenese, la figlia di un sacerdote, si trova in Svizzera dal 1820, anno in cui il presidente del governo sangallese, Karl Müller von Friedberg, la ricevette in regalo. Negli ultimi mesi sono state esaminate le questioni relative a un suo possibile ritorno in Egitto. Il consiglio di amministrazione della Chiesa cattolica cantonale ha infine deciso che la mummia rimarrà esposta nella biblioteca dell'abbazia di San Gallo.

Uno sbandieratore all festa dello Jodler a Zugo.
© Keystone / Urs Flueeler

La Svizzera sempre sul podio nella classifica dei Paesi più competitivi del mondo.

Seconda lo scorso anno, in materia di competitività la Svizzera perde una posizione e scende al terzo posto nella classifica stilata annualmente dall’International Institute for Management Development (IMD) di Losanna. La classifica è guidata dalla Danimarca che precede l’Irlanda, che sale dall’undicesimo al secondo posto.

Né Cina né Stati Uniti primeggiano in questo campo poiché un fattore chiave della competitività è la capacità di un Paese di produrre ricchezza per la sua popolazione. In generale la graduatoria è frutto della combinazione di centinaia di indicatori. Fra questi figurano dati statistici, come disoccupazione, PIL, spesa statale per sanità e formazione.

Dopo i tre Paesi citati seguono Singapore e i Paesi Bassi. Le prime dieci posizioni vengono completate da Taiwan, Hong Kong, Svezia, Stati Uniti e Emirati Arabi Uniti. La Cina è 21esima. Per quanto riguarda gli Stati confinanti con la Svizzera, la Germania è 22esima, l’Austria è 24esima, la Francia 33esima e l’Italia 41esima.

L entrata dala banca Rotschild a Ginevra.
© Keystone / Martial Trezzini

È nuovamente diminuito il numero delle banche private svizzere, scese da 92 a 89 nell’ultimo anno.

Lo rileva uno studio pubblicato oggi dalla società di consulenza KPMG. Nel 2010 le banche private elvetiche erano ancora 161. In 13 anni il loro numero si è quindi quasi dimezzato e particolarmente colpiti risultano i piccoli istituti, con patrimoni in gestione inferiori a 10 miliardi di franchi. Stando allo studio, essi sono passati da 122 a 56 nell’arco di 13 anni.

La flessione è stata meno importante per le banche di media grandezza (tra i 10 e i 100 miliardi di averi), che si sono ridotte da 35 a 25 istituti durante il periodo in rassegna. Le grandi banche con oltre 100 miliardi di patrimoni in gestione – UBS e Credit Suisse non sono prese in considerazione – hanno invece raddoppiato la loro presenza sul territorio elvetico (da quattro a otto).

I patrimoni in gestione sono scesi da 3’259 miliardi di franchi della fine dicembre 2021 a 2’898 un anno dopo (-11%). Tra gli istituti analizzati, il ginevrino Pictet figura in testa alla classifica in termini di patrimoni in gestione, seguito dallo zurighese Julius Bär. A metà classifica si trovano Vontobel, J. Safra Sarasin, Lombard Odier, Edmond de Rothschild, UBP e EFG.

Alcune poltrone nella sede bernese del Ministerro pubblico.
© Keystone / Anthony Anex

Pesanti critiche dell’Autorità di vigilanza sul passato del Ministero pubblico della Confederazione.

L’organo che si occupa di sorvegliare il buon funzionamento della procura federale non risparmia severe critiche alla gestione dei dossier in seno al Ministero pubblico della Confederazione (MPC) fra il 2016 e il 2020, ritenuta “lacunosa e obsoleta”. In un rapporto pubblicato oggi critica le prassi usate e formula delle raccomandazioni.

I procuratori conducono interrogatori molto raramente: tre procedimenti su quattro vengono chiusi senza ascoltare gli imputati. Per i decreti d’accusa, succede ben nove volte su dieci. Anche in caso di atto d’accusa, le udienze non sono sistematiche. Ciò significa che le persone possono essere rinviate a giudizio davanti al Tribunale penale federale senza mai essere state sentite dal procuratore del loro caso.

Il mandato legale del Ministero pubblico della Confederazione, ricorda l’autorità di vigilanza, è quello di combattere i reati gravi nei settori della protezione dello Stato, della criminalità organizzata, del terrorismo e della criminalità economica. Ma i dati raccolti indicano che la procura federale si occupa molto anche di reati “a bassa soglia”, dunque di poco conto.

Una pellicola 35 mm.
Keystone / Jean-christophe Bott

Nuova luce per i film svizzeri del passato al festival del Cinema Ritrovato di Bologna.

La Cineteca svizzera di Losanna comunica che sei film provenienti dalla propria collezione verranno proiettati alla 37esima edizione del festival Il Cinema Ritrovato, che si aprirà sabato a Bologna. In particolare, verrà reso omaggio al regista svizzero-austriaco Leopold Lindtberg e alla società di produzione zurighese Praesens-Film AG.

Nel 2024 Praesens-Film celebrerà il suo centenario. Fondata appunto nel 1924, è considerata una delle più importanti in Svizzera con un’influenza internazionale. Si è aggiudicata quattro Oscar ed è tuttora attiva in veste di distributrice di film. La società ha anche prodotto “Heidi” (1951) di Luigi Comencini, la cui copia in italiano di 35 millimetri verrà presentata a Bologna.

Fra i film di Lindtberg, restaurati dalla Cineteca svizzera, che saranno proiettati a Bologna si citano “Die letzte Chance” (“L’ultima speranza”, 1945), premiato a Cannes e ai Golden Globe, “Marie-Louise” (“Maria Luisa”, 1944), Oscar per la sceneggiatura, “Die Vier im Jeep” (“Quattro in una jeep”, 1951), Orso d’oro a Berlino, e “Wachtmeister Studer” (1939), tratto dal romanzo di Friedrich Glauser.

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