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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

tenendo fede alle proprie tradizioni, lo sci alpino risulta essere ancora una volta la disciplina che dispensa le maggiori soddisfazioni alle e agli appassionati elvetici: Lara Gut-Behrami e Marco Odermatt sono infatti stati designati sportivi dell’anno dalla giuria degli Sport Awards.

L’atleta luganese, vincitrice della coppa di Super G e classificatasi seconda nella generale l’inverno passato, ha preceduto la ciclista Marlen Reusser e l’ostacolista Ditaji Kambundji. Il campionissimo nidvaldese ha invece per il terzo anno consecutivo, prevalendo questa volta sul lottatore Samuel Giger e sul decatleta e saltatore in lungo Simon Ehammer.

Per le altre notizie della giornata dalla Confederazione vi invito a proseguire nella lettura.

zelensky
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Potrebbero tenersi prossimamente in Svizzera i colloqui di pace sull’Ucraina. Lo ha rivelato Volodymyr Zelensky in un post sui social media.

Il messaggio pubblicato oggi su X dal presidente ucraino, che si trova in Argentina per l’insediamento dell’omologo Javier Milei, non fornisce dettagli ma fa riferimento a discussioni che potrebbero svolgersi il prossimo mese a margine del World Economic Forum (WEF) di Davos.

Non è inoltre ancora chiara la lista delle e dei partecipanti, che dovrebbero intervenire sul piano di pace in dieci punti lanciato dal Volodymyr Zelensky nel novembre di un anno fa. La sua bozza prevede il ritiro delle truppe di Mosca da tutti i territori appartenuti precedentemente da Kiev. Un’ipotesi questa che finora è stata sempre rigettata dal Cremlino.

In mattinata il Dipartimento federale degli affari esteri ha precisato che l’incontro, organizzato congiuntamente da Berna e Kiev, si terrà il 14 gennaio alla vigilia dell’apertura del WEF e che i preparativi dell’evento “sono in corso”. Si tratterà del quarto round negoziale sul tema, dopo quelli di Gedda, Copenaghen e Malta.

vescovo Genoud
Keystone / Sandro Campardo

È spuntato un nome eccellente nello scandalo delle violenze sessuali che sta scuotendo da alcuni mesi la Chiesa svizzera. Si tratta dell’ex vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, Bernard Genoud, deceduto nel 2010.

Il suo successore, monsignor Charles Morerod, ha convocato questa mattina i media per riferire di presunti ripetuti abusi perpetrati su una studentessa, allora diciannovenne, all’epoca in cui il religioso insegnava filosofia al Collège di Sud di Bulle (Friburgo). La giovane si era confidata con l’ex vescovo, che era un amico di famiglia, su precedenti violenze subite. Ma questi, secondo quanto ha precisato monsignor Morerod, avrebbe approfittato della situazione di intimità che si era venuta a creare.

L’attuale vescovo ha invitato eventuali testimoni a farsi avanti per “liberare la verità”. È compito della Chiesa, ha insistito Chiarles Morerod, “non lasciare senza risposte la sofferenza delle vittime (…) schiacciate dal peso di un silenzio insopportabile”.

Monsignor Bernard Genoud è il nome di maggior peso emerso finora nell’operazione di trasparenza avviata dall’episcopato elvetico, che ha commissionato una vasta ricerca all’Università di Zurigo dalla quale sono già venuti alla luce oltre mille casi di abusi sessuali dalla metà del secolo scorso nella Chiesa svizzera. 

polizia
© Keystone / Louis Dasselborne

C’è stata una caccia all’uomo per tutta la giornata in Vallese dopo il fatto di sangue avvenuto a Sion in cui sono morte due persone e una terza è rimasta ferita.

Un 36enne, ha comunicatro la polizia cantonale, intorno alle 8 ha sparato, uccidendola, a una donna, con cui voleva intrattenere una relazione, vicino a casa sua. Poco dopo ha fatto la stessa cosa in un’azienda di verniciatura in cui aveva lavorato, ammazzando un responsabile e ferendo una segretaria.

L’omicida, che viene ritratto come una persona problematica e asociale, è quindi salito sulla sua auto riuscendo a far perdere le sue tracce, nonostante l’imponente dispositivo messo in campo dalle forze dell’ordine.

La sua fuga è però finita nel pomeriggio: agenti della polizia di Crans-Montana lo hanno catturato verso le 15.45, nella regione di Saint-Léonard.

lupo
© Keystone / Michael Buholzer

Le associazioni ambientaliste sono insorte contro Confederazione e cantoni rei, a loro dire, di non applicare in modo proporzionale le nuove norme sulla caccia e di non considerare il ruolo fondamentale del lupo nell’ecosistema.

In particolare Pro Natura, WWF e BirdLife contestano alcune decisioni che hanno dato il via libera all’abbattimento di lupi e chiedono alla giustizia di verificarne la legittimità.

Nel mirino delle organizzazioni animaliste ci sono soprattutto quattro degli otto ordini di soppressione emessi nei Grigioni (abbattimento dei branchi Stagias e Vorab e regolazione di quelli Jatzhorn e Rügiul) e tre dei sette riguardanti il Vallese (abbattimento dei branchi Hauts-Forts, Nanztal e Isérables-Fou).

L’eliminazione di interi branchi, sottolineano, deve rimanere un’eccezione che viene autorizzata unicamente quando la situazione è fuori controllo mentre l’ordinanza federale – e i relativi piani di abbattimento – appena entrata in vigore, rendono possibile la soppressione di gruppi di lupi che hanno aggredito solo pochi esemplari di animali da allevamento.


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