
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
in che lingua sogni? Mi sento regolarmente porre questa domanda da persone che oltre alla propria madrelingua, ne masticano solo un'altra. Sono nata in Italia, ma in quasi tre decenni a Berna sono diventata poliglotta. A casa parliamo inglese, italiano e svizzero-tedesco. Per lavoro e per amicizie uso l'inglese, il tedesco e il francese. Mi manca il romancio e quando mi capita di sedere vicino a persone che conversano in quella affascinante lingua, non posso fare a meno di origliare. Sostengono molte ricerche, che le lingue hanno una "risonanza emotiva". Lo racconta questo articolo pubblicato da SWI swissinfo.ch. Nel mio piccolo, non posso che confermare. Io e mio marito riusciamo a dirci "ti amo" e a litigare solo in inglese. Ma se deve partire un "vai a quel Paese", il mio esce in romano e il suo in bernese. Ho sempre creduto che la mia lingua materna mai avrebbe perso terreno rispetto a quelle acquisite. Mi sbagliavo. Di recente, un cane ha aggredito un nostro cucciolo di gatto. Senza rendermene conto, nell'impeto del momento mi sono messa a gridare in dialetto svizzero-tedesco. Il cane, che è italiano e mi conosce da quando è nato, mi ha fissato perplesso e ha mollato il gattino. Sono i miracoli del multilinguismo.
Buona lettura con le notizie della giornata.

Come in Francia, anche in Svizzera in questi giorni si succedono i falsi allarmi. Ieri – e di nuovo oggi – è toccato all’aeroporto di Basilea. Intanto l’ONU e Amnesty criticano la decisione di Berna, Basilea e Zurigo di vietare le manifestazioni.
Pochi giorni fa si era trattato di Palazzo federale. Un’area dell’edificio e l’adiacente Centro media erano stati evacuati. La polizia aveva spiegato di aver rinvenuto “due oggetti sospetti“. Passate alcune ore, era finito l’allarme: non si è trattato di un vero pericolo, ha spiegato la polizia. Le agenzie di stampa hanno raccontato che gli allarmi che hanno tenuto la Francia con il fiato sospeso si sono rivelati privi di fondamento. La Procura ha aggiunto di avere aperto diverse inchieste contro minorenni, che con delle telefonate avevano creato il pasticcio.
Ieri e oggi è toccato all’aeroporto di Basilea-Mulhouse. Le persone presenti sono state di gran carriera trasportate altrove con dei bus. In serata di ieri, le autorità hanno confermato che di falso allarme si era trattato. Più surreale quanto avvenuto a Roma. I media hanno riportato che attorno alla sinagoga, nel cuore del ghetto ebraico della Capitale, era in corso un intervento drammatico delle forze dell’ordine. Tuttavia, si trattava di un’esercitazione da tempo programmata.
Certo, gli sviluppi geopolitici internazionali mettono ansia e paura, e anche tristezza: muoiono ogni giorno tante persone, fra loro anche bimbi e bimbe. E la paura, com’è noto, ci rende irrazionali. Tre grandi città elvetiche – Berna, Zurigo e Basilea – hanno vietato ogni manifestazione. Una decisione che è stata criticata da Amnesty International e oggi anche dalle Nazioni Unite.
- Il falso allarme di giovedì per l’aeroporto di Basilea, da SWI swissinfo.ch.
- L’allarme di oggi, venerdì, sempre a BasileaCollegamento esterno, da cdt.ch.
- Le critiche di Amnesty International, in un servizio diffuso dal Telegiornale della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana RSI.
- “L’ONU bacchetta le città svizzereCollegamento esterno“, da cdt.ch.

Conto alla rovescia per le elezioni 2023, che rinnoveranno il Parlamento federale. Le urne si chiudono domenica 22 ottobre a mezzogiorno, le prime proiezioni arriveranno nel pomeriggio.
Questa domenica il popolo elvetico elegge il nuovo Parlamento. Più di 200’000 svizzeri e svizzere all’estero hanno avuto la possibilità di partecipare alle elezioni grazie al voto per corrispondenza. Anche chi vive nel Paese ha potuto votare per posta e se non l’ha fatto, potrà recarsi ai seggi elettorali nella sua città di residenza. Le urne si chiudono alle ore 12 di domenica.
Vivete all’estero e volete seguire in diretta le elezioni del Parlamento svizzero? SWI swissinfo.ch vi terrà informati tramite l’app “SWIplus”. Oltre ai contributi originali realizzati dalla redazione, i siti internet swissinfo.ch e tvsvizzera.it offrono la possibilità di seguire la copertura dei canali televisivi di servizio pubblico: in tedesco con Schweizer Radio und Fernsehen (SRF), in francese con la Radio Télévision Suisse (RTS) e in italiano con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI).
La diffusione delle trasmissioni in diretta streaming è possibile perché per questo evento politico nazionale i canali televisivi della SSR hanno sbloccato la restrizione di geoblocking. Ciò significa che le trasmissioni televisive di domenica possono essere seguite in diretta in tutto il mondo tramite l’applicazione per smartphone “SWI Plus” o i siti swissinfo.ch e tvsvizzera.it.
A partire dalle 12.00 di domenica, SWI swissinfo.ch offrirà una copertura completa delle elezioni nelle lingue nazionali e in inglese sulla sua app, e in 10 lingue sul suo sito internet. Le persone espatriate potranno avere una panoramica completa e rapida dei risultati in ogni Cantone, oltre a reazioni, grafici e analisi. Le informazioni saranno pubblicate anche sugli account Twitter, Facebook e Instagram di SWI swissinfo.ch e di tvsvizzera.it, man mano che i risultati arriveranno.
L’istituto di ricerca gfs.bern, su mandato della SSR, elaborerà le proiezioni, che saranno pubblicate alle 16.00, 18.00 e 20.00 ora svizzera. Il politologo Lukas Golder dell’istituto gfs.bern analizzerà poi i risultati. I e le presidenti dei partiti si esprimeranno dopo la proiezione delle 18.00.
- Guida al voto: tutte le informazioni sulle elezioni federali, da SWI swissinfo.ch.
- Il sistema bicamerale elvetico: come funzionano le elezioni legislative in Svizzera, un approfondimento del mio collega Michele Andina per SWI swissinfo.ch.
- Come compilare la scheda elettorale, un promemoria realizzato da SWI swissinfo.ch.

Una nuova, clamorosa puntata nella saga dell’ex capo della polizia guatemalteca Erwin Sperisen. Il Tribunale federale ha annullato la condanna e rimandato il caso alla Corte ginevrina.
Una complessa vicenda giudiziaria, che va avanti dal 2007, ha visto oggi concludersi l’ennesimo e sorprendente capitolo. Il cittadino svizzero e guatemalteco Erwin Sperisen ha diretto la polizia del Guatemala tra il 2004 e il 2007, anno in cui si è rifugiato con la sua famiglia a Ginevra. In seguito alle accuse di organizzazioni non governative internazionali, Sperisen fu arrestato nel 2012, accusato di avere partecipato all’uccisione di alcune persone detenute in Guatemala.
Condannato all’ergastolo nel 2014, in seguito a ulteriori ricorsi e successivi processi era stato infine, nel 2018, condannato a 15 anni di carcere per complicità negli omicidi.
La Corte europea per i diritti umani (CEDU) ha poi accolto, almeno parzialmente, i ricorsi presentati da Sperisen. Ora il Tribunale federale (TF) di Losanna ha annullato la sentenza pronunciata nel 2018 dalla Corte ginevrina, rinviandole il caso perché sia nuovamente esaminato, dando quindi corso alla richiesta di Sperisen perché la vicenda sia oggetto di una completa revisione. Erwin Sperisen si è sempre dichiarato innocente e i suoi avvocati hanno ripetutamente definito il caso un esempio di “malfunzionamento del sistema giudiziario svizzero“. Il TF non si è pronunciato sul rilascio di Sperisen, che è stato sospeso su richiesta della procura ginevrina. La decisione spetta ora al Tribunale per l’applicazione di pene e misure (TAPEM).
- La condanna all’ergastolo nel 2014, raccontata da Daniele Mariani su SWI swissinfo.ch.
- La cronologia vista dalle organizzazioni che hanno denunciato SperisenCollegamento esterno (in francese).
- Dagli archivi: l’intervista a Erwin SperisenCollegamento esterno realizzata dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese (RTS) nel 2017.
- Le critiche alla Svizzera da parte della Corte europea dei diritti umani, da SWI swissinfo.ch.
- La decisione del Tribunale federale, nell’articolo pubblicato oggi da tvsvizzera.it.

Due meraviglie elvetiche sono state premiate dall’Organizzazione mondiale del turismo (OMT). I villaggi di Morcote e di Saint-Ursanne sono entrati nella lista dei migliori borghi del pianeta.
Durante la sua assemblea generale tenutasi a Samarcanda, in Uzbekistan, l’Organizzazione mondiale del turismo (OMT) ha valutato 270 candidature. Tra i 54 comuni scelti per entrare nella lista dei borghi migliori del pianeta ci sono gli svizzeri Morcote e Saint-Ursanne.
Il villaggio ticinese e quello giurassiano hanno convinto la giuria per la sensibilità allo sviluppo sostenibile, la bellezza dei centri storici e le iniziative adottate per preservare, promuovere e valorizzare il patrimonio culturale, ha indicato la Segretaria di Stato dell’economia (SECO).
Fra i vincitori, per l’Italia c’è Lerici, in Liguria.
Contando quante sono state premiate negli anni scorsi, ovvero Andermatt (Uri), Gruyères (Friburgo), Morat (Friburgo), Saas-Fee (Vallese) e Val Poschiavo (Grigioni), la Svizzera annovera a questo punto sette località fra i “Best Tourism Villages” dell’OMT.

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative